Per l’olio extravergine di oliva pugliese è allarme rosso sui prezzi. Prima lo scivolone delle quotazioni registrato dalla Borsa merci di Bari tra il 9 gennaio ed il 12 novembre 2019, dove quello di migliore qualità (acidità non superiore a 0,4%) perde nel periodo considerato il 34,95% del valore, come segnalato da AgroNotizie. Poi la stanchezza della domanda verso l’olio di Puglia che si materializza il 19 novembre, quando la Commissione olio della Borsa merci di Bari non ha raggiunto il numero legale per poter registrare validamente nuovi prezzi.

Sullo sfondo l'aumento delle giacenze di olio extravergine in Puglia di oltre il 40% in un mese che, come documenta AgroNotizie su dati dell'Istituto centrale per la qualità e la repressione frodi, sono stati pubblicati sul sito web del Mipaaf proprio il 19 novembre: data della seduta di Commissione olio finita con un nulla di fatto in Borsa merci a Bari.

La ricaduta della crisi in Puglia è nei numeri: qui l’olivicoltura rappresenta circa il 32% della superficie olivetata nazionale, con 383.000 ettari coltivati - compresi i 6,5 milioni di piante che mostrano sintomi di disseccamento da Xylella fastidiosa - un numero elevatissimo di aziende e oltre 900 frantoi attivi.

E la politica tenta di correre ai ripari: una Commissione unica nazionale per la fissazione dei prezzi, per evitare speculazioni tra le diverse piazze, oppure una politica di sostegno ai frantoi con l’ammasso privato, come previsto dal Regolamento (Ce) 2153/2005 e disciplinato dalle procedure dell'articolo 18, paragrafo 2 del Regolamento (Ce) n. 865/2004. Misure che vadano in ogni caso oltre quanto già pure previsto nella legge 44/2019 che ha convertito il Decreto emergenze in agricoltura. E poi un’opzione per liberare i 5 milioni di euro di aiuti sugli interessi dei mutui verso tutti gli olivicoltori in difficoltà in Puglia.
Sono queste le proposte del Governo, definite “imminenti” il 22 novembre scorso a Montecitorio, dove si è tenuto un incontro tra il sottosegretario alle Politiche agricole Giuseppe L’Abbate e le organizzazioni agricole pugliesi, in vista del Tavolo nazionale della filiera olivicolo olearia che si terrà il 4 dicembre prossimo al ministero delle Politiche agricole e che sarà presieduto dalla ministra Teresa Bellanova.
 

Giacenze di olio extravergine in aumento del 40% in Puglia in un mese

A peggiorare la situazione dei prezzi, nelle ultime settimane, a fronte della prevista ripresa produttiva, è stato l’aumento delle giacenze di olio extravergine in Italia per 19.757 tonnellate, che secondo i dati resi noti da Frantoio Italia - i report compilati dall’Icqrf - sono aumentate dalle 104mila e 173 tonnellate del 15 ottobre alle 123mila e 330 tonnellate del 15 novembre. Tra il 15 ottobre ed il 15 novembre poi, le giacenze di olio extravergine in Puglia sono cresciute di 8.048 tonnellate, pari al 40,73% dell’incremento di giacenze in Italia. E questi dati sono stati rilasciati sul sito web del Mipaaf proprio il 19 novembre, quando è andata deserta la seduta della Commissione olio a Bari.

Le giacenze di olio extravergine in Italia crescono così di un secco + 18,96% in un solo mese e sono spiegate - secondo l'analisi dei flussi di AgroNotizie - per il 93,18% dall’incremento delle giacenze di olio extravergine italiano, passate nel periodo considerato da 44.317 a 62.727 tonnellate, mentre si registra una crescita molto contenuta di giacenze alimentate da altri Paesi produttori Ue. Infine risulta ininfluente sul tutto la diminuzione delle già scarse giacenze di olio extravergine di provenienza extracomunitaria e blend.
La crescita complessiva delle giacenze di olio extravergine in Italia segna per altro una netta inversione di tendenza, rispetto ad un trend calante, registratosi a partire dal 15 marzo scorso, quando iniziavano a diminuire, ma erano ancora attestate a 200mila tonnellate e contribuivano probabilmente ad appesantire il ciclo discendente dei prezzi.
 

