Un'ampia ed interessante panoramica sulle principali misure previste per l'agricoltura nei prossimi mesi a livello nazionale e comunitario, spaziando dai provvedimenti del decreto Rilancio agli aiuti messi a regime per le filiere (grano duro, mais, soia, legumi), agli interventi della Pac per contrastare gli effetti del Covid-19. E contemporaneamente, un'analisi chiara e dettagliata sul processo di riforma della Politica agricola comune con un focus sulla nuova Pac post 2020, il regolamento transitorio 2021-2022, le fasi programmate fino al 2027 e il Quadro finanziario pluriennale Ue 2021-2027.

Questi i binari sui quali si è mosso il webinar "Tra Pac e Covid: il sostegno all'agricoltura nei prossimi mesi ed anni" promosso da ConsulenzaAgricola. A guidare giornalisti, agronomi ed operatori in questa materia così importante per il settore primario Angelo Frascarelli, docente di Politica agroalimentare all'Università degli studi di Perugia.

In un anno particolarmente difficile, tra l'emergenza coronavirus e le calamità climatiche, l'agricoltura sta tentando di tornare alla normalità. Un obiettivo impegnativo che può essere favorito dalle misure messe in campo a vari livelli per il settore. A questo proposito, quali sono i principali provvedimenti messi in campo dal Governo?


Il decreto Rilancio è legge

Particolarmente importante in questo senso la recente conversione in legge del decreto Rilancio (legge n. 77 approvato il 17 luglio 2020), che porta in dote 1.196 milioni di euro ripartiti tra varie politiche. La maggior parte delle risorse, circa 426 milioni di euro, sono destinate all'esonero dal primo gennaio al 30 giugno 2020 del versamento dei contributi previdenziali per le imprese maggiormente colpite dal Covid-19, ovvero quelle del settore agrituristico, apistico, brassicolo, cerealicolo, florovivaistico, vitivinicolo, zootecnico, dell'ippicoltura, della pesca e dell'acquacoltura.

Un'altra misura riguarda il sostegno al settore zootecnico con una dotazione di 90 milioni di euro, di cui 65 milioni per le filiere suinicola, ovicaprina, cunicola, del latte bufalino e del vitello da carne e 25 milioni per gli ammassi del vitello da carne e dei prosciutti Dop. Uno stanziamento di 30 milioni di euro è poi  indirizzato all'incremento della dotazione dell'Ismea per la concessione di prestiti cambiari alla luce delle numerose domande registrate nell'ultimo periodo da parte delle imprese. Altri 30 milioni aumentano le risorse del Fondo di solidarietà nazionale per i danni provocati dalla cimice asiatica, aggiungendosi ai 40 milioni previsti dalla Finanziaria 2020. Un milione di euro viene invece messo sul piatto come contributo alle imprese a fondo perduto, nel limite massimo di 100mila euro, per il finanziamento di iniziative per l'agricoltura di precisione e la tracciabilità dei prodotti attraverso la tecnologia blockchain. Per le aziende danneggiate dalle gelate arrivano 10 milioni di euro, che aumenteranno la dotazione del Fondo di solidarietà nazionale.
 


100 milioni per la vendemmia parziale verde

Un altro provvedimento del decreto Rilancio riguarda il contenimento della produzione e il miglioramento della qualità dei vini; tenendo conto che il settore vitivinicolo è uno dei più colpiti dall'emergenza virus, con una forte diminuzione della domanda, il Governo ha stanziato 100 milioni di euro per la vendemmia verde parziale da realizzare nella campagna corrente in misura non inferiore al 15% rispetto alla media produttiva degli ultimi cinque anni. Le risorse sono destinate alle imprese vitivinicole che si impegnano alla riduzione volontaria della produzione di uve per l'ottenimento di vini a denominazione di origine e ad indicazione geografica. La circolare Agea del 23 luglio 2020 afferma che la misura si applica a tutta la superficie vitata dell'impresa indicata nel fascicolo aziendale 2020. Le domande scadono il 31 luglio prossimo ed i premi ammontano a 500 euro ad ettaro per le uve destinate ai vini Igt, 800 euro per quelle indirizzate alla produzione di vini a Denominazione di origine controllata (Doc), 1.100 euro infine per le uve destinate ad essere utilizzate per produrre vini a Denominazione di origine controllata garantita (Docg). Il pagamento dell'aiuto è previsto entro il 31 dicembre 2020.

Tra le altre disposizioni che interessano direttamente il settore agricolo, particolarmente rilevante l'assegnazione di nuovi fondi per le garanzie Ismea. Si tratta di ulteriori 250 milioni di euro indirizzati ad aumentare le risorse da assegnare alla fornitura delle garanzie prestate per finanziamenti rivolti ad aziende del settore agricolo, agroalimentare e della pesca. Inoltre, vengono stanziati 250 milioni per la concessione di derrate alimentari agli indigenti e 10 milioni per finanziamenti a tasso zero a consorzi di bonifica ed enti irrigui.

