Favorire l'uso efficiente delle risorse di fosforo e limitarne la dipendenza dalle importazioni. Sono questi gli obiettivi della Piattaforma nazionale del fosforo promossa dal ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare e gestita da Enea e i primi risultati vanno in questa direzione: sono emerse più di venti fra tecnologie e buone pratiche, nuove norme, analisi di mercato e strategie di comunicazione per l'elaborazione di un piano di sostenibilità a lungo termine.

Le adesioni raccolte da Enea, a quasi un anno dall'avvio dell'iniziativa, sono di 60 organizzazioni appartenenti ai quattro settori chiave (istituzioni, ricerca e formazione, società civile, imprese e associazioni di categoria) attive in tutte le fasi del ciclo di vita del fosforo al fine di chiudere il ciclo su tutta la catena del valore in coordinamento con le politiche europee.

E' necessario ridurre l'elevata dipendenza dalle importazioni di fosforo dell'Europa dai paesi extraeuropei che detengono la maggior offerta primaria di roccia fosfatica e fosforo elementare (solo la Cina ne produce rispettivamente il 50% e il 75,5% a livello globale) con conseguente prezzo di mercato volatile.
 

Il recupero del fosforo

Per affrancarsi da questa dipendenza sono stati individuati i seguenti settori dove risulta più promettente il recupero del fosforo: fanghi di depurazione e ceneri, frazione organica del rifiuto solido urbano (Forsu), reflui zootecnici e digestati agroindustriali, scarti di macello e batterie.

Per quanto riguarda le applicazioni nazionali ben l'82% riguarda l'impiego nei fertilizzanti, con un export di circa 190mila tonnellate, un mercato da oltre 76 milioni di euro e il maggior fatturato medio per impresa (8,3 milioni di euro). Seguono le applicazioni dell'industria alimentare (con il maggior fatturato prodotto in termini assoluti e numero di imprese e addetti) e il settore del trattamento e rivestimento dei metalli che ha registrato la più elevata redditività.

"Nel 2019 abbiamo avuto aggiornamenti normativi su fertilizzanti, fanghi, rifiuti organici, end of waste e ripartizione delle competenze tra Stato e Regioni in tema di rifiuti, ma è necessario fare di più - commenta Roberta De Carolis, la ricercatrice Enea che coordina la piattaforma -, come risulta dalle oltre 30 criticità evidenziate dalle imprese, in particolare in materia di end of waste, recupero e promozione della conoscenza del settore".

La piattaforma si è dotata di un sito web e di una casella di posta dedicata per coinvolgere sempre più organizzazioni. "Ora l'obiettivo finale è quello di tracciare il Piano di fattibilità per la sostenibilità a lungo termine - conclude De Carolis -, per il quale è stata organizzata una consultazione pubblica i cui rapporti definitivi saranno pubblicati a breve".

Oltre all'Italia, anche Germania, Paesi Bassi e i tre paesi baltici si sono dotati di piattaforme nazionali sul fosforo, che adottano politiche e misure per la sua valorizzazione e recupero. Pur non avendo creato specifiche piattaforme nazionali, anche Polonia, Repubblica Ceca, Danimarca, Irlanda e Belgio hanno intrapreso azioni per il recupero del fosforo.

Per maggiori informazioni visita il sito della Piattaforma italiana del fosforo