Le proposte di L’Abbate

L’Abbate ha riconosciuto come “La crisi che ha colpito l’intera filiera olivicola, in particolare in Puglia, è da ricondurre a vari fattori, oltre la Xylella e le gelate degli ultimi tempi”. È quindi necessario intervenire “tempestivamente, affiancando alle soluzioni a lungo periodo, anche degli interventi imminenti, al fine di scongiurare ulteriori danni alle imprese olivicole del settore già fortemente in difficoltà" ha sottolineato L’Abbate.

Sul sostegno immediato ai frantoi due le misure alternative immediate che saranno valutate: ammasso privato o una Cun. Misure che andrebbero ad affiancarsi agli 8 milioni di contributo in conto capitale, già previsti dalla legge 44/2019 per soccorrere i frantoi in difficoltà.

Sul fronte del sostegno immediato agli olivicoltori, L’Abbate ha proposto la possibilità di trasformare gli aiuti sugli interessi dei mutui – per un valore complessivo di 5 milioni, già previsti dalla legge 44/2019 – in un aiuto generalizzato da offrire a tutti gli olivicoltori pugliesi in difficoltà e da distribuire in regime di de minimis. In caso contrario, sarebbe già pronto per la firma del ministro il decreto per liquidare gli aiuti sui mutui.

“È importante sostenere in ogni modo i frantoi, - ha detto L’Abbate- vista la totale assenza di mercato e una situazione di totale stallo sui prezzi a fronte invece di grandi quantità prodotte, con il rischio di dover sospendere la campagna”.
Per il sottosegretario L’Abbate è necessario anche intervenire “A lungo termine: dobbiamo lavorare per tutelare i produttori dalla concorrenza sleale degli oli spacciati per extravergine con prezzi più bassi rispetto a chi invece rispetta gli standard di qualità, - ha sottolineato- sia attraverso una armonizzazione dell’impianto sanzionatorio sia puntando ad un olio extravergine di oliva di alta qualità”.
 

Coldiretti, sul Psr fermi 40 milioni per lo stoccaggio

Rispetto alle proposte del sottosegretario L’Abbate, Coldiretti Puglia, con riferimento alla possibilità di intervenire con ammassi privati, parla di una occasione persa dalla Regione Puglia che non ha ancora consentito a cooperative e frantoi in tutta la Puglia di utilizzare oltre 40 milioni di euro per le strutture di stoccaggio, che avrebbero potuto far fronte all’attuale stagnazione di mercato per eccesso di produzione”.

“La crisi di liquidità delle azienda olivicole e dei frantoiani derivata dalla mancata attivazione dei provvedimenti sulle gelate previsti dal Decreto Emergenze fa crescere la tensione in campagna”, ha detto Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia. Sulla proposta di spostare i 5 milioni destinati a pagare gli interessi sui mutui agli interventi in de minimis Coldiretti sottolinea come “non risolverebbero in ogni caso i problemi strutturali del settore in Puglia”.

“Resta l’urgenza di costruire finalmente il Piano olivicolo nazionale, quando in Spagna ne hanno già fatti 5 e di rivedere i rapporti all’interno della filiera, coinvolgendo in prima istanza proprio la grande distribuzione, perché i prezzi allo scaffale di olio extravergine di oliva a 3 euro a bottiglia sono inaccettabili. E’ auspicabile che anche lo strumento della Igp Puglia possa sin dal prossimo anno aiutare il settore a crescere in termini di qualità e riconoscibilità del prodotto pugliese sui mercati" ha insistito Muraglia.

