L'organizzazione agricola rivendica come proprio il risultato, conseguito "grazie ad una azione silenziosa, collaborativa, ma martellante con la struttura dell'assessorato all'Agricoltura che ha portato alla delibera numero 44/25 del 4 settembre scorso". Un modo per chiudere in maniera definitiva una fase durissima per l'agricoltura dell'isola. Quella del 2017 è stata una annata pessima per l'agricoltura sarda a causa delle calamità naturali. Sarà ricordata soprattutto per la lunga siccità che ha colpito indistintamente tutti i settori agricoli.
I pastori ricevettero in pochi mesi gli indennizzi per i danni di quella siccità grazie ad una corsia preferenziale adottata allora dalla Regione. Per tutte le altre categorie cominciò invece un lungo e tortuoso iter e, a distanza di tre anni dalla calamità, la stragrande maggioranza sono ancora in lista di attesa e molte di queste non sono riuscite a superare l'istruttoria.
"Una situazione paradossale che stava penalizzando le aziende agricole, divenuta insostenibile con l'emergenza Covid - afferma il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu -, per questo, vista la situazione straordinaria, abbiamo chiesto alla Regione provvedimenti altrettanto straordinari, e proposto una serie di interventi concreti, come questo per sbloccare e liquidare le domande delle calamità del 2017 escluse".
"Questo intervento garantisce il sostegno per le calamità 2017 a tutte le circa 23mila domande presentate, anche a quelle escluse, nel rispetto ovviamente di tutti le disposizioni dell'Unione europea, attraverso il metodo del de minimis - spiega il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba -. Un risultato importante raggiunto grazie ad un lavoro di squadra con l'assessorato all'Agricoltura che chiude una vertenza aperta nel 2017 con il pagamento della siccità ai soli pastori e l'esclusione di oltre 4mila pratiche degli altri settori agricoli".