L’agricoltura del Sud e della Campania possono vincere la sfida dei mercati globali con una svolta in direzione dell’innovazione. Per fare questo l’accompagnamento delle politiche agricole, ai vari livelli di governo, soprattutto regionale, deve essere particolarmente accorto altrimenti è facile ottenere risultati opposti a quali messi in conto.
E’ quanto emerso ieri a Napoli nel Salone delle Grida della Camera di Commercio durante il convegno “L’impresa al centro della politica regionale, gli scenari futuri tra sostenibilità economica, sociale ed ambientale”, promosso da Confagricoltura Campania, con il coinvolgimento di tutte le forze produttive, dei sindacati dei lavoratori e con le conclusioni affidata al presidente e assessore all’Agricoltura della Regione Campania, Vincenzo De Luca, e al presidente nazionale di Confagricoltura Massimiliano Giansanti.

Il presidente di Confagricoltura Campania, Fabrizio Marzano, tenendo il suo discorso di saluto ed indirizzo, nel ricordare l’importante ruolo della rappresentanza dei legittimi interessi imprenditoriali nello sviluppo delle politiche di sviluppo dell’impresa, ha sottolineato il valore del tema dell’innovazione per la crescita e la sostenibilità delle imprese, che non potrà essere disgiunto dall’azione positiva della politica nei prossimi anni, per sostenere le sfide dell’internazionalizzazione. Il governatore campano De Luca, nelle conclusioni conferma l'apertura al dialogo con le organizzazioni agricole in vista della redazione del Programma di sviluppo rurale 2021-2027.
 

Marzano: "Innovazione sia fattore di successo del territorio"

“Dobbiamo organizzare la produzione, ma abbiamo l’esigenza che la politica scelga cosa fare e dove investire: per noi è facile dire che occorre scegliere l’innovazione" ha affermato Marzano.
Il presidente di Confagricoltura Campania, per sottolineare l’esigenza di innovare profondamente le aziende agricole della regione ha detto: “Senza innovazione non c’è sostenibilità ambientale ed economica, e chiediamo con molta serenità di togliere qualche trattore e inserire qualche drone nel prossimo Piano di sviluppo rurale.”
Sul come scegliere i territori dove investire nel prossimo Piano di sviluppo rurale, Marzano ha ricordato: "Pianure ad agricoltura forte e zone svantaggiate: occorre legare i progetti economici nei piani di sviluppo rurale alla pianura forte; del resto non vi è Paese europeo che non abbia pianure forti ed anche di conseguenze aree interne forti, queste ultime sostenute dallo sviluppo economico delle prime”.
 
“Io sono convinto che le aziende se sono innovative sono forti – ha detto Marzano ed ha avvertito - Ma per stare sul mercato mondiale, dobbiamo costruire progetti di filiera e avere un’offerta credibile. Che è una condizione necessaria, per essere efficienti, ma non sufficiente, perché il sostegno della politica è essenziale”. 
Sul ruolo della politica nazionale Marzano ha segnalato: “Attendiamo novità dal ministro Giuseppe Provenzano, che ha annunciato il Piano per il Sud. Siamo certi che si possa mettere a sistema questo intervento con le politiche regionali”. 
Infine ha concluso: “Bisogna fare della Campania una regione di successo. E per farlo occorre investire in innovazione. E’ in questo spirito che abbiamo aperto questo confronto a tutti gli organismi di rappresentanza degli interessi imprenditoriali”.
 

Giansanti: "Innovazione per la competitività"

Massimiliano Giansanti, presidente nazionale nazionale di Confagricoltura, è intervenuto dopo le altre forze produttive. E ha segnalato: “Ci sono delle parole d’ordine: innovazione, mercato, investimenti, infrastrutture, lavoro, e il tema della ricerca. Credo che siano il momento unificante di tutte le associazioni”.
“Nelle proposte delle associazioni di imprese per lo sviluppo dei territori va sottolineato che non siamo più imprenditori italiani o campani, ma globali ha sottolineato Giansanti - Il settore dell’agroalimentare è fondamentale nell’economia del Paese, ma il mercato globale ha messo in difficoltà tutti, perché il prezzo dei nostri beni varia di giorno in giorno”. E ancora: “In questo scenario di mercato globale e di competitività estrema il settore agroalimentare deve avere la forza di reagire”.
“Abbiamo la responsabilità delle proposte”
ha detto ancora Giansanti, perché : “Sono oltre 40 anni che in Italia non c’è una strategia sull’agroalimentare, l’ultimo è stato il ministro Giovanni Marcora ad avere una visione dell’agricoltura italiana. Questo significa che abbiamo perso il punto di vista dell’economia”.

