L'economia agroalimentare delle 'eccellenze' italiane supera i 16 miliardi di euro, con un aumento del 6% in un anno. Stiamo parlando del made in Italy più 'locale' che sia, quello di qualità; un universo fatto da Dop, Igp e Stg, che insieme arriva a 824 prodotti registrati. Questa la fotografia scattata dal diciassettesimo rapporto Ismea-Qualivita dedicato a quella che ormai viene definita la 'Dop economy', e che fornisce un contributo del 20% al fatturato complessivo dell'intero settore agroalimentare nazionale.

Il nostro paese viene guidato dal food e dal vino: una qualità tutta italiana che registra una crescita senza interruzioni negli ultimi dieci anni, e un incremento di un miliardo soltanto in un anno del valore alla produzione: la crescita è sostenuta dal comparto vino con un valore alla produzione di 8,9 miliardi, con un più 7,9% di valore alla produzione dell'imbottigliato; l'agroalimentare con 7 miliardi fa segnare un incremento del 3,8% di valore alla produzione. Gli operatori sono 180mila. I consorzi di tutela riconosciuti sono 285.

Secondo la valutazione degli impatti economici del rapporto tutte le province in Italia hanno una ricaduta economica dovuta alle filiere Ig agroalimentari o vitivinicole; un sistema che caratterizza tutto il paese anche se la concentrazione del valore è forte in alcune realtà. Le prime quattro regioni per impatto economico si trovano al Nord Italia, concentrano il 65% del valore produttivo Ig; le prime cinque province superano la metà del valore complessivo generato a livello nazionale dalle filiere food e wine Dop Igp. Cinque regioni sono sopra un miliardo di euro di valore generato dalle Ig. Dai dati emerge che su base territoriale la prima regione italiana per valore generato dai prodotti Dop e Igp è il Veneto (3,9 miliardi) seguita dall'Emilia Romagna (3,41), dalla Lombardia (1,96), dal Piemonte (1,22) e dalla Toscana (1,09). Nel corso del 2018 si sono registrate crescite importanti, cioè superiori ai 100 milioni di euro di fatturato in cinque regioni; e tra queste quattro sono al Sud: Veneto (più 294 milioni), Puglia (più 142 milioni), Campania (più 104 milioni), Sicilia (più 104 milioni) e Sardegna (più 100).

Le Dop e le Igp agroalimentari e vitivinicole consolidano il loro ruolo guida della qualità made in Italy all'estero, con un export di settore che per la prima volta supera i 9 miliardi di euro nel 2018. Una crescita che vale il 2,5% in un anno, mantenendo stabile la quota del 21% nell'export agroalimentare italiano. Il contributo maggiore è fornito dal comparto dei vini con un valore di oltre 5,4 miliardi (più 3,5%) su un totale di 6,2 miliardi del vino italiano, mentre più stabile è il valore delle denominazioni agroalimentari che si attesta sui 3,6 miliardi per un incremento dell'1,2% all'anno. I vini Dop e Igp rappresentano il 74% del totale export vinicolo italiano in volume e l'87% in valore. Mentre le esportazioni agroalimentari Dop e Igp dal 2008 hanno registrato ogni anno una crescita in valore (più 218% in totale). Un terzo delle esportazioni in valore è verso paesi extra Ue (33%), mentre i mercati principali si confermano Germania (20%), Usa (18%) e Francia (15%).

Oltre un prodotto su quattro registrato come Dop, Igp, Stg nel mondo è italiano. Un primato mondiale per l'Italia (824 Dop, Igp, Stg nei comparti food e wine su 3.071 totali). Nel 2019 sono state registrate 32 nuove Ig nel mondo, 24 food (tra cui l'olio di Puglia Igp in Italia) e 8 wine (tra cui il Nizza Dop in Italia). I numeri maggiori in Spagna (più 7), Croazia (più 4), Regno Unito, Italia, Francia, Grecia, Austria, Romania (più 2).

Nel 2019 l'Italia raggiunge la soglia dei 300 prodotti food Dop, Igp, Stg: anche questo un primato mondiale; distanziata al secondo posto, c'è la Francia con 251 prodotti food Ig. Leader nella classifica dei prodotti con più valore alla produzione sono i formaggi con 4,1 miliardi, dove svettano Parmigiano reggiano e Grana padano, seguono Prosciutto di Parma, Mozzarella di bufala campana e Aceto balsamico di Modena Igp e Gorgonzola Dop.

"I prodotti Dop e Igp sono un elemento strategico per la competitività e il posizionamento globale del made in Italy - ha osservato la ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova - l'Italia conferma la sua leadership europea nei prodotti di qualità certificata e cresce. Si tratta di prodotti che avendo le loro radici nei territori sono la nostra identità e per questo sono così apprezzati e imitati nel mondo. Un legame proficuo che contraddistingue un'esperienza tutta italiana, grazie anche al ruolo del nostro ministero che può essere un modello di riferimento per tutta l'Unione europea".