Scoprire l'agricoltura, e il lavoro nei campi. Questo è l'obiettivo della Banca della terra, un censimento dei terreni agricoli abbandonati che possono essere assegnati a chi vuole impegnarsi in mestieri antichi oggi rivitalizzati grazie alla tecnologia.

Da un lato la lenta ripresa dalla crisi economica dall'altro quella dell'occupazione, per esempio, sono sempre di più i giovani che scelgono di continuare il percorso delle aziende di famiglia e tanti altri che arrivano alla 'terra' per la prima volta. A loro si rivolge il progetto della Banca della terra, gestito dall'Ismea (l'Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare), che mette in rete, in un archivio online, i terreni agricoli non utilizzati da affidare a chi li richiede; l'intento è di dare nuova vita ai terreni incolti e abbandonati, rilanciare forme cooperative, offrire nuove opportunità di lavoro, creando allo stesso tempo l'occasione per la condivisione delle esperienze.

"Puntiamo a un incremento del credito e dei capitali per gli investimenti attraverso gli strumenti Ismea, per rendere più accessibile la terra - aveva fatto presente la ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova in autunno parlando al Forum della Coldiretti a Cernobbio - su questo punto credo si debba intervenire rilanciando lo strumento della Banca della terra presso l'Ismea, e con una legge contro il consumo di suolo. L'abbandono dei terreni oltre a generare dissesto è una ferita per la tenuta sociale ed economica".

La Banca della terra (che per esteso diventa 'Banca nazionale delle terre agricole') è stata istituita nel 2016; costituisce l'inventario completo dei terreni agricoli disponibili, anche per via di abbandono dell'attività produttiva e di prepensionamenti. Al suo interno sono raccolte e organizzate tutte le informazioni necessarie sulle caratteristiche naturali, strutturali e infrastrutturali dei terreni, oltre alle modalità e alle condizioni di cessione e di acquisto.

La Banca opera a livello nazionale, e tutti possono accedervi in modo gratuito. Viene considerato terreno agricolo abbandonato o incolto qualsiasi appezzamento che non è stato utilizzato a fini produttivi da almeno tre annate agrarie. Insieme a queste aree ci sono anche quelle forestali da riconvertire a uso agricolo per essere inserite nell'archivio della Banca della terra. Inoltre potrebbero anche entrare terreni su segnalazioni da parte dei consorzi, dalle Organizzazioni professionali agricole, e dai liberi professionisti abilitati in agraria. L'assegnazione dei terreni può avvenire attraverso varie forme, sia da parte del pubblico che del privato con affitto, concessione, vendita. In un'ottica di Green deal il progetto si allinea con i principi base dello sviluppo sostenibile, a cominciare dalla tutela ambientale e la rigenerazione del territorio, diventando soprattutto un argine al dissesto idrogeologico del suolo. Contemporaneamente la Banca della terra potrà offrire alla popolazione locale nuove opportunità di lavoro.

"Per l'agricoltura la premessa - aveva spiegato Teresa Bellanova subito dopo l'approvazione della legge di Stabilità - è la sostenibilità sociale, ambientale, economica. Solo così questo settore sarà realmente attrattivo per le nuove generazioni e costituirà l'attore principale contro crisi climatica e dissesto idrogeologico perché più agricoltura, e agricoltura di qualità, significa garantire nel contempo qualità del paesaggio, tutela ambientale, enorme attenzione nell'uso delle risorse".

Ed è proprio questa la chiave con cui, grazie al Green deal e allo sviluppo sostenibile, acquista ancora più valore la definizione della nuova Pac post 2020, che dovrà provare ad assicurare al settore agricolo e agroalimentare le risorse comunitarie per politiche di rafforzamento legate al miglioramento della sostenibilità dei processi produttivi, senza dimenticare che le politiche commerciali dell'Unione europea dovranno considerare questi aspetti negli accordi sull'import prevedendo garanzie equivalenti in termini ambientali, qualitativi e di sicurezza alimentare.