Non si fermano le erogazioni di risorse Psr agli agricoltori in Piemonte, nell'ottica di quel sostegno alla liquidità necessaria alle imprese, messe a dura prova da Covid-19 e fattori climatici avversi. In Lombardia si studiano invece nuove opportunità di business con la nocciola.
 

Piemonte

Psr, 9 milioni di euro di contributi a 900 aziende agricole
I contributi erogati dall'Agenzia regionale piemontese per le erogazioni in agricoltura, nel solo mese di settembre, si sono aggirati su un totale di 9 milioni di euro, attraverso i fondi Feasr del Psr 2014-2020. 900 circa le aziende agricole interessate, che avevano presentato domande di finanziamento sui bandi 2019 e sulle misure del piano di sviluppo rurale. Le priorità riguardano il ripristino dei danni derivanti da calamità naturali, gli interventi agroambientali e gli investimenti in agricoltura biologica, oltre che per le indennità compensative, investimenti per migliorare la competitività delle aziende, la creazione e lo sviluppo delle aziende e l'adesione ai regimi di qualità dei prodotti agricoli. L'obiettivo dell'assessorato regionale all'Agricoltura è quello di garantire una continuità di sostegno alla liquidità delle imprese agricole.
 

Lombardia

Nocciola, interesse per la creazione di una filiera
"La Regione Lombardia è interessata a creare una filiera della nocciola, che non è solo una coltura occasionale, bensì un'attività che va ben oltre l'attività hobbistica". Così l'assessore regionale all'Agricoltura Fabio Rolfi mostra le progettualità in campo. "Stiamo lavorando anche con la filiera viterbese, caratterizzata da un forte know how in questo settore - sottolinea - ci stiamo rapportando con player importanti e attivi nell'industria di trasformazione della nocciola". "Questa coltura può rappresentare certamente una forma importante di integrazione al reddito e un'occasione per diversificare la produzione agricola in presenza di colture tradizionali meno redditizie. Servono strumenti per incentivare chi produce in un'ottica di distretto. E' inoltre un'opportunità importante per l'agricoltura urbana e periurbana - conclude Rolfi - e anche per l'impatto corretto che esprime anche in contesti tutelati. Non richiede trattamenti particolari, si inserisce correttamente dal punto di vista paesaggistico ed è in linea con le normative dell'agricoltura biologica".