Come si diceva la scorsa settimana il cibo è il petrolio del futuro. E vi sono paesi che vogliono giocare nella scacchiera mondiale il ruolo di superpower.

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Degli Stati Uniti e del Brasile sappiamo da tempo – nei decenni più recenti si sono proposti altri paesi come la Russia e l'Ucraina, per il futuro grandi possibilità si profilano per alcuni paesi africani. Anche all'interno dell'Unione europea alcuni paesi diventano sempre più importanti dal punto di vista agricolo: è il caso per esempio della Polonia, ma anche tutto sommato anche della Romania.
Qui il cambiamento climatico gioca un ruolo positivo, rendendo adatti alle colture (il grano per la Russia, le mele e gli ortaggi per la Polonia) terreni che prima non lo erano. Nelle sterminate lande siberiane il permafrost, lo strato di terreno perennemente ghiacciato, si sposta più a Nord lasciando enormi distese di terre fertili.

Nelle scorse settimane, il Governo russo ha dato inizio alla nuova strategia per lo sviluppo agricolo e della pesca valida fino al 2030.
L'obiettivo è molto chiaro. Nel settore agribusiness si vuole passare da 25.5 miliardi di dollari Usa di esportazioni a oltre 45 miliardi di dollari nel 2030. Nella prima fase della strategia al 2024 si programma un aumento delle esportazioni di cereali da 7,9 miliardi di dollari (2019) a 11 miliardi (2024).
Anche l'Ucraina ha numeri di produzione ed esportazione spettacolari per il grano (15,5 milioni di tonnellate di esportazioni) o il mais (14,5 milioni tonnellate) ma anche per le carni avicole (l'Ucraina è oramai leader nelle esportazione verso l'Ue) o tanti altri prodotti (tenete d'occhio per esempio la canapa).

E l'Italia? Noi diciamo: "small is beautiful" (piccolo è bello).