Il decreto Rilancio prevede poi la sospensione dei termini delle procedure di abilitazione di fitofarmaci e macchine irroratrici, istituisce il "Sistema di qualità nazionale per il benessere animale" e introduce un provvedimento per la sostenibilità della produzione vitivinicola.


Sostegno delle filiere: le novità

A questo proposito, il Governo ha istituito il Fondo filiere e il Fondo grano duro che rendono disponibili risorse già previste dalla Finanziaria 2020: in totale 29,5 milioni di euro, di cui 15 milioni per il 2020 e 14,5 milioni per il 2021. Per quanto riguarda la suddivisione delle varie specie, 11 milioni sono destinati al mais, 9 a legumi e soia, 7,5 alle carni bovine, 2 al latte bufalino. Per mais, soia e legumi, la domanda dovrà essere presentata ad Agea dal primo al 16 ottobre prossimo. L'importo dell'aiuto ammonta a 100 euro ad ettaro nei limiti dei 50 ettari coltivati e nel rispetto delle regole del de minimis.

Beneficiari del contributo le imprese agricole che coltivano queste specie e che rispettano le clausole previste dal contratto di filiera, di durata almeno triennale, sottoscritto tra aziende agricole e imprese della trasformazione e commercializzazione in forma diretta oppure attraverso cooperative, consorzi e Organizzazioni di produttori riconosciute o ancora con un centro di stoccaggio.

Nel 2020 è stato poi rifinanziato il Fondo grano duro che prevede un aiuto anche in questo caso di 100 euro ad ettaro, nei limiti dei 50 ettari coltivati e nel rispetto delle regole del de minimis (vale a dire un importo massimo di 20mila euro nell'arco di tre esercizi finanziari), nel caso di sottoscrizione di contratto di filiera triennale tra produttore agricolo e industria molitoria, tra agricoltore e industria pastaria o tra questi tre soggetti e un centro di stoccaggio. Le risorse ammontano complessivamente a 40 milioni di euro, 10 per il 2020, 10 per il 2021, 10 per il 2022 e 10 milioni retroattivi per il 2019 per finanziare le domande che all'epoca non avevano copertura.

Varchiamo ora i confini nazionali e passiamo ad analizzare le novità della Pac.

A tale proposito, occorre ricordare che attualmente è in vigore la Pac 2014-2020, in scadenza il 31 dicembre. La nuova Politica agricola comune sarebbe dovuta entrare in scena dal gennaio 2021, ma il dibattito è in ritardo e pertanto nei prossimi due anni si registrerà un periodo transitorio. La Pac post 2020 sarà quindi operativa dall'inizio del 2023 e dovrà tener conto di due importanti novità, il Green deal europeo e la strategia From farm to fork, inserita nell'ambito del Green deal. A questo proposito, diventa estremamente importante analizzare il periodo transitorio 2021-2022, che fa parte della programmazione 2021-2027 con un nuovo bilancio, il Quadro finanziario pluriennale, che dovrà essere approvato in tempo per poter impostare tutte le politiche necessarie.
 


Le tappe principali del futuro bilancio dell'Unione europea

Iniziato il 2 maggio 2018, proseguito il 31 gennaio 2020 con l'uscita del Regno Unito dalla Ue, il percorso ha poi trovato la tappa più importante nel mese di luglio e precisamente dal 17 al 21: in quei giorni, il Consiglio europeo, riunito a Bruxelles, ha preso due importanti decisioni, l'accordo sul Qfp e il piano Next generation EU, che in autunno dovranno poi passare all'esame del Parlamento europeo per l'approvazione.

L'intesa del 21 luglio prevede un importo complessivo di 1.074 miliardi di euro per il Quadro finanziario pluriennale 2021-2027, distribuiti nei sette anni, e inoltre mette in campo un Fondo per la ripresa post Covid-19 (Next generation) con una dotazione di 750 miliardi di euro, di cui 390 di sovvenzioni (82 all'Italia) e 360 di prestiti (127 all'Italia). Di questi 750 miliardi, 7,5 sono destinati alle politiche di sviluppo rurale (l'Italia potrà contare su circa 700 milioni).
Tornando al Qfp, nell'attuale programmazione alla Pac era destinato il 35,3% delle risorse del bilancio, mentre nel periodo 2021-2027 questa percentuale scende al 32%, con una diminuzione, in moneta reale, da 382 a 343 miliardi di euro. Se si valuta però la situazione a prezzi correnti, si osserva che le risorse passano da 375 a 391 miliardi, rimanendo quindi praticamente invariate.


Cosa prevede il regolamento transitorio per i prossimi due anni: quali conferme e quali novità?

