"La strategia Farm to fork, inserita nel più ampio progetto del Green deal della Commissione presieduta da Ursula von der Leyen, non va contro la competitività degli agricoltori". Doverosa precisazione del commissario all'Agricoltura, Janusz Wojciechowski, intervenendo ad un webinar con alcuni giornalisti europei, nel corso del quale lo stesso commissario ha smentito che la sua assenza pochi giorni prima alla conferenza di presentazione fosse collegata a un dissenso nei confronti del New green deal.

A causa della pandemia Covid-19, è slittata in avanti di due mesi la comunicazione del progetto finalizzato a ridurre entro il 2030 (mancano dieci anni!) del 50% l'utilizzo degli agrofarmaci nei campi e del 20% l'impiego dei fertilizzanti; implementare la coltivazione biologica fino al 25% dei terreni coltivabili; trasformare il 10% delle terre agricole comunitarie in elementi del paesaggio collegati tra loro; istituire aree protette sul 30% delle terre e dei mari dell'Ue (con il 10% di queste sottoposte a vincoli stringenti, come il divieto di pesca); piantare 3 miliardi di alberi; dimezzare le vendite di antibiotici negli allevamenti e negli impianti di acquacoltura; eliminare le barriere artificiali da 25mila chilometri di fiumi.

"È necessario che il modello produttivo si converta in direzione della sostenibilità, per attuare un approccio più eco-friendly e più equo del sistema agroalimentare", ha raccomandato il commissario alla Salute, Stella Kyriakides.

In tutto questo, come si inserirà la Politica agricola comune, in questa fase alle prese con la riforma 2021-2027, la cui entrata in vigore è anch'essa slittata al 2023, e il cui negoziato appare procedere a rilento?

A fugare timori di cannibalizzazione delle risorse ci ha pensato la stessa Commissione europea, che qualche giorno fa ha presentato il nuovo bilancio pluriennale dell'Ue, che prevede una riduzione dei tagli alla Pac proposti dalla Commissione Juncker, nel 2018. Rispetto a quella bozza, la dotazione per la Politica agricola comune aumenta di circa 24 miliardi, da 324 a 348 miliardi. La spesa per il Feasr (Fondo europeo per lo sviluppo rurale) sale di circa 5 miliardi, mentre quella per gli aiuti diretti cresce di 4 miliardi.
Vengono quasi azzerati i tagli del 2018, grazie all'erogazione supplementare di 15 miliardi prevista dal recovery fund per lo sviluppo rurale nel periodo 2021-2017, passando così da 70 a 90 miliardi a prezzi 2018 (per il 2014-2020 siamo a 96 miliardi) e quella per i pagamenti diretti da 254 a 258 miliardi (286 miliardi nel 2014-2020).

Una proposta che ha incontrato il plauso anche di Paolo De Castro, primo relatore della Pac in Commissione Agricoltura al Parlamento europeo.

Tuttavia, rispetto al rapporto fra Politica agricola comune e Farm to fork strategy, rimangono da risolvere alcuni aspetti di incertezza, legati alla burocrazia (aspetto ampiamente noto agli agricoltori), a obblighi e prescrizioni in direzione "eco-sostenibile", per usare un termine onnicomprensivo.
E in questo senso la risposta che il commissario all'Agricoltura Wojciechowski dà alla stampa non sgombra completamente il campo dal sospetto che sugli agricoltori graverà il peso di "inviti" più o meno obbligatori in direzione della sostenibilità.

"La sfida ambientale di oggi - ha detto il commissario Ue all'Agricoltura - significa ridurre in modo significativo l'uso e i rischi dei prodotti chimici per la protezione delle piante, nonché l'uso di fertilizzanti e antibiotici, aumentando allo stesso tempo l'area dell'agricoltura biologica. Gli obiettivi dell'Ue non prescrivono cosa devono fare gli agricoltori e non aumenteranno la burocrazia per gli agricoltori. La Commissione sarà chiamata a ridurre i ritardi nell'approvazione degli agrofarmaci, rivedere la legislazione sull'uso sostenibile degli agrofarmaci e investire maggiormente nello sviluppo di alternative per la protezione delle colture e pratiche agricole alternative, come l'agricoltura di precisione, l'agro-ecologia, l'agro-silvicoltura e la coltivazione biologica. E gli obiettivi guideranno il lavoro della Commissione sulla gestione dei nutrienti e lo sviluppo di uno strumento di gestione dei nutrienti per aiutare gli agricoltori".

Inoltre, ha aggiunto il commissario Wojciechowski, "gli obiettivi promuoveranno le misure proposte dagli Stati membri nel loro piano strategico della Pac, al fine di garantire che tali piani contengano misure volte a incoraggiare gli agricoltori a ridurre l'uso di prodotti fitosanitari e ottimizzare l'uso di sostanze nutritive".

La sfida ambientale di oggi significa ridurre in modo significativo l'uso e i rischi dei prodotti chimici per la protezione delle piante, nonché l'uso di fertilizzanti e antibiotici, aumentando allo stesso tempo l'area dell'agricoltura biologica.
La Pac, dunque, "ha tutto il potenziale per soddisfare gli ambiziosi progetti del Green deal e continuerà a fornire un forte sostegno al reddito agricolo; incoraggerà pratiche agricole sostenibili nell'ambito del Primo e del Secondo pilastro; supporterà gli agricoltori a esplorare appieno le nuove opportunità, in particolare in termini di bio-economia, economia circolare e risposte alle nuove esigenze della società e dei consumatori".
La strategia Farm to fork e la biodiversità - per il commissario all'Agricoltura - forniranno insieme alla riforma della Pac "una risposta globale alle sfide ambientali, sociali ed economiche del nostro tempo".


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Janusz Wojciechowski, commissario all'Agricoltura
Janusz Wojciechowski, commissario all'Agricoltura
(Fonte foto: Commissione Ue)