L'innovazione tecnologica sta cambiando il modo in cui il vino viene prodotto, ma anche bevuto. Dimentichiamoci i cavatappi vecchio stile. Abbandoniamo i decanter in vetro in cui far ossigenare il vino prima di berlo. Diciamo addio alla paura di arrivare a casa in una calda sera d'estate e di scoprire di non avere una bottiglia di bianco in frigorifero.

Già, perché dalla Cina agli Stati Uniti si moltiplicano le aziende che sviluppano prodotti tecnologici per rendere più facile e piacevole assaporare un bicchiere di buon vino. Ultima in ordine di tempo è Juno, una startup a stelle e strisce che ha raccolto sulla piattaforma di crowdfunding Indiegogo oltre 250mila dollari per sviluppare un sistema di raffreddamento rapido per bottiglie di vino.
 

L'idea di partenza è semplice: se esiste un microonde che permette di scaldare velocemente una tazza di tè, perché non esiste un analogo apparecchio in grado di raffreddarla? E così i due fondatori hanno messo a punto un elettrodomestico che attraverso la tecnologia termoelettrica è in grado di estrarre calore dai liquidi.

Basterà dunque prendere una bottiglia dalla dispensa, inserirla nel dispositivo e in tre minuti si potrà assaporare un bicchiere di vino bianco alla giusta temperatura. Dentro Juno c'è infatti un sistema di raffreddamento che abbassa la temperatura dell'acqua presente nell'apparecchio che a sua volta, a contatto con la bottiglia di vino (o una qualunque altra bevanda), ne fa scendere la temperatura. Il dispositivo sarà disponibile a partire da ottobre ad un prezzo che dovrebbe aggirarsi intorno ai 250 dollari.
 

Vino mai ossidato col cavatappi-ago

Ma i prodotti innovativi non si fermano qui. La britannica Coravin ha inventato un sistema di mescita di vino che permette di estrarre il prezioso liquido senza bisogno di togliere il tappo. Sarà capitato a molti infatti di avere un'ottima bottiglia in cantina ma di non trovare mai l'occasione giusta per aprirla in compagnia. Stappare una buona bottiglia e non finirla significa infatti bere un vino di minore qualità al pasto successivo.
 

Il cavatappi 4.0 di Coravin invece è equipaggiato con un ago che si infila all'interno del tappo di sughero raggiungendo il vino. A quel punto il wine lover può spillare il liquido in un bicchiere e per evitare che l'ossigeno entri nella bottiglia, ossidando la bevanda, viene immesso del gas argon. Si tratta di un gas inerte che non interagisce con il vino e permette dunque di preservarne l'integrità per un tempo indeterminato.

Dall'azienda hanno fatto sapere di avere effettuato dei test al buio con bottiglie 'aperte' un anno prima e di aver riscontrato da parte dei sommelier intervistati l'incapacità di individuare differenze con bottiglie appena stappate. Il prodotto è venduto a circa 200 euro.
 

Il decanter da record

Per chi ama assaporare bottiglie importanti l'idea che arriva dalla cinese iFavine sarà sicuramente interessante. Prima di bere un bicchiere di vino rosso invecchiato per anni solitamente è necessario farlo riposare in un decanter per permettere l'ossigenazione del liquido. È una operazione che può richiedere anche alcune ore e che mal si coniuga con il desiderio impellente di bere un buon vino oppure con i tempi dei ristoranti.
 

iSommelier è un sistema di micro-ossigenazione del vino che permette di accelerare la decantazione da ore a cinquanta secondi. Il vino viene messo in uno speciale decanter di vetro, il sistema prende ossigeno dall'aria e lo insuffla nel vino in maniera veloce ma delicata.

A chi dice che questo processo accelerato rovina la qualità del prodotto l'azienda risponde che la quantità di ossigeno immessa è bassa e il processo avviene attraverso la formazione di micro-bolle che penetrano nel liquido senza alterarne le caratteristiche. Per questo decanter smart il prezzo richiesto è di 800 euro.

Si tratta di tre prodotti che per ora in Italia sono poco diffusi ma che hanno avuto un buon successo Oltreoceano e in Asia. Segno che il vino piace sempre di più al consumatore estero che tuttavia si approccia alla bottiglia in maniera più laica, accettando anche che la tecnologia rimpiazzi antichi gesti che per un consumatore europeo hanno assunto lo status di tradizione.

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