Proposto il 31 ottobre 2019, questo regolamento riveste un ruolo estremamente importante e sarà approvato tra settembre e ottobre, mentre a novembre toccherà ai diversi paesi dell'Unione esprimersi in merito alle rispettive scelte e decisioni.

Per quanto riguarda i pagamenti diretti, oggi la Pac prevede il pagamento base, quello per il green, il pagamento ai giovani agricoltori, quello accoppiato e quello per i piccoli agricoltori. Questo schema sarà confermato anche per il 2021 ed il 2022, ma gli Stati membri avranno maggior margine di manovra, soprattutto nell'adeguamento dei titoli o diritti. Questi saranno prorogati anche nei prossimi due anni, ma potranno subire il meccanismo della convergenza, ovvero il singolo Stato potrà applicare ancora questo schema, sospeso dopo il 2019, provvedendo ad abbassare i titoli più alti e ad innalzare quelli più bassi. L'obiettivo è portare i sostegni di tutti gli agricoltori sugli stessi livelli.

Un'altra caratteristica del regolamento transitorio riguarda la conferma dell'attuale sostegno per il settore dell'olio di oliva, dell'ortofrutta e delle api fino al 31 dicembre 2022, mentre per il comparto vitivinicolo l'Ocm continua fino al 16 ottobre 2023.
 

E per quanto riguarda i Programmi di sviluppo rurale?

La Commissione europea ha predisposto, per il periodo transitorio, apposite norme per garantire la prosecuzione della programmazione; in sostanza, gli attuali Psr vengono prorogati fino al 31 dicembre 2022 per quanto concerne le misure mentre per le risorse si potrà attingere a quelle del Qfp 2021-2027, di cui all'accordo del 21 luglio scorso; tutto ciò sarà legato alle decisioni delle regioni che potranno assumere nuovi impegni.


Dopo il periodo transitorio, quali caratteristiche avrà la Pac?

In discussione ormai da quattro anni, la Pac post 2020 debutterà il primo gennaio 2023 con nuovi obiettivi quali ad esempio l'intenzione di assicurare il giusto reddito agli agricoltori, accrescere la competitività, ribilanciare il peso degli agricoltori nella catena del valore. Un'altra importante novità sarà il riequilibrio delle responsabilità con un ruolo più importante dei singoli Stati membri, che dovranno realizzare un piano strategico per la Pac nel quale specificare le modalità per attuare in maniera congiunta le Organizzazioni comuni di mercato, i pagamenti diretti e le politiche di sviluppo rurale. In sintesi, i tre pilastri della Pac, che verranno quindi confermati.

Per ciò che concerne i pagamenti diretti, nella nuova Pac sparirà il greening, inglobato nel pagamento di base che quindi diventa maggiore, e saranno introdotti un nuovo pagamento definito sostegno ridistributivo e il regime per il clima e l'ambiente.
Altra novità: il sostegno di base potrà essere erogato secondo due modalità, con il pagamento annuale senza titoli o con l'attribuzione sulla base dei titoli, che verranno ricalcolati nel 2023 con l'aggiunta del greening.


Il provvedimento del Green deal europeo

Presentato l'11 dicembre 2019 ed attualmente in discussione, questo documento rappresenta una sfida lanciata dalla nuova Commissione europea; si tratta di una innovativa "riforma verde" che prevede una serie di iniziative finalizzate a raggiungere la "neutralità climatica" nell'Unione europea entro il 2050, riducendo le emissioni di CO2 ed eliminando dall'atmosfera l'anidride carbonica presente.

Per raggiungere questi obiettivi saranno necessari trenta anni così da poter modificare l'attuale modello di sviluppo economico e adottarlo ad un'economia circolare. Le ragioni sottese al Green deal europeo si basano su questioni ambientali come il cambiamento climatico, la perdita della biodiversità, la riduzione dell'ozonosfera, l'inquinamento idrico, lo stress urbano, la produzione di rifiuti, solo per citare i temi principali. Alla luce di tutto ciò, i pilastri su cui si basa questo programma sono essenzialmente: energia pulita, industria sostenibile, edilizia sostenibile, mobilità sostenibile, politiche per la biodiversità, politiche specifiche per la filiera agroalimentare ("Dal produttore al consumatore"), politiche per l'eliminazione dell'inquinamento.

In questo difficile momento storico in cui il mondo agricolo sta cercando di tornare agli equilibri pre Covid-19, si registrano quindi numerose novità che possono contribuire al sostegno ed al rilancio del settore primario: da una parte le misure approvate dal Governo, dall'altra il processo di riforma della Pac attualmente in corso a livello comunitario. Gli elementi per un cauto ottimismo ci sono tutti. La speranza è che gli strumenti messi in campo vengano declinati nel migliore dei modi ed applicati in tempi rapidi per garantire la giusta ripartenza ad un comparto estremamente strategico per il nostro paese e per il suo tessuto economico.