Frumento duro, le prime stime sulla mietitura 2020 in Italia di parte industriale e parte agricola sono molto divergenti: secondo Italmopa-Associazione industriali mugnai d'Italia (Federalimentare-Confindustria) si registrerebbe una perdita secca del 2,5% rispetto allo scorso anno, mentre secondo l'Ufficio studi di Confagricoltura, citato da Confagricoltura Puglia, in una nota ufficiale, la produzione sarebbe addirittura aumentata del 25% rispetto al 2019. Due dati che non mancheranno di far discutere. E non c'è accordo neppure sulle perdite della campagna pugliese, attestate ad un quarto sullo scorso anno secondo Italmopa, e meno gravi del previsto secondo Confagricoltura.
 

Italmopa, grano duro raccolto in Italia a 3,9 milioni di tonnellate

"Nonostante l'incremento delle superfici, la produzione nazionale di frumento duro avrebbe registrato nel 2020 un volume produttivo di circa 3,9 milioni di tonnellate, in contrazione del 2,5% rispetto alla produzione 2019 stimata in circa 4 milioni di tonnellate, a fronte di un fabbisogno dell'Industria molitoria superiore a 5,8 milioni di tonnellateesordisce la nota di Italmopa, dove si precisa che si tratta di "dati ancora provvisori".

"La riduzione della produzione nazionale è ascrivibile, in larga misura, alla contrazione del 25% della produzione della Regione Puglia causata dall'anomalo andamento climatico. Ciononostante la Puglia, con una produzione di circa 760mila tonnellate di frumento duro, si conferma la principale area produttiva del paese, precedendo la Sicilia, le Marche e l'Emilia Romagna" continua la nota di Italmopa.

"E' comunque opportuno evidenziare che la produzione nazionale di frumento duro non è destinata interamente all'Industria molitoria - sottolinea Cosimo De Sortis, presidente Italmopa - annualmente, almeno 300mila tonnellate sono destinate all'export, alla produzione di sementi o declassate ad altri usi. Questo elemento riduce l'effettiva disponibilità di materia prima nazionale e incrementa, inevitabilmente, le previsioni di import per il 2020 ad almeno il 40% del fabbisogno".

"Per quanto concerne l'aspetto qualitativo" prosegue Francesco Divella, presidente della sezione Molini a frumento duro Italmopa "registriamo nelle Regioni Sicilia e Puglia un incremento di circa 1 punto percentuale del tenore in proteine del grano duro, tradizionalmente considerato il principale parametro qualitativo, mentre nelle altre principali regioni produttrici la situazione appare, sotto questo aspetto, meno favorevole ma comunque complessivamente soddisfacente".
 

Confagricoltura, grano duro raccolto in Italia a 5 milioni di tonnellate

"La produzione stimata per il 2020 di grano duro nazionale, produzione che avviene per la maggior parte in Puglia, è di oltre 5 milioni di tonnellate" afferma il presidente di Confagricoltura Puglia Luca Lazzàro, che stila un primo bilancio della raccolta del grano sulla base dei dati elaborati dal Centro studi dell'organizzazione. "Le piogge dei mesi scorsi - prosegue - hanno dunque fatto rivedere al rialzo le stime di produzione di grano, tuttavia si registrano perdite a macchia di leopardo in alcune zone tra il 20 e il 30%". Lazzàro non lo dice, ma il dato nazionale fornito da Confagricoltura è maggiore di un milione di tonnellate rispetto al raccolto di grano duro 2019, ben il 25% in più.

Confagricoltura Puglia valuta poi positivamente il mercato del frumento duro nella campagna di commercializzazione 2019-2020.

"Positivo l'aumento dei consumi di prodotti alimentari derivati dal grano - spiega Lazzàro - dopo un periodo in cui le farine di grano sono state quasi demonizzate. Quello che ci preoccupa invece è il forte balzo delle importazioni, a volte ingiustificabile vista la buona qualità e la discreta quantità delle produzioni pugliesi". Confagricoltura Puglia, confrontando i valori delle importazioni di frumento duro, tra il previsionale della campagna attuale ed il bilancio della scorsa campagna, evidenzia un aumento dei valori per il 2020-2021 che si attestano a quasi 1,8 milioni di tonnellate.

"Questi primi dati - conclude il presidente di Confagricoltura Puglia - elaborati dal nostro Centro studi su informazioni provenienti da una campagna che si è appena conclusa, confermano una tendenza: produrre grano duro può significare in aree quali il Leccese, il Tarantino il Brindisino, l'arco ionico meridionale un'alternativa al dissesto e all'abbandono dei terreni colpiti dalla Xylella. Una riconversione, che garantirebbe una discreta redditività alle aziende".