La liberalizzazione dei nuovi impianti di olivo – con le cultivar di Fs17 e Leccino, nella zona infetta da Xylella fastidiosa non soggetta alle norme di contenimento - non basta ancora a sbloccare la rinascita dell’agricoltura nell’area del Salento: sfugge all’accordo taglia burocrazia tra i ministeri per le Politiche agricole ed i Beni culturali il caso dei progetti di diversificazione produttiva, ovvero dell’impianto di arboree differenti dall’olivo.

Sembra un’inezia, ma su questa partita, quella della diversificazione colturale, potrebbero esserci progetti fino a 8 milioni di euro, finanziabili solo sulla legge di bilancio dello Stato per il 2019 – commi 657 e 660 dell’articolo 1 -  tra  l’anno in corso ed il 2021, mediante lo strumento del contratto di distretto operante nel Salento, tramite il Distretto agroalimentare di qualità ionico salentino. Senza contare i progetti di diversificazione produtiva pure ammessi dalla misura 4.1.C del Programma di sviluppo rurale Puglia 2014-2020 dedicata alla ristrutturazione aziendale per uscire dalla Xylella fastidiosa.

“Bene l’accelerazione impressa dal ministro Teresa Bellanova sul protocollo per i reimpianti in area infetta da Xylella che supera ogni vincolo a varietà e sesti di impianto di olivo. Resta la vitale necessità di liberalizzare tutte le pratiche agronomiche, non condizionando i reimpianti alle sole varietà olivicole resistenti, per non vanificare progettualità e finanziamenti per la diversificazione delle filiere agroalimentari e la rigenerazione del Salento" ha affermato il presidente di Coldiretti Lecce, Gianni Cantele, nel corso dell’incontro con il sovrintendente di Lecce, Brindisi e Taranto, Maria Piccareta, a cui è stato chiesto con forza di farsi portavoce al Mibact del disastro colposo avvenuto in Salento a causa della Xyella e dei ritardi dell’amministrazione regionale nella gestione dell’emergenza.

Cantele ha ricordato come siano molto importanti le attività di diversificazione “che passano anche attraverso il Distretto agroalimentare di qualità ionico salentino”.
“La liberalizzazione dei reimpianti con l’adeguata diversificazione colturale è un passaggio fondamentale – ha sottolineato Cantele - per una ricostruzione efficace dal punto di vista economico e paesaggistico, puntando oltre che sulle due varietà resistenti di ulivo Leccino e Fs17, sempre con il supporto della scienza, su altre specie tipicamente mediterranee come il mandorlo o il fico, perché bisogna ridare agli agricoltori le chiavi delle loro aziende e il loro futuro, attraverso i reimpianti, gli innesti e la sperimentazione, privilegiando tutte le piante ospiti appartenenti a varietà per le quali vi sia una evidenza scientifica, anche se non definitiva, su tolleranza e resistenza al batterio”.

Il Distretto agroalimentare di qualità ionio salentino ha, tra gli obiettivi, la promozione della diversificazione delle attività delle aziende agricole, il rafforzamento e la costituzione di reti di imprese e la valorizzazione delle risorse culturali, della ruralità e dell'offerta agrituristica ed enogastronomica esistente sul territorio, “strategie finanziate che corrono il rischio di essere bloccate da vincoli e obblighi che vanno necessariamente superati a livello nazionale e regionale”, ha concluso il presidente Cantele.