Il "Piano straordinario per la rigenerazione olivicola della Puglia" - valore 300 milioni di euro - contenuto nel Decreto interministeriale dei dicasteri alle Politiche agricole, Sviluppo economico e per il Sud n. 2484, del 6 marzo 2020, è già efficace a tutti gli effetti di legge, ancorché privo della bollinatura e della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Visto che il 17 aprile scorso il provvedimento è stato comunque "ammesso alla registrazione alla Corte dei Conti" con il n.188.

E arrivano anche, puntuali, le richieste delle organizzazioni agricole pugliesi. Perché il momento di iniziare a spendere è infine giunto: per consentire alle imprese agricole travolte dalla Xylella fastidiosa nel Salento, nella zona infetta non soggetta alle misure di contenimento, di tornare ad investire e produrre. Ma sembra già prefigurarsi all'orizzonte la necessità di rimodulare il piano di riparto tra le misure del Piano straordinario.

Il 27 maggio secondo Coldiretti è "al via il percorso tra Regione Puglia e ministero delle Politiche agricole – secondo quanto riferito dal direttore dell’assessorato all’Agricoltura regionale Gianluca Nardone alla giunta di Coldiretti Puglia - per usare i 20 milioni di euro della misura della diversificazione del Piano per la Rigenerazione del Salento per finanziare la sottomisura 4.1.c del Programma di sviluppo rurale Puglia 2014-2020 per investimenti per la redditività, la competitività e la sostenibilità delle aziende olivicole della zona infetta colpita dalla Xylella".

Passano i giorni e non si hanno notizie, poi il 3 giugno Confagricoltura Puglia comunica: "Centinaia di Pec sono state inviate nelle scorse ore da altrettanti imprenditori agricoli alla ministra Teresa Bellanova per il trasferimento di risorse dal Piano di rigenerazione sulla Misura 4.1.c."

"Più volte, e anche di recente, abbiamo sollecitato sul tema la Regione con l'obiettivo di alleviare lo smisurato peso economico della Xylella sulle imprese agricole. La situazione, aggravata anche dall'emergenza coronavirus è delicatissima" precisano Luca Lazzàro, presidente Confagricoltura Puglia, e Pantaleo Greco, presidente della Federazione olivicola di Confagricoltura.

"Chiediamo – dicono - di destinare parte delle risorse del Piano al rafforzamento della dotazione finanziaria della misura 4.1.c. del PSR Puglia per consentire un completo scorrimento della graduatoria già disponibile".

La misura 4.1.C è la misura destinata al "Sostegno per investimenti per la redditività, la competitività e la sostenibilità delle aziende olivicole della zona infetta colpite dalla Xylella".

E con la Determina dell’Autorità di Gestione del 8 marzo 2019 n. 37 risulta che sono state presentate 777 domande ammissibili con un fabbisogno finanziario di oltre 105, 4 milioni di euro mentre le risorse finanziarie disponibili per l'avviso sono pari a 32 milioni euro; inoltre, delle 777 domande presentate sono state ammesse a finanziamento solo le prime 270. Resterebbero da pagare oltre 73,4 milioni.

Ma sulle due distinte misure di finanziamento dei reimpianti di olivi resilienti alla Xylella e di riconversione ad altre colture, contenute nel Piano straordinario, vi sono complessivamente solo 65 milioni sul biennio 2020-2021. Si tratterebbe quindi di spostare risorse per oltre 8,5 milioni da altre misure del Piano straordinario, ma Confagricoltura non specifica in quali.

"La misura del Psr – rilevano Lazzàro e Greco - è, per fortuna, priva di qualsiasi problematica giuridico-amministrativa; presenta domande già cantierabili; consentirebbe una rapida iniezione di liquidità per aziende ormai al collasso da anni che hanno già iniziato, quasi eroicamente, ad investire per cercare di ricostruire un comprensorio devastato".

Durante una riunione tenutasi il 29 maggio scorso sul Piano straordinario per la rigenerazione olivicola della Puglia convocato dalla Regione è emersa un’altra criticità: a oggi, l’annualità 2016 del Psr sulla misura 4.1.c non può essere presa in considerazione per gli indennizzi. Perché i regolamenti comunitari prevedono che le istanze possono essere pagate entro tre anni dalla presentazione della domanda. 

"La questione - concludono il presidente di Confagricoltura Puglia e il presidente della Federazione olivicola di Confagricoltura - ci impensierisce, tuttavia abbiamo registrato la volontà da parte della Regione di superare il problema e recuperare anche l’annualità 2016".