Al Sud nonostante qualche piovasco occasionale, la neve e il ghiaccio di questi ultimi giorni, continua la siccità, che da invernale ora minaccia di diventare primaverile, con la conseguenza di far scattare una vera e propria emergenza irrigazione. E il primo severo segnale di allarme giunge da Foggia: qui il Consorzio per la bonifica della Capitanata ha rinviato l’avvio della stagione irrigua al 15 aprile e solo per una parte delle utenze irrigue.

“La mancanza di certezza sull’avvio dell’irrigazione, a causa della crisi idrica, in una parte del Tavoliere delle Puglie è preoccupante non solo per l’economia agricola locale, ma perché colpisce uno dei giacimenti dell’agroalimentare italiano in un momento in cui l’emergenza Covid-19 dimostra l’importanza della produzione nazionale di cibo”. 
E’ questo il commento di Francesco Vincenzi, presidente dell’Anbi, Associazione nazionale dei consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle acque irrigue, di fronte all’attuale decisione del Consorzio per la bonifica della Capitanata di rinviare l’avvio dell’irrigazione nel comprensorio del Fortore.

Questo accade perché proprio quelle utenze irrigue dipendono dalle disponibilità idriche dei bacini di Occhito e Capaccio fortemente deficitari, nonostante qualche recente pioggia, che ha ristorato le campagne senza incidere significativamente, però, sulle riserve d’acqua, che segnano nella regione un deficit di quasi 124 milioni di metri cubi rispetto allo scorso anno.

Sempre il Consorzio per la bonifica della Capitanata assicura, invece, che aprirà dal 15 aprile, l’irrigazione nel comprensorio dell’Ofanto, seppur in misura ridotta e “fino all’esaurimento delle risorse disponibili”.

I dati dell’Osservatorio Anbi sullo “Stato delle risorse idriche” segnalano che resta grave anche la situazione in Calabria. Ne è significativo esempio il bacino Sant’Anna (capacità: 16 milioni di metri cubi): a fine marzo, ci sono solo 7,59 milioni di metri cubi; erano 10,19 l’anno scorso; 12,21 nel 2017; addirittura 15,70 cioè più del doppio, nel 2010.

Le piogge dei giorni scorsi hanno alleggerito il deficit idrico in Basilicata, le cui riserve d’acqua trattenute negli invasi, a fine marzo, sono salite ad oltre 313 milioni di metri cubi (erano circa 260 milioni a fine febbraio), rimanendo, comunque, al livello più basso del recente decennio. Ad esempio, nel marzo 2019 si registravano mmc. 428,25; nel 2017, mmc. 413,53; addirittura più del doppio nel 2010, mmc. 705,10.

In Sicilia mancano attualmente all’appello circa 110 milioni di metri cubi d’acqua; nel solo mese di marzo le riserve idriche nei bacini dell’isola sono calate di quasi 7 milioni di metri cubi.

“Questi dati, registrati a marzo, preannunciano una stagione irrigua particolarmente difficile al Sud, nonostante la maggiore presenza di invasi rispetto alle regioni settentrionali – spiega Massimo Gargano, direttore generale di Anbi - È la prova, comunque, della necessità di continuare ad investire, anche al Sud, nella infrastrutturazione idraulica del territorio per aumentare la resilienza a prolungati periodi in assenza di piogge, ma anche la sicurezza idrogeologica”.

“Nonostante l’emergenza coronavirus – conclude il presidente di Anbi – i Consorzi di bonifica ed irrigazione sono impegnati a garantire, nel rispetto delle disposizioni sanitarie, le migliori condizioni per la gestione dell’irrigazione in Italia, dove la produzione di cibo è strettamente legata alla disponibilità d’acqua per le colture e l’ambiente”.