Il prezzo del pomodoro

Al Sud la raccolta del pomodoro da industria, scrive Micaela Cappellini, su “Il Sole 24 Ore” del 6 luglio, è ormai alle porte, ma agricoltori e industrie del settore non hanno ancora trovato un punto di incontro per il nuovo contratto.
Se un'intesa non verrà raggiunta a breve, continua articolo, ogni componente della filiera dovrà andare in ordine sparso e sottostare alle leggi del libero mercato.
Questa sarebbe la prima volta nella storia del pomodoro da industria del Mezzogiorno.

Per il pomodoro da industria coltivato a Nord l'organizzazione interprofessionale di questo comparto aveva già raggiunto un accordo il 17 febbraio, segnando come prezzo di riferimento 87 euro alla tonnellata per la campagna di quest’anno.

Storicamente l’accordo per il pomodoro del Mezzogiorno viene raggiunto in tempi successivi, ma mai così lunghi come per questa campagna.
Si attende in ogni caso la fissazione di un prezzo più elevato di quello per il pomodoro del Nord, anche in considerazione dei maggiori costi nel Mezzogiorno e della consapevolezza che nei magazzini non sono presenti giacenze.
 

Soldi per le macchine

Imprese agricole e società, anche cooperative, potranno avere sino a 60mila euro di incentivi per l'acquisto di macchinari agricoli.
Lo si apprende da “Italia Oggi” del 7 luglio, che descrive l’iniziativa dell’Inail, finalizzata a promuovere l'acquisto di nuovi macchinari e attrezzature che siano caratterizzate da soluzioni innovative per abbattere l'inquinamento, la rumorosità e il rischio infortunistico.

Le risorse messe a disposizione di questo progetto prevedono che 12 milioni di euro siano riservati agli imprenditori giovani, anche in forma societaria.
Dal 15 luglio si apre la procedura informatica per la compilazione delle domande, che sarà possibile fare sino al 24 settembre.


Il grande fratello agricolo

Satelliti e applicazioni geo-spaziali, un piano straordinario di manutenzione dei canali irrigui, un piano decennale per la tutela dei boschi.
E poi un’estensione a largo raggio dell’istituto della diffida per le violazioni alle norme agroalimentari.

Sono alcune delle novità richiamate dal decreto legge “Semplificazione” di interesse per il mondo agricolo e delle quali si fa cenno l’8 luglio su “Italia Oggi”.
Fra le pieghe del decreto anche una sforbiciata ai lacci che limitano la produzione di mosti, liquori, spumanti, alcolici e succhi di frutta.

Il decreto, si legge ancora, istituisce un nuovo sistema unico di identificazione delle parcelle agricole.
L’obiettivo è quello di facilitare gli adempimenti che i produttori agricoli devono assolvere per essere in regola con le varie norme europee e nazionali.

Ora ogni superficie sarà verificata attraverso l’identificazione georeferenziale e andrà ad aggiornare il fascicolo aziendale.
Ma non si partirà subito. Il dicastero agricolo avrà tempo due mesi per passare alla fase operativa.

Sale a sei mesi il lasso di tempo per elaborare un programma straordinario di “manutenzione” del territorio, e delle foreste in particolare, che sia in sintonia con il “Green New Deal” europeo.
 

Il Mercosur spaventa l’ambiente

Non si sono ancora del tutto spente le critiche agli accordi commerciali fra Unione europea e Canada, che già si pensa a quelle con il Mercosur, sigla che comprende alcuni Stati dell’America del Sud: Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay e Venezuela.

Questa volta però il motivo del contendere non è quello “solito”, ovvero delle conseguenze sul mercato interno, il timore per la concorrenza del prodotto di importazione o l’impatto sui prezzi di mercato.
Armi spuntate per contestare questi accordi.

Meglio puntare su argomenti più attuali ed ecco che l’attenzione si sposta sull’ambiente.
Perché questi accordi, sostengono quanti vorrebbero cancellarli, nuocciono gravemente all’ambiente.
Il perché lo spiega “Il Manifesto” del 9 luglio, affermando che in conseguenza di queste intese commerciali si avrà un aumento dei trasporti di carne, pollame, soia, latte, etanolo, con un incremento del 34% dell’emissione di gas climalteranti.
Ecco, più delle conseguenze sul mercato, poté l’impatto climatico.
 

Tanti soldi

Sono quelli promessi all’agricoltura e che ci si augura giungano a destinazione in tempo utile.
Se ne parla su “Il Sole 24 Ore” del 10 luglio che riporta le conclusioni del meeting (ovviamente in digitale) Food & And Made in Italy, organizzato dallo stesso quotidiano di Confindustria.

