Il cliente di un supermercato inquadra con il proprio smartphone l'etichetta di una bottiglia di vino e come per magia la donna disegnata sulla carta prende vita e inizia a cantare. Una rana fa un balzo dentro ad uno stagno mentre una farfalla spicca il volo. Sono questi alcuni esempi di come la realtà aumentata può diventare uno strumento di marketing al servizio delle aziende vitivinicole.

La realtà aumentata permette non solo di trasmettere emozioni, ma anche di informare. Inquadrando l'etichetta con lo smartphone la figura di un sommelier tratteggiata sulla carta si anima e racconta le caratteristiche del vino, il suo legame con il territorio, gli abbinamenti o addirittura può guidare il wine lover attraverso la degustazione della bottiglia.
 

La realtà aumentata è una tecnologia che permette di aggiungere alla realtà inquadrata dallo smartphone dei contenuti aggiuntivi. L'applicazione forse più famosa è stata l'app di Pokémon Go lanciata nel 2016 attraverso la quale ogni persona poteva andare in giro alla ricerca di mostriciattoli da catturare. Gli animali fantastici apparivano sullo schermo dello smartphone come per magia, semplicemente inquadrando strade, boschi o altri luoghi pubblici.

Se oggi la realtà aumentata viene impiegata soprattutto nel settore industriale per aiutare i tecnici nel loro lavoro, anche in agricoltura si sta facendo spazio. E così indossando dei Google Glass e guardando un campo attraverso il software sviluppato da Basecamp Networks è possibile vedere quali sono le zone in sofferenza. Oppure inquadrando la spiga di mais il software è in grado di contare i chicchi o ancora guardando un trattore è possibile conoscere quali sono le parti usurate da cambiare o come si effettua una corretta manutenzione.
 

Realtà aumentata e marketing

Si tratta di applicazioni già oggi possibili anche se ancora ad un livello pre-commerciale o pilota. Ma è sicuramente nel marketing che la realtà aumentata ha riscosso il maggior interesse. Già, perché le potenzialità sono infinite. Ad esempio l'azienda australiana produttrice di vino 19 Crimes ha utilizzato la realtà virtuale per raccontare la storia di criminali australiani vissuti nel passato, personaggi che ispirano le varie etichette, appunto.
 

Ovviamente sono soprattutto i grandi brand di prodotti di largo consumo ad aver investito su questa tecnologia. Pringles ad esempio ha inventato un gioco accessibile solo inquadrando un tubo di patatine con lo smartphone. Un modo per creare coinvolgimento in maniera attiva.
 

Le aziende più innovative hanno la possibilità di creare contenuti formativi o emozionali da mettere a disposizione dei propri clienti. Un modo per creare un legame diretto e differenziarsi dai concorrenti. La marca di gin Bombay ha ad esempio messo a disposizione delle ricette di cocktail accessibili solo inquadrando l'etichetta di una bottiglia.
 

Certamente il trend di fornire giochi ai consumatori è estremamente forte, come dimostrano i casi illustrati nel video di seguito. Una tendenza che è sì tipica del segmento consumer, ma che potrebbe essere applicata anche al settore wine. Perché ad esempio non organizzare delle cacce al tesoro in cantina per i visitatori che vogliono conoscere meglio la realtà produttiva. Oppure perché non proporre dei quiz a premi per chi compra una bottiglia? Se indovini il vitigno o il metodo di produzione vinci un gadget o una visita in cantina. Una cosa è certa, con la realtà aumentata la fantasia è l'unico limite.