Arriva il via libera alla vendemmia verde. Con l'intesa in Conferenza Stato Regioni sul decreto del ministero delle Politiche agricole, da adottare di concerto con il ministero dell'Economia, si parte con un investimento pari a 100 milioni di euro per attivare la campagna 2020-2021. Con l'intervento, molto atteso dalla filiera vitivinicola - che si aggiunge alla misura sulla distillazione di crisi del vino - si punta a dare risposte concrete a un settore duramente colpito dall'emergenza Covid-19, soprattutto per il blocco del canale Horeca. (hotel, ristoranti, bar e locali). Il provvedimento è il primo dei decreti attuativi della legge sul Rilancio e punta alla riduzione o alla non raccolta dei grappoli prima che siano giunti a maturazione.

La riduzione volontaria della produzione di uve destinate a vini a denominazione di origine ed a indicazione geografica - spiega la ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova - "oltre ad avere come obiettivo il riequilibrio di un mercato in difficoltà, punta a migliorare la qualità del nostro vino, per renderlo più competitivo su di un mercato che purtroppo sarà in sofferenza anche il prossimo anno".
"Con le risorse messe a disposizione puntiamo a coinvolgere una superficie di circa 140mila ettari, vale a dire il 40% della superficie viticola italiana - prosegue Teresa Bellanova - destinata a vini di qualità e a ridurre mediamente di 3 milioni di quintali l'uva destinata alla vinificazione della prossima campagna, cui corrispondono circa 2 milioni di quintali di vino".

I produttori che vorranno aderire avranno a disposizione un modello di domanda estremamente semplificato e pre-compilato, in cui saranno quantificati gli obiettivi produttivi che ogni azienda dovrà raggiungere per ottenere il premio previsto. La misura, alla quale i produttori potranno aderire su base volontaria entro il 31 luglio prossimo, consiste nella rimozione parziale dei grappoli non ancora giunti a maturazione o nella mancata raccolta di una parte di questi. La riduzione della produzione delle uve destinate a vini Dop e Igp non può essere inferiore al 15% rispetto alla resa media aziendale regionale. Gli importi massimi sono per ettaro 500 euro per uve destinate a vini Igt; 800 euro per uve destinate a vini Doc; 1.100 euro per uve destinate a vini Docg.

"Quello che dobbiamo fare - ha osservato ancora la ministra Bellanova - è restituire forza a una filiera strategica come quella vitivinicola. Inutile girarci intorno: il settore vitivinicolo sta vivendo una crisi particolare, impensabile solo pochi mesi fa, causa l'emergenza Covid, la chiusura dei canali Horeca., il rallentamento delle esportazioni. Abbiamo bisogno di coniugare misure straordinarie per la ripartenza a un lavoro di rafforzamento e ottimizzazione degli strumenti in parte esistenti per garantire una maggiore solidità della filiera, anche nel lungo periodo. Sapendo che dobbiamo individuarne anche di nuovi, sul versante della promozione e del sostegno all'export, e che su questo il confronto con il settore è fondamentale".