In Calabria il calo dei prezzi dell’olio, che sui valori massimi all’origine tocca i 3 euro al chilogrammo, sta fomentando la delusione e la rabbia nelle campagne, perché molti degli 84mila produttori olivicoli della regione non riescono più a coprire i costi di conduzione dell’oliveto. E secondo il presidente della Coldiretti Calabria, Franco Aceto, che lancia un appello ai parlamentari calabresi, senza soluzioni rapide si rischia una rivolta simile a quella dei pastori sardi di un anno fa per il prezzo del latte. E con tanto di ziri colmi di olio rovesciati a terra. Una situazione che, non diversamente da quanto già accaduto sia in Puglia per le gelate, che in Sardegna per il latte ovino, potrebbe sfuggire di mano alle stesse organizzazioni agricole.

Secondo Coldiretti Calabria - che ieri ha diffuso un dettagliato comunicato stampa - la delusione e la rabbia sono rese ancora più esasperate dal fatto che i depositi sono pieni. In effetti, in Calabria, secondo Frantoio Italia, al 31 gennaio 2020, erano giacenti 15.827 tonnellate di olio extravergine sfuso e oltre 452mila litri di olio evo in bottiglia, tutto di produzione locale.

“E’ una fotografia impietosa quella del mercato dell’olio di oliva in Calabria; il prezzo è in caduta libera non si coprono, con l’attuale remunerazione, nemmeno i costi di raccolta - sostiene il presidente Aceto, che si rivolge direttamente ai parlamentari eletti in Calabria - affinché in modo coordinato, facendo valere la rappresentanza istituzionale di una regione, si impegnino ad affrontare le molteplici criticità: dalle contraffazioni, all’invasione di olio straniero a dazio zero, al falso made in Italy”.

Coldiretti Calabria, tra l’altro, chiede di bloccare gli accordi internazionali che penalizzano l’olio italiano, denunciando un’invasione di olio extracomunitario, che però, a giudicare almeno dalle giacenze, non c’è: appena 215 tonnellate di olio extravergine sfuso e 219 litri in bottiglia.

Ma fatto sta, i prezzi sono comunque crollati e vanno assunte decisioni per salvare il settore: “Questa - continua Aceto - è una richiesta unanime per salvare un settore strategico per la salute dei cittadini, il presidio del territorio, l'economia e l’occupazione e per rimanere competitivi e non essere condannati all’irrilevanza in un comparto fondamentale che vede impegnate oltre 84mila aziende in Calabria e che oggi si trova di fronte ad una crisi storica. La politica – aggiunge - ha il dovere di intervenire su questi argomenti rilevanti per la nostra economia e per questo chiediamo che anche il prossimo governo regionale possa immediatamente essere concentrato sull’argomento, senza lungaggini e perdite di tempo”.

Il riferimento del presidente di Coldiretti è all'imminenza della proclamazione definitiva del risultato elettorale regionale, che vede l'ex presidente di Coldiretti Calabria, Pietro Molinaro, tra i consiglieri che potrebbero entrare a far parte della giunta regionale che dovrà essere composta dalla neo presidente Jole Santelli.

 In caso di sordità delle istituzioni alle istanze degli olivicoltori calabresi “il rischio - secondo Aceto - è che i produttori di olio scendano in piazza e, emulando i pastori sardi, versino l’olio nelle strade e poi davvero si dovrà rincorrere la situazione, ma sotto un altro versante. I prezzi stracciati stanno avendo un effetto dirompente sul reddito delle aziende che in questi ultimi anni hanno investito molto e anche sull’occupazione”.

“La situazione è esplosiva - conclude Aceto – e non possiamo più accontentarci di generiche prese di posizioni o impegni ed iniziative tiepide. Se l’agricoltura è stato il tema centrale come non mai della campagna elettorale regionale adesso lo si dimostri con i fatti. Per quanto ci riguarda, noi non faremo da tappo alle iniziative di protesta anche eclatanti che giorno per giorno stanno montando”.