Sul versante dei controlli all’import, Muraglia ha ribadito come sia necessario “al più presto il recepimento della direttiva (UE) 2019/633 in materia di pratiche commerciali sleali del 17 aprile 2019, per ristabilire condizioni contrattuali più eque lungo la catena di distribuzione degli alimenti, con l’introduzione di elementi contrattuali e sanzionatori certi rispetto a prassi che finora hanno pesantemente penalizzato i produttori”.
Coldiretti inoltre ha ribadito posizioni note, come la necessità di riformare i reati alimentari, secondo la proposta della Commissione presieduta da Giancarlo Caselli, e la scarsa chiarezza delle etichettature degli oli posti in vendita al consumo, che favoriscono l’import a danno del prodotto nazionale.
 

Confagricoltura Puglia, misure concrete per sostenere le aziende

“La caduta libera del prezzo dell’olio d’oliva va fermata con misure concrete e senza perdere altro tempo”. E’ l’appello lanciato dal presidente di Confagricoltura Puglia, Luca Lazzàro. Il presidente di Confagricoltura Puglia, nel sottolineare l’urgenza di trovare soluzioni efficaci e varare interventi concreti, ha avanzato alcune richieste: abbattimento dei costi fiscali e previdenziali per le aziende del settore olivicolo, misure a sostegno della liquidità per le imprese olivicole, la firma del Decreto attuativo del Piano di rigenerazione dell’olivicoltura pugliese ed in particolare per quella salentina, colpita dal batterio della Xylella fastidiosa e ancora priva di una reale strategia di ripresa. Lazzàro ha anche chiesto verifiche sull'importazione di prodotto estero destinato alla lavorazione per finalità di export.

“Sono tutte misure utili – ha detto Lazzàro a fine riunione - per far ripartire l'olivicoltura, oltre che per arginare la discesa del prezzo e rimettere in moto il mercato dell'olio d'oliva. Sui provvedimenti attuativi per sbloccare i 13 milioni complessivi del Decreto emergenze, di cui 8 milioni per la ripresa dei frantoi oleari in Puglia e 5 per il sostegno della liquidità per le imprese del settore olivicolo-oleario, il sottosegretario ha assicurato che manca solo la firma del ministro.. Su questo versante, naturalmente, staremo col fiato sul collo del ministero delle Politiche agricole, del sottosegretario e del Governo, così come continueremo a stare alle calcagna dell’esecutivo regionale che su diverse questioni cruciali, il Psr su tutte, ha molto da farsi perdonare”.

Lazzàro, che chiede a tutti gli attori della filiera olivicolo olearia di stare “tutti dalla stessa parte”, auspica che “la grande distribuzione sia coinvolta direttamente in questi tavoli, in modo da poter offrire il proprio contributo: la crisi della filiera non può e non deve lasciare la Gdo indifferente”.
 

Copagri, servono ammasso e Cun insieme

Tommaso Battista, presidente di Copagri Puglia, ha espresso “apprezzamento per le proposte messe sul tavolo per risollevare il settore nel breve periodo; con l’ammasso privato, ad esempio, misura già attuata in Spagna e in Portogallo, si potrebbe dare sollievo immediato a tanti produttori, mentre con l’istituzione della Cun sull’olio, che chiediamo da tempo, si contribuirebbe a garantire maggiore trasparenza sui meccanismi che portano alla formazione dei prezzi".

"È evidente, però, che insieme a queste soluzioni tampone
– ha sottolineato - va avviato un serio ragionamento che porti a individuare degli interventi che possano veramente tutelare i nostri produttori”. Nell’immediatezza il presidente di Copagri ha proposto di avviare “con la massima urgenza” una campagna promozionale istituzionale a favore dell’olio di oliva extravergine, che ne illustri compiutamente al consumatore le proprietà nutraceutiche e i costi di produzione.