Gli italiani chiedono sempre più prodotti sostenibili e attenti all'ambiente. Le sfide dell'agricoltura e del settore agroalimentare sono caratterizzate dalla necessità di adattarsi a queste nuove esigenze del consumatore, puntando su innovazione, meccanica, maggiore organizzazione e filiera per reagire alle difficoltà attuali e per guardare al futuro con fiducia.

Con due ingredienti fondamentali, la conoscenza e la speranza. E' ciò che è emerso dalla 17esima edizione del Forum Cdo Agroalimentare, tenutosi il 24 e 25 gennaio a Milano Marittima, alla presenza di 420 fra relatori e partecipanti. Una platea ricca di relatori, fra manager e imprenditori agricoli che, come ormai da tradizione, hanno apportato il loro contributo e le loro esperienze aziendali. Il primo dato importante riguarda l'analisi sul valore della sostenibilità per i consumatori, presentata da Nielsen.

"Per il 20% degli italiani la difesa dell'ambiente è la prima preoccupazione - ha sottolineato in apertura Stefano Galli - il 61% degli italiani cambierebbe le proprie abitudini di consumo se queste possono migliorare l'ambiente, essendo sempre più attenti agli standard di qualità e di sicurezza".

Sul palco del forum si sono poi susseguiti quattro fra imprenditori e manager di quattro aziende agricole e agroalimentari che hanno fatto della sostenibilità la propria mission. Dai limoni siciliani della giovane siciliana Sabrina Magliocco alla frutta biodinamica di Alberto Bunino, passando da Pietro Pizzagalli, impiegato nell'azienda produttrice di prosciutto crudo Fumagalli Alimentari, fino al latte biologico prodotto da Matteo Cauzzi in provincia di Mantova.

A dare man forte l'esperienza di Massimo Fileni, dell'omonima impresa alimentare, che ha ricordato "il fatto di essere artefici del proprio prodotto dalla terra fino alla vaschetta. La scelta bio? Un rischio calcolato, la tendenza in crescita e le richieste dei consumatori ci hanno portato a scegliere questa strada".

Investire in innovazione, fondamentale, per adattarsi alle nuove esigenze future. Il settore agromeccanico ne è una delle componenti fondamentali. "L'Italia è un'eccellenza nella produzione di macchine agricole e queste non sono, come molti credono, un male per l'agricoltura - ha ricordato Simona Rapastella, direttore generale di FederUnacoma - il futuro dell'agroalimentare guarderà anche alla connessione con il mondo automotive, oltre a informatica e telecomunicazioni".

Dopo la seconda sessione con le aziende con focus su colture idroponiche, blockchain e innovazione organizzativa, è stata la volta di Cesare Trippella, head of leaf Ue di Philip Morris Italia. "Abbiamo investito 2 miliardi per sostenere un nuovo modello innovativo per lo sviluppo del settore tabacchicolo. Inoltre abbiamo promosso una Call for innovation chiamata BeLeaf: be the future, per offrire a startup e pmi un'opportunità di sviluppo con noi per apportare nuove innovazione nel nostro settore".

Super ospite della giornata di venerdì il campione sportivo e di vita Alex Zanardi, che si sta preparando alla sua ennesima impresa, le Paralimpiadi di Tokyo 2020. "Nulla avviene a caso. Ritengo che l'incidente capitatomi si sia rivelata una grande opportunità, anche grazie alle tante persone che mi sono state vicine in questo percorso. Ho scoperto una forza dentro di me grande, sono fortunato".

La seconda giornata di lavori, nella sessione di sabato mattina, ha visto trattare in particolare il tema delle filiere, in particolare quelle dei cereali e dell'ortofrutta, dove da diversi anni le marginalità si sono sempre più compresse. C'è chi ha puntato tutto sui contratti di filiera, come Luciano Petrini, cerealicoltore marchigiano: "Bisogna puntare a un reddito minimo garantito, altrimenti non si può andare avanti con alti e bassi".

"Il vecchio modello basato sul prezzo non funziona più - ha rimarcato Mauro Fanin, presidente di Cereal Docks - I coltivatori devono puntare a un contatto maggiore con il mercato, attraverso la conoscenza del prodotto e la sua tracciabilità".

Nella sessione dedicata all'ortofrutta è stato Giancarlo Guidi di Albisole a rilanciare sulla sostenibilità e sulla necessità di un prodotto di qualità attraverso il residuo zero. "Per noi rappresenta il futuro dell'ortofrutta. Il residuo zero garantisce l'assoluta sicurezza del prodotto. Ogni azienda deve avere un credo, noi puntiamo su questo per continuare a fare politica di marca con il nostro brand".

Innovazione, marchio e residuo zero sono di casa anche all'Orogel. "Già 20mila tonnellate di prodotti Orogel provengono da agricoltura a residuo zero - ha spiegato il direttore generale Giancarlo Foschi - lo possiamo fare grazie a investimenti importanti in tracciabilità, qualità e soprattutto sulle persone".

Grande attenzione poi alla relazione di Ettore Prandini, presidente nazionale di Coldiretti. "Essere all'interno di un contesto associativo permette di tutelare meglio gli interessi di un'impresa, mentre in caso contrario si è portati solo a lamentare e a non ricercare una vera innovazione. Mi auguro che tra dieci anni ci sia una sola associazione di agricoltori in Italia e ciò sarà possibile solo se sapremo investire, confrontarci e costruire una strada comune".

Infine Francesca Cionco, del Segretariato della commissione Agricoltura al Parlamento Ue, ha spiegato lo stato dell'arte della nuova Pac. "L'agricoltura italiana ha bisogno di essere all'interno di un contesto europeo. Il Parlamento intende votare a luglio, mi auguro che entro la fine del 2020 ci sia l'approvazione definitiva dei testi della Pac".