L'olio d'oliva fa i conti con un anno particolarmente difficile: dalla abbondante campagna produttiva del 2019, alla caduta dei prezzi internazionali e nazionali dell'extravergine, solo negli ultimi mesi in parziale ripresa, fino alla crisi da Covid-19, che ha tagliato gli ordini. Al punto che il comparto si ritrova ora con un surplus di giacenze, mentre si avvicina il tempo della raccolta delle olive.

Secondo il report dell'Istituto centrale per la qualità e la repressione frodi "Frantoio Italia" del 2 settembre scorso, al 31 agosto 2020 le giacenze complessive di oli di oliva sul territorio italiano ammontavano a 275.782 tonnellate, con una riduzione del 5,3% rispetto al 5 agosto scorso. Ma le giacenze di olio continuano ad essere molto alte, superiori del 43,1% rispetto al 31 agosto 2019.

"Lo stock di olio detenuto in Italia il 31 agosto 2020 ammonta a 275.782 tonnellate, di cui il 71,5% è rappresentato da Olio extra vergine di oliva (Evo) - scrive Frantoio Itala -. Nell'ambito dell'olio Evo, il 54,4% (107.334 tonnellate) è di origine italiana e il 38,4% è di origine Ue. Marginali gli stock di olio extra Ue (8.273 tonnellate) e di oli blend (5.804 tonnellate)".

La quota di olio Evo di produzione italiana in giacenza sul territorio nazionale sopra riportata è maggiore del 87,6% rispetto al 31 agosto del 2019, quando erano in giacenza solo 57.210 tonnellate.

A fronte di questi numeri, e con il timore che la nuova campagna olivicolo olearia ormai alle porte possa nuovamente deprimere i prezzi, le organizzazione agricole lanciano le loro proposte per invitare Governo e Regioni a tentare di mettere in campo misure per evitare il peggio, visto che alla Borsa merci di Bari l'8 settembre scorso l'olio Evo di prima qualità, con acidità non superiore allo 0,4%, non è riuscito ancora a superare i 3,90 euro al chilogrammo sui valori massimi ed i 3,70 sui minimi.
 

Confagricoltura, asta indigenti solo per olio 100% italiano

Confagricoltura ad i suoi massimi livelli propende per un nuovo intervento sul mercato dell'olio da parte di Agea: "Occorre sostenere il settore - afferma il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti - dando un segnale anche con un opportuno utilizzo del fondo emergenza alimentare sugli indigenti per eliminare ulteriore prodotto dal mercato. Per questo abbiamo chiesto al Mipaaf di emanare il bando 2020 restringendo al solo prodotto 100% italiano, a differenza del precedente, aperto a quello di origine comunitaria".
 

Coldiretti Puglia, attivare misura 21 del Psr

Durissima la situazione in Puglia, la maggiore regione olivicolo olearia della penisola. Qui sono in giacenza 91.147 tonnellate di oli di oliva, oltre il 33% del totale nazionale, di cui 68.471 tonnellate sono di olio Evo. E Coldiretti chiede invece che per il comparto si attivi subito la misura 21 del Programma di sviluppo rurale Puglia 2014-2020 per l'emergenza Covid-19.

"Serve una stretta per attivare il piano straordinario per l'emergenza Covid nelle campagne in Puglia con un contributo forfettario fino a 7mila euro per agricoltore e 50mila euro per le piccole medie imprese agroalimentari" ribadisce il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia. Il tutto per tutelare l'immenso patrimonio della filiera olivicola pugliese che vale 600 milioni di euro perché il settore ha registrato una perdita di fatturato tangibile soprattutto nel mese di aprile.

"In Puglia la misura 21 vale 32 milioni di euro, pari al 2% dell'intero ammontare del Psr Puglia 2014-2020, di risorse non ancora impegnate - incalza il presidente Muraglia - da destinare ai settori che maggiormente hanno risentito della crisi, dall'agriturismo, al vitivinicolo, dal florovivaismo al lattiero-caseario all'olio".