Non solo i formaggi sotto la scure dei dazi imposti dal presidente Usa Donald Trump per i prodotti importati dall'Ue. Fra i prodotti agroalimentari più colpiti troviamo la categoria liquori, in particolare amari, aperitivi e altre bevande spiritose.

Negli oltre 5,4 miliardi di dollari di fatturato dell'export agroalimentare made in Italy negli Stati Uniti, i prodotti sottoposti al dazio aggiuntivo del 25% valgono 482 milioni, il 9% del totale. Di questi, il 48% è relativo ai formaggi, in particolare Parmigiano Reggiano e Grana Padano, mentre un altro 35% riguarda appunto i liquori, mercato in forte crescita nell'ultimo decennio.

"Non molti sanno che l'Italia condivide con la Germania la leadership mondiale dell'export di liquori – sottolinea Denis Pantini, responsabile agroalimentare di Nomisma – nel 2018 abbiamo venduto oltre frontiera qualcosa come 405 milioni di euro di questi prodotti, contro i 445 milioni dei tedeschi, ma a differenza loro, le cui esportazioni sono aumentate nel decennio del 37%, le nostre sono cresciute di ben il 47%".

Gli Stati Uniti sono il secondo mercato di sbocco per il nostro export di questi prodotti, e insieme ai mercati tradizionali europei (Germania, UK e Francia) assorbono i due terzi del nostro export complessivo. "Dall'elaborazione dell'Osservatorio 'Wine&Spirits' di Federvini curato da Mediobanca assieme a Nomisma emerge che oltre alle multinazionali italiane operanti sul mercato Usa – spiega Gabriele Barbaresco, direttore Area studi di Mediobanca – c'è un importante tessuto di imprese medio-piccole, con fatturato sopra i 10 milioni di euro, per un totale di 2.300 occupati e investimenti per quasi 50 milioni di euro".