Ieri il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha inviato una lettera alla ministra delle Politiche agricole, Teresa Bellanova, sul tema del crollo del prezzo dell’olio e delle olive alla produzione. Il contenuto della missiva è stato reso pubblico con una nota resa alla stampa. Poco dopo, Coldiretti Puglia, in una nota stampa, ha sottolineato come a contribuire alla caduta del prezzo c’è la carenza sul territorio pugliese di adeguate strutture di stoccaggio. E che continuare a trattare l'olio extravergine di olive da commodity non aiuta il settore.
 

La missiva di Emiliano alla Bellanova

“In queste ore sono stato sollecitato dai rappresentanti della filiera olivicola pugliese, fortemente preoccupata dagli esiti del terzo avviso pubblico europeo finalizzato a ritirare dal mercato le quantità eccedentarie e mantenere alti i prezzi dell’olio di oliva" scrive Emiliano.
Nella riunione convocata da Emiliano l’11 febbraio scorso emergono rilevanti criticità relative all’attuazione del Regolamento di Esecuzione (UE) 2019/1882 sull’ammasso privato dell’olio d’oliva.

Emiliano tra l’altro sottolinea come “Di fronte al crescente disagio del settore causato dai prezzi delle olive particolarmente bassi, in questi mesi ho insistito nel sollecitare gli agricoltori ed i più importanti operatori privati a stoccare rilevanti quantità di olio e ad utilizzare il regolamento comunitario di sostegno all'ammasso privato”.
Il tentativo è quello, del tutto evidente, di mettere fuori mercato un ingente quantitativo di extravergine per sei mesi, in modo da far risalire il prezzo di quello rimasto in vendita. Operatori italiani partecipano però solo alla terza asta emanata sulla scorta del Regolamento (Ue) 2019/1882, tutte convocate poi successivamente mediante appositi regolamenti di esecuzione.

Ed Emiliano nella missiva alla Bellanova sottolinea: triste dover riscontrare che, proprio nel momento in cui alcuni gruppi di aziende pugliesi riescono a partecipare al bando europeo, con la proposta di ritirare dal mercato ben 20.000 tonnellate di olio extravergine di oliva, le relative offerte vengono rifiutate dalla Commissione perché il costo per tonnellata al giorno risulta di pochi centesimi più elevato rispetto a quella proposto dai concorrenti, anche se questi si impegnano a stoccare olio di diversa qualità (vergine e lampante)”.

Per Emiliano vi sono anche “ulteriori motivi di rammarico”. In particolare pesa che “l’approvazione delle offerte sia avvenuta senza aver potuto interloquire con alcuno che avesse potuto dare conto di decisioni assunte in apparente mancanza di limiti di budget e con criteri ignoti agli stessi partecipanti”.
Inoltre, Emiliano nella missiva lamenta i ritardi di Agea nell’emanare la circolare con le linee operative volte a consentire la partecipazione di operatori italiani alla seconda asta.

“Nonostante gli sforzi compiuti e i relativi investimenti, ci ritroviamo, perciò, ad incassare un risultato disastroso, frutto di un regolamento comunitario orientato a favorire imprese e modelli produttivi di altri Paesi, sicuramente meno orientati alla qualità" afferma ancora Emiliano nella lettera, con la quale chiede alla Bellanova che venga convocata al Mipaaf una riunione tecnica urgente entro il 20 febbraio. E al tempo stesso si rende disponibile ad incontrare personalmente la ministra. Il tutto al fine di “valutare in che modo porre rimedio alle richiamate disattenzioni e restituire dignità all’operato di quanti si sono organizzati per poter rispondere adeguatamente alle richieste della commissione europea”.
 

Coldiretti: "Considerare l'olio un alimento, non una commodity"

Poco dopo giunge nelle redazioni una nota di Coldiretti Puglia dove si sottolinea come “Negli ultimi 10 anni, dal 2009 ad oggi, è cresciuta la produzione media in Puglia di olio del 21,5%, a cui non ha corrisposto alcuna visione strategica, a differenza di quanto avvenuto in Spagna, rispetto alla realizzazione dei centri di ammasso e stoccaggio dell’olio”.

“L’ammasso privato dell’olio assegna pochi spiccioli agli oli vergini, per cui non risolve il problema di imprenditori olivicoli, cooperative, frantoiani. Certamente non è uno strumento che risponde alle caratteristiche della produzione italiana e soprattutto non si può pensare di modificare i regolamenti comunitari solo quando si è in emergenza. L’ammasso privato è uno strumento in antitesi con il nostro progetto di dare valore all’olio che deve essere considerato come un alimento e non più come una commodityspiega Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia, che aggiunge: "Piuttosto che rimbalzare il problema a livello comunitario e preoccuparsi delle quisquiglie, la Regione Puglia potrebbe e dovrebbe realizzare campagne quinquennali di comunicazione, strutturali e adeguatamente finanziate, che promuovano in maniera strategica e coordinata il prodotto simbolo della Puglia che è l’olio” .

“Abbiamo concordato con il ministro delle Politiche agricole, Teresa Bellanova, sulla necessità di disegnare una strategia coordinata e una programmazione di lungo periodo per fronteggiare la crisi di mercato di olive e olio in Puglia - continua il presidente Muraglia - perché dall’anello più debole della catena fino alla trasformazione, tutta la filiera dell’olio è strozzata da pratiche commerciali che hanno fatto crollare del 40% il prezzo dell’olio. Con l’ennesima occasione persa dalla Regione Puglia che non ha ancora consentito a cooperative e frantoi in tutta la Puglia di utilizzare oltre 40 milioni di euro del Programma di sviluppo rurale Puglia 2014-2020 per le strutture di stoccaggio che avrebbero potuto far fronte all’attuale stagnazione di mercato per eccesso di produzione”.