Il mercato dell'olio di oliva extravergine conferma ieri, ancora una volta, la stabilità su valori bassi. I prezzi sulla piazza di Bari scesi il 14 gennaio 2020 di ben 20 centesimi al chilogrammo sulle precedenti quotazioni del 7 gennaio – confermano i valori di 3 euro al chilogrammo sui minimi e 3,40 sui massimi. Il tutto nonostante l'aumento complessivo delle giacenze di olio registrato da Frantoio Italia a fine febbraio sia in netta frenata. E gli stock di olio extravergine nazionale siano addirittura risultati in lieve diminuzione su base mensile. Ma ancora ieri non erano noti i valori delle giacenze di olio aggiornati al 15 marzo.

Nonostante tutto questo, restano questi i prezzi fissati dalla Commissione olio il 17 marzo 2020 alla Borsa merci per l'extravergine con acidità massima 0,4% alle condizioni di franco partenza/arrivo e Iva esclusa. Questi stessi valori, fissati per la prima volta il 14 gennaio in fase calante, sono ormai alla nona successiva riconferma, essendo stati già ribaditi nelle sedute del 21 e 28 gennaio scorso ed in quelle del 4, 11, 18 e 25 febbraio e in quelle dei trascorsi 3 e 10 marzo. Stesso iter ha seguito l'olio di oliva extravergine in biologico, fermo sulla piazza di Bari a 3,40 euro al chilogrammo sui minimi e 3,80 euro sui valori massimi dal 14 gennaio, data dell'ultimo ribasso di 20 centesimi.

Il listino è stato redatto dalla Commissione olio, “a mezzo sistemi di messagistica per telefonia mobile ex disposizione Dirigenziale della Camera di commercio di Bari n. 18966 del 9 marzo 2020" come recita la scritta in rosso in testa al mercuriale: una conseguenza questa dell’emergenza coronavirus.

Per l'extravergine di alta qualità, questa persistente fase di stabilità segue il calo di maggiori dimensioni degli ultimi tempi, succeduto a quello di 10 centesimi occorso il 17 dicembre 2019 e che era stato preceduto dalla diminuzione di altri 10 centesimi verificatasi il 3 dicembre.
 

I prezzi a Bari nell'ultimo anno

L'olio extravergine di alta qualità, a Bari, ha perso 40 centesimi in tre mesi e mezzo tra il 3 dicembre 2019 e il 17 marzo 2020 - un calo comunque minore rispetto alla scivolata occorsa tra il 5 e il 26 novembre 2019, quando i prezzi erano calati di 0,80 euro sui massimi e di 1,10 sui minimi.

Al 17 marzo 2020, undicesima seduta di borsa del 2020 a Bari, rispetto allo scorso anno, l'extravergine di prima qualità sulla piazza pugliese ha perso complessivamente il 46,67% del suo valore. Infatti, il 19 marzo 2019 l'olio l'extravergine di oliva con acidità massima 0,4% era stato quotato a ben 5,90 euro al chilogrammo sui valori minimi e a 6,10 euro sui massimi.
 

I prezzi all'origine rilevati da Ismea

Tale situazione sul mercato all'ingrosso continua a determinare una forte pressione sui produttori di olive del Mezzogiorno d'Italia, che vengono pagati in olio o denaro e comunque in valore di olio all'origine. E questa volta i prezzi all'origine rilevati da Ismea in Puglia, Calabria e Sicilia continuano a registrare una stagnazione, come nella settimana precedente.

In particolare, con riferimento ai prezzi medi alle condizioni “franco azienda” si fanno notare le piazze di Palermo e Trapani, rilevate giusto ieri, ferme entrambe a 4,55 euro al chilogrammo.
Molti prezzi poi portano la data del 12 marzo e tutti risultano invariati sulla settimana precedente. In Puglia a Brindisi è fermo a 2,90 euro al chilogrammo, e così Lecce e Taranto permangono stabili sullo stesso valore. Fa eccezione Foggia che invece su 2,83 euro di prezzo medio perde il 5% sulla settimana precedente.

L’intera Calabria, sempre il 12 marzo, risulta stabile sulla settimana precedente a 2,80 euro di prezzo medio per l’extravergine pagato al produttore sulle piazze di Catanzaro, Cosenza, Lamezia Terme e Rossano Calabro.

Situazione ferma il 9 marzo anche a Ragusa - qui 4,00 euro al chilogrammo di prezzo medo - e a Bari, anche su questa piazza prezzo inchiodato sul valore medio della settimana precedente: euro 3, 10.