Al via risorse per 150 milioni di euro di investimenti per le imprese e l'agricoltura. Il ministero delle Politiche agricole lancia così il fondo Ismea che permetterà a molte aziende di incrementare la produzione e arrivare a fatturare quasi 400 milioni di euro.

"Questo strumento - ha osservato la ministra Teresa Bellanova - aiuta a fare innovazione, a dare sviluppo nei territori e porterà alla nascita di nuovi posti di lavoro". In sostanza il provvedimento è composto da una delibera dell'Ismea (l'Istituto di servizi per il mercato agroalimentare); si tratta dei primi 63 milioni di euro di interventi dei 100 stanziati con il bando per gli interventi finanziari a condizioni agevolate per il settore agricolo ed agro-industriale.

In questo modo, ha spiegato la ministra, "diamo sostegno a quasi 150 milioni di euro di nuovi investimenti nelle filiere agroalimentari italiane, in imprese che arriveranno a fatturare quasi 400 milioni di euro anche grazie a questo aiuto". Poi Teresa Bellanova parla di queste risorse come di un primo sblocco di finanziamenti, cosa che - ha rilevato - "dimostra la vitalità di un settore trainante per l'economia nazionale".

Il fatturato alimentare - secondo un calcolo della Coldiretti sulla base dei dati dell'Istat - registra un aumento del 4,2% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. La spesa alimentare - afferma The European House Ambrosetti - è uno speciale indicatore dello stato dell'economia nazionale dal momento che l'agroalimentare, dai campi fino a negozi e ristoranti, è la prima filiera estesa dell'Italia con un fatturato di 538 miliardi di euro e un valore aggiunto superiore di quattro volte alla filiera dell'automobile.

Del resto la ministra non ha mai nascosto la sua volontà di tutelare il reddito dei campi: "Sfido gli agricoltori a fare di più e meglio. Ma ci devono essere una giusta remunerazione del capitale e un reddito dignitoso, anche perché è un modo per attirare verso il settore giovani di valore. Per farlo - ha messo in evidenza Teresa Bellanova - ci vuole uno Stato che aiuti a vendere in mercati sempre più lontani, ma che possono permettersi prodotti di elevata qualità""Noi dobbiamo migliorarci e difendere i nostri prodotti dalle pratiche sleali - ha fatto presente la ministra - dobbiamo allearci con il consumatore: perché se lo inganni fai un danno enorme al settore. Il consumatore deve sapere che il biologico è davvero biologico, e il made in Italy è davvero made in Italy. Solo così rafforziamo la nostra produzione".