Dopo il tavolo olivicolo nazionale arrivano ulteriori suggerimenti all’indirizzo di via XX Settembre, sede del ministero per le Politiche agricole, sul come uscire dalla crisi del prezzo dell’olio extravergine di olive che – avendo perso ormai oltre il 40% del valore dall’inizio di gennaio 2019 – sta mettendo nuovamente in una condizione di grave illiquidità i produttori olivicoli.

“Va dichiarato lo stato di crisi del settore olivicolo, sostenendo il cash flow delle aziende fortemente debilitate dal notevole calo delle quotazioni del prodotto e da calamità naturali che si sono succedute dal 2018 e che stanno mettendo a dura prova territori come il barese, a cui si sommano le problematiche della Xyella nel Salento" suggerisce il presidente nazionale di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti.

La crisi è forte soprattutto in Puglia, regione maggiore produttrice di olio, e il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia, propone di rilanciareIl brand Igp Olio extravergine di olive di Puglia che è “un progetto di trasparenza e valorizzazione che, come dimostra il disciplinare, punta decisamente sulla qualità e sulla distintività in una regione che produce oltre il 50% dell’olio extravergine italiano”.
 

Confagricoltura: "Dichiarare lo stato di crisi"

Per il presidente di Confagricoltura Giansanti, non solo occorre dichiarare lo stato di crisi del settore olivicolo oleario, ma “andrà confermata la spesa di 5 milioni di euro per le aziende olivicole con il decreto ministeriale previsto nel pacchetto emergenze, che andrà pubblicato tempestivamente”.

Ad avviso del presidente di Confagricoltura – che ha ringraziato la ministra Teresa Bellanova per l’approccio pragmatico - gli interventi da porre in essere per il settore olivicolo, da legare allo stato di crisi, dovranno prevedere diverse misure. Si va dallo sgravio dagli oneri previdenziali, fiscali e creditizi all’anticipazione degli importi Pac dei pagamenti diretti accoppiati destinati al settore. Ma non solo: Confagricoltura chiede di “facilitare il ricorso da parte dei produttori, in particolare nel Mezzogiorno, alle assicurazioni agevolate”.

L’organizzazione chiede anche di valutare la possibilità di istituire la Commissione unica nazionale per stabilizzare le quotazioni - ipotesi già promossa dalla ministra - , promuovere la ricerca e l’innovazione nel settore favorendo il miglioramento genetico, le tecniche di produzione, di lavorazione e di commercializzazione dell’olio di oliva e sostenere l'olio 100% italiano con opportune campagne di informazione, sulla quale, per altro, il Mipaaf sta già lavorando con Ismea.
 

Coldiretti: "Igp risposta storica, ma non basta"

E di comunicazione e strategie di promozione per l’olio parla anche il presidente di Coldiretti Puglia Muraglia, che rivendica come l’Igp Olio extravergine Puglia sia stata “una risposta data alla storica carenza di programmazione con un vero sistema di filiera che ha riproposto all’attenzione dell’opinione pubblica un paradosso tutto pugliese, ovvero forti nella produzione, deboli sul mercato, un assioma per nulla decifrabile e comprensibile che la dice lunga sulla complessità del sistema produttivo indebolito da avventurieri”.

Ma resta il fatto che "La Puglia è indietro anni luce rispetto alla necessità di disegnare una strategia coordinata e una programmazione di lungo periodo per fronteggiare la crisi di mercato di olive e olio in Puglia, perché dall’anello più debole della catena fino alla trasformazione, tutta la filiera dell’olio è strozzata da pratiche commerciali che hanno fatto crollare del 40% il prezzo dell’olio”. E  pertanto Muraglia invoca un Piano olivicolo nazionale.