Nel Mezzogiorno d’Italia si aggrava la siccità invernale, i cui effetti rischiano di saldarsi – soprattutto sul versante adriatico - con quelli delle gelate fuori stagione. Il tutto mentre “i Consorzi di bonifica sono al lavoro per garantire l’avvio della stagione irrigua, già iniziata nelle regioni centro-meridionali" comunica l’Anbi, Associazione nazionale dei Consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle acque irrigue. Da Anbi si sottolinea come “Nelle aree irrigue si sta pertanto progressivamente procedendo ad invasare acqua nel reticolo idraulico dopo le asciutte invernali per permettere le ordinarie manutenzioni”.

Al Sud fervono in particolare i lavori di preparazione per la stagione irrigua 2020 nel Consorzio generale per la bonifica del Volturno, che dal primo aprile farà arrivare l’acqua alle manichette del comprensorio irriguo di Parete (Caserta) con la risorsa captata dal fiume Volturno. Nella stessa data sarà data acqua alle utenze irrigue del Consorzio Velia che capta fiume Alento (Salerno). E Anbi Campania segnala come l’annata irrigua “si prospetta difficile vista la siccità che ha colpito la regione dal mese di dicembre e che metterà alla prova il sistema”.
 

La mappa delle disponibilità idriche

Sul piano delle disponibilità idriche – sempre secondo Anbi - si aggrava la situazione in Sicilia: nei bacini mancano 110 milioni di metri cubi rispetto ad un anno fa (dall’inizio del mese, le riserve sono calate di ben 37 milioni di metri cubi). Mentre resta stabile, ma largamente deficitaria, la disponibilità in Basilicata (-144 milioni di metri cubi), Puglia (-142 milioni di metri cubi) e Calabria.

Francesco Vincenzi, presidente di Anbi, spiega: ”Resta evidente la necessità di stabilizzare le disponibilità idriche attraverso la costruzione di nuovi invasi, per i quali daremo indicazioni nel Piano per la manutenzione straordinaria, che contiamo di presentare prima dell’estate”.
 

Puglia, tra siccità e gelo

Dopo un inverno tiepido, la primavera in Puglia si annuncia con gelate e nevischio che convivono con una perdurante siccità mettendo a repentaglio grano, mandorli, ciliegi e albicocchi e verdure in campo, dagli asparagi alle cicorie, dai carciofi ai cavoli alle bietole, ma anche le primizie come i piselli.
E’ questo in sintesi il bollettino di Coldiretti Puglia che segnala il brusco abbassamento delle temperature fino a -1 gradi, con le situazioni più gravi registrate nelle province di Bari, Barletta-Andria-Trani e Foggia, in una Puglia dove fino a 72 ore fa si registravano anche 23 gradi, con ripercussioni gravi sulle colture in atto, mentre il maltempo non allevia minimamente il problema della siccità. Solo negli invasi del foggiano mancano all’appello infatti 142 milioni di metri cui d’acqua, secondo il Consorzio di bonifica della Capitanata.

Con riferimento al freddo improvviso e alle gelate notturne, Confagricoltura fa notare come “In Puglia, in provincia di Taranto e Bari, si registrano danni soprattutto ai vigneti da tavola per circa il 50% della produzione; indicazioni anche per i ciliegi”.

E drammatico è bollettino dei danni lanciato poche ore fa da Cia Puglia. Secondo il presidente dell'organizzazione agricola pugliese Raffaele Carrabba, "per il momento la perturbazione ha risparmiato solo il Salento".

Nell'area del levante pugliese "si teme soprattutto per le colture orticole, rape, cavoli, broccoli, carciofi, fave novelle. A rischio i mandorli, i ciliegi in fiore e le varietà precoci di uva da tavola - scrive Cia Puglia - Sono in pericolo anche gli ulivi: se dovessero abbassarsi ulteriormente le temperature si riconfigurerebbe lo scenario del 2018, quando il freddo ha compromesso la campagna olivicola e le piante". Le colture cerealicole, già provate dalla siccità, ora rischiano un colpo mortale per le gelate. Le zone a sud-est della provincia di Bari risultano le più colpite.

Nell'area dei Due Mari i carciofi e ortaggi, nel brindisino, in molti casi, sono rimasti nei campi: "Le aziende del Nord non ritirano più la merce. Si riscontrano problemi nella commercializzazione anche nei mercati ortofrutticoli di Fasano e Francavilla. Nella zona occidentale di Taranto gli agrumi erano in piena fioritura ed eventuali danni si potranno quantificare solo tra qualche giorno. Lo stesso dicasi per i vigneti, in particolare quelli sotto copertura, che sono nella fase di ripresa vegetativa" si legge nella nota di Cia Puglia.

Nel Tavoliere delle Puglie, una delle principali piazze italiane del grano, sono proprio le colture cerealicole le osservate speciali. "La pioggia tardiva, pure prevista in questi giorni, darà ossigeno ai grani in buono stato, gli altri potrebbero essere già spacciati" afferma Cia Puglia, che paventa in provincia di Foggi anche danni agli asparagi.

Sul problema siccità si registra anche l'intervento di Coldiretti Foggia: “La diminuzione di acqua negli invasi è stata continua e costante, mitigata solo parzialmente dalle sporadiche piogge torrenziali che hanno un effetto disastroso sui campi, soprattutto in Capitanata sul grano. Per questo è urgente avviare un Programma di azione regionale, in linea con il Programma nazionale – aggiunge il delegato confederale di Coldiretti Foggia, Pietro Piccioni - tenendo sotto costante monitoraggio i tradizionali ed usuali mezzi di approvvigionamento (pozzi ed invasi) e di vettoriamento, ma anche conoscere i flussi d’acqua che vanno all’industria, al potabile e all’uso irriguo”.
 

Sicilia, mancanza di piogge decima raccolto di lenticchie

E non piove da mesi in Sicilia, dove ora paradossalmente i timori sono per l'allerta arancione della Protezione civile per le possibili conseguenze delle precipitazioni intense attese, tali da poter danneggiare i campi: “Dalla semina fatta a gennaio ad Ustica, isola famosa anche per la lenticchia, non ha quasi mai piovuto e gli agricoltori che producono lì, a poche miglia da Palermo, stanno cercando di salvare il prezioso seme con irrigazioni di soccorso”.
E’ l’emblematico allarme di Coldiretti Sicilia che sottolinea come ad oggi, se non dovesse piovere, il raccolto a fine maggio sarebbe almeno del 50 per cento in meno. "La mancanza di pioggia – sottolinea Coldiretti Sicilia – allarma tutti gli agricoltori e la situazione è aggravata nelle piccole isole dove si coltivano specialità uniche. I cambiamenti climatici stanno mostrando ogni giorno di più la carenza di infrastrutture.
Occorrono interventi mirati, costruzione di reti capaci di portare acqua senza dispersioni. Bisogna attuare un’inversione di rotta
 che permetta di investire ancora di più nella produzione di cibo, attività che, come dimostra l’emergenza coronavirus, è l’unica che non può fermarsi".