In Puglia tiene ancora banco la questione del possibile passaggio ad Acquedotto pugliese delle funzioni irrigue, che aveva creato già a fine 2018 una profonda spaccatura tra le forze politiche di maggioranza e opposizione della regione. Scatenando anche la dura reazione della Coldiretti Puglia poiché tale eventuale passaggio di funzioni aprirebbe le porte all'aumento delle tariffe del servizio irriguo per via della necessità di imporre l'Iva al 10% sull'acqua irrigua, imposta dalla quale sono esenti invece le forniture dei soli Consorzi di bonifica ai sensi del comma 27-sexies dell'articolo 10 del decreto del presidente della Repubblica del 26 ottobre 1972 n. 633.
La norma per impedire tanto sta per approdare in discussione nell'aula del Consiglio regionale.


La norma contestata

A fare paura è sempre la possibile attuazione dell'articolo 9 della legge regionale n. 1/2017, contenente norme straordinarie sui Consorzi di bonifica e che disponeva come entro il primo dicembre 2018 la Giunta regionale, verificato il rispetto dei criteri di economicità, di equilibrio finanziario, di efficienza nei servizi resi ai consorziati dalla Sezione irrigazione ed acquedotti rurali del Consorzio di bonifica Puglia Centro-Sud, avrebbe valutato il raggiungimento degli obiettivi assegnati.
Qualora la valutazione dell'attività fosse stata negativa - questo il senso della norma - la Giunta, acquisito il parere della Commissione consiliare agricoltura, avrebbe potuto procedere alla cessazione delle funzioni della Sezione irrigazione ed acquedotti rurali ed al loro trasferimento ad Aqp.

Tale evento non si è più verificato perché - ancora oggi - il Consorzio di bonifica Puglia Centro-Sud è in fase di acquisizione delle funzioni dei quattro Consorzi in via di scioglimento: Arneo, Ugento Li Foggi, Stornara e Tara e Terre d'Apulia. Non solo, si era poi arenata in Consiglio regionale, dopo l'approvazione in Commissione Agricoltura, la proposta di legge n. 1050/2018 volta ad evitare lo scippo delle funzioni irrigue ai consorzi.


La posizione della Coldiretti Puglia

"E' iscritta all'ordine del giorno in Consiglio regionale la proposta di legge regionale del consigliere regionale Donato Pentassuglia tesa proprio a scongiurare il passaggio della gestione irrigua ad Aqp. Per questo chiediamo che la norma venga subito portata in discussione per evitare l'ennesima tegola ai danni degli agricoltori pugliesi" ha dichiarato ieri, 25 maggio 2020, il presidente della Coldiretti Puglia Savino Muraglia.

La fretta della Coldiretti regionale è dettata dal timore che l'ormai prossimo scioglimento del Consiglio regionale, che in Puglia deve essere rinnovato nel prossimo autunno, possa bloccare tutto lasciando in vigore la norma sul passaggio di funzioni ad Aqp.

La Coldiretti Puglia, nel ricordare come esista una differenza sostanziale tra le posizioni debitorie dei Consorzi di bonifica commissariati - create dal commissariamento negli anni - e la gestione economica dell'acqua, sempre puntualmente pagata dagli agricoltori, sottolinea come "non è assolutamente percorribile la strada - incalza il direttore dell'organizzazione Pietro Piccioni - di ripartire le competenze della bonifica integrale tra istituzioni diverse quale il Consorzio di bonifica e l'Aqp, separando la bonifica idraulica ossia la regolazione delle acque che verrebbe affidata al consorzio, dalla gestione e utilizzazione delle stesse risorse idriche che verrebbe affidata all'Aqp".

"Si ricorda - afferma ancora Piccioni - che sul territorio spesso i canali assolvono, sia pure in tempi diversi, la duplice funzione di scolo e di adduzione a fini irrigui. L'integralità rappresenta una felice intuizione del legislatore del 1933, che viene costantemente riconosciuta come indispensabile e riproposta in tutte le regioni nelle leggi per il settore della bonifica".