Sui dazi Giansanti ha sottolineato come “L’applicazione dei dazi negli Usa ha fatto crollare i prezzi dei principali prodotti agricoli italiani”. E che “I governi di Usa, India e Brasile sostengono i propri agricoltori e allevatori, lo stesso fa il governo cinese”. Giansanti ha poi ricordato il caso paradossale dei dazi in Russia: “Abbiamo pensato di chiudere il mercato alla Russia pensando di metterla in difficoltà, ma il governo della federazione russa sta incentivando produzioni locali che quando le frontiere si apriranno faranno concorrenza ai nostri prodotti. Infine stigmatizza: “In una recente indagine dello Studio Ambrosetti, l’unico settore che cresce all’interno delle filiere agroalimentari è quello dell’intermediazione: occorre superare questo elemento distorsivo”.

Ma politica deve anche nel concreto sostenere la competitività, anche con misure collaterali, non specifiche del settore: “Se tutte le associazioni d’impresa sono contrarie alla plastic tax è perché in una regione dove si produce latte o verdura in IV gamma questa rappresenta una difficoltà: si rischia di perdere gli investimenti in quei segmenti". E se per Giansanti è necessario “Rilanciare la sfida del mercato e il made in Italy deve rimanere un caso di successo", è pur vero che "Non è possibile farlo con il prezzo del gasolio più alto della Spagna, specie perché le nostre merci viaggiano su gomma: occorre mettere sul tavolo tutto quello che non funziona”.
Giansanti ha poi sottolineato l’esigenza di far ripartire i consumi interni.
 

De Luca, il punto sulle politiche agricole in Campania

De Luca, ultimo ad intervenire, approfitta dell’occasione per fare il punto sulle politiche agricole in Campania. Contrario alla plastic tax, che pesa sulla IV gamma De Luca si è così impegnato: "La Regione Campania darà agli agricoltori quanto lo Stato toglierà loro”. E poi: “Noi dobbiamo finanziare la ricerca per avere plastica biodegradabile, invece scarichiamo tutto sulle imprese”.

Sui pagamenti e la misura di garanzia della Banca europea degli investimenti in Campania il governatore ha detto: “Stiamo prendendo decisioni per le imprese agricole, presto saranno operativi i fondi di garanzia Bei ad hoc per la nostra regione”. Su Agea De Luca sembra fare retromarcia rispetto alle intenzioni dei mesi scorsi: “Avremmo voluto un’Agenzia nostra di pagamenti, ma Agea si è messa a regime”. Formazione in agricoltura: in futuro si conta di fare “Cose efficaci per quanto riguarda la formazione. Occorre partire dalle esigenze di formazione delle aziende per formare i giovani”. Sui Consorzi di bonifica De Luca ha detto: “La nuova legge di regolamentazione l’abbiamo fermata: ci sono talmente tanti debiti accumulati che non si riesce a capire chi deve accollarseli. So che c’è il problema, ma non siamo riusciti a fare qualcosa per ora, per cui chiedo scusa”.

Sui Piani di sviluppo rurali, per quanto riguarda la programmazione 2014-2020 De Luca ha ribadito: “Il Psr approvato dopo il 2015, quello non fatto da noi, non era perfettamente calzante, costantemente le domande delle imprese nelle misure strutturali sono state doppie delle disponibilità dei bandi”. De Luca ha ricordato come in ogni caso siano stati "già pagati 600 milioni di euro a favore di 27mila imprese. Infine, per la futura programmazione: “Dobbiamo migliorare l’organizzazione della struttura dell’assessorato. Sul vecchio Psr dobbiamo chiudere nella maniera meno indolore possibile. E definire insieme il nuovo Psr: la regione avrà il compito di definire le strategie a tutela di tutti”.