Il 29 giugno scorso la quarta Commissione attività produttive del Consiglio regionale della Puglia, presieduta dal consigliere Donato Pentassuglia, ha sentito il direttore generale del Dipartimento agricoltura di Regione Puglia Gianluca Nardone sulle vicende che riguardano il Programma di sviluppo rurale Puglia 2014-2020.

E salta fuori che con il carico di sentenze avverse del Tribunale amministrativo regionale della Puglia, c'è il rischio che tra sei mesi parte dei fondi europei vadano a disimpegno automatico. Ma rispunta anche la possibilità di chiedere un'altra deroga grazie al Covid-19 e proprio al protrarsi delle vicende giudiziarie.

Nardone ha spiegato che al 30 giugno erano in scadenza le domande relative alle misure connesse alle superfici e agli animali e quell'obiettivo è stato raggiunto.

Il direttore del Dipartimento agricoltura ha ripercorso i motivi per i quali su alcune misure a investimento esistono delle difficoltà, anche a seguito delle sentenze del Tar.

Il Tar Puglia ha annullato le graduatorie delle misure 4.1a (investimenti nelle aziende agricole) e 6.1 (pacchetto giovani) oltre alla decreto che posticipava il controllo del Documento unico di regolarità contributiva.

Nardone ha stimato che a fine anno la Puglia potrebbe subire il definanziamento di circa 50 milioni di euro del Fondo europeo per l'agricoltura e lo sviluppo rurale destinato al Psr Puglia 2014-2020, quelli che rischiano di non essere spesi.

Ad ogni buon conto l'8 luglio è in programma il confronto con la Commissione Ue per discutere dello stato di avanzamento del Psr, ed è possibile che - a fronte della situazione straordinaria (l'intervento del Tar e l'emergenza Covid) - la Puglia possa ottenere una ulteriore deroga così da spostare in avanti il termine per l'utilizzo dei fondi. C'è però il problema delle graduatorie.

Nardone ha riconosciuto che "non si può escludere" la possibilità di altre sentenze sfavorevoli, a partire da quella sulla graduatoria della misura 6.4 (gli agriturismi) che presenta gli stessi problemi delle altre due. Nel tentativo di far cadere l'interesse di chi ha impugnato la Regione ha dato corso allo scorrimento integrale della graduatoria, finanziando tutti.

Sulla misura 4.1a, la nuova graduatoria dovrebbe essere pronta a breve, come per altro previsto sin dai primi di giugno. Per la 6.1, la nuova graduatoria dovrebbe essere pronta entro settembre: in questo caso il riesame delle domande ha portato già ad escludere 500 aziende sulle 2mila finora ricontrollate. Per la 6.1, le domande da riesaminare sono circa 5mila. Tutto fermo, invece, per la questione dei Durc: qui la Regione presenterà ricorso al Consiglio di Stato.

"Il nostro obiettivo è quello di ristabilire quanto prima il diritto ad ottenere un beneficio per gli agricoltori" ha detto Nardone.
Il consigliere ed ex assessore alle Politiche agroalimentari Leonardo di Gioia ha contestato quanto detto da Nardone sottolineando che "al momento vista la situazione di contenziosi, se la Regione continua a dare soldi, lo fa con procedure scorrette ed anche l'idea di ricorrere al Consiglio di Stato è solo un modo per prendere tempo in attesa del voto".