Nel suo intervento a distanza, la ministro per le Politiche agricole, Teresa Bellanova, ha ricordato che fra decreto Liquidità e decreto Rilancio sono stati messi a disposizione del settore 1,15 miliardi di euro.
Per l’esenzione dal pagamento dei contributi sono andati 430 milioni di euro, in gran parte per il settore zootecnico e florovivaistico.
Altri 350 milioni sono stati messi a disposizione da Ismea per garantire liquidità alle imprese.
Sono 300 poi i milioni indirizzati al fondo indigenti per l’acquisto esclusivo di prodotti made in Italy.
Altri stanziamenti, ha ricordato Bellanova, sono andati alla pesca, alla lotta alla cimice asiatica e ai Consorzi di bonifica.

Di aiuti al settore agricolo si è parlato anche nella recente sessione della Conferenza stato-regioni, della quale riferisce, sempre il 10 luglio, “Italia Oggi”.
Per il vino c’è il via libera al decreto che destina 100 milioni alla riduzione volontaria della produzione di vini Igp.
Per il settore delle carni sono previsti 90 milioni di euro da suddividere nelle varie filiere in crisi, così 65 milioni andranno a suini, conigli e ovicaprini.
Ai vitelli sono destinati 15 milioni e altri 10 milioni ai prosciutti.
 

i soldi delle Regioni

In questi giorni Bruxelles ha introdotto una nuova misura aggiuntiva al regolamento dei Psr (programmi di sviluppo rurale) per dare liquidità al mondo agroalimentare, agricoltori compresi.
A questi ultimi l’importo massimo è fissato in settemila euro, purché la domanda di sostegno sia stata accettata entro la fine dell’anno.

Per dare attuazione al regolamento si passa dalle Regioni e “Il Sole 24 Ore” dell’11 luglio riporta una sintesi degli interventi decisi da alcune di queste.
Si apprende così che il Piemonte ha già emanato delibere e bandi per 76 milioni di euro, 2,5 dei quali destinati ai giovani agricoltori.
Arriva a 165,5 milioni l’importo messo a disposizione dal Veneto, con un’attenzione particolare ai settori più colpiti, come agriturismo e zootecnia.
In Toscana sono state aumentate le “misure di superficie”, destinando al settore ovicaprino 1,2 milioni e 2,43 milioni a quello florovivaistico.
Infine la Campania, che stanzia 45 milioni a fondo perduto per le imprese agricole, ai quali si aggiungono 29 milioni per gli allevamenti di bufale e per il comparto florovivaistico.
L’importo massimo una tantum è di duemila euro ed è riservato agli imprenditori che decidono di assumere manodopera.


I soldi per acqua e vino

Critica la posizione di Uiv, l’Unione italiana vini, sugli interventi destinati al settore enologico.
Bocciati i sostegni per la “vendemmia verde”, perché pochi i denari messi a disposizione e scarsi gli effetti.
Meglio puntare altrove. Lo afferma dalle pagine di “Libero” in edicola il 12 luglio lo stesso presidente di Uiv, Ernesto Abbona, che nei giorni scorsi ha presentato alle istituzioni le richieste del settore per uscire dalla fase di emergenza.

Fra queste una minore promozione verso la Gdo (distribuzione organizzata) e più comunicazione e poi aumento a 150 milioni dei fondi Ocm promozione per il prossimo triennio.
Infine il coinvolgimento dei produttori nella gestione dei fondi con l’istituzione di un “tavolo vino”.
Istanze, conclude l’articolo, che le istituzioni sembrano accogliere con favore.

Non si parla di vino, ma di acqua nell’articolo che sempre il 12 luglio “Il Sole 24 Ore” dedica al tema della siccità, ricordando che all’appello mancano oltre 23 miliardi di metri cubi di acqua, tanta quanta contenuta nel lago di Como.

L’emergenza Covid ha messo in secondo piano il progetto per il risparmio idrico, ma entro la fine dell’anno il ministero per le Politiche agricole promette di sbloccare finanziamenti per 490 milioni.
Molto potranno fare in campo agricolo le nuove tecnologie per il risparmio idrico e Riccardo Valentini, dell’Università della Tuscia, ricorda che in alcuni casi si può arrivare a ridurre della metà l’impiego di acqua.
"Di cosa parlano i giornali quando scrivono di agricoltura?"

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