In breve

  • La brillante idea di due giovani imprenditori calabresi che vendono le loro clementine nei distributori automatici.
  • Per gli agrumi è crisi di produzione e di prezzo, complice la distribuzione organizzata con le sue politiche di vendita sottocosto.
  • Giù anche i prezzi di uve e olive. Aumenti con il contagocce per il latte.
  • Le immatricolazioni europee di macchine agricole segnano il passo e si cerca di risollevare il mercato puntando sull'export.
  • Quasi sconfitta la peste suina africana in Sardegna. Ma Bruxelles non toglie l'embargo.
  • La carne bovina di qualità, sotto l'insegna del Consorzio sigillo italiano, ha ora l'opportunità di farsi conoscere sulle grandi superfici di vendita.
  • Negli Usa trionfa il latte vegetale, produrlo costa poco e si vende a caro prezzo. A farne le spese è il latte di vacca.
  • "Noi seminiamo e i cinghiali raccolgono". E gli agricoltori protestano per i danni causati dagli animali selvatici.
  • Ancora fari puntati su cimici asiatiche e Xylella. In arrivo rimborsi e via libera ai reimpianti.

Questi sono solo alcuni degli argomenti incontrati sui quotidiani in edicola in questi ultimi giorni. Vediamoli più in dettaglio di seguito.
 

Clementine come snack

Una moneta nel distributore automatico e invece del solito snack o di una bibita ecco arrivare una bella, sana e saporita clementina.
E' il progetto messo in atto da due giovani imprenditori calabresi, raccontato l'8 novembre dal “Quotidiano del Sud”.
Frutta scelta, confezionata in scatole da due o tre pezzi e disponibile nei distributori automatici. Una via anche per uscire dalla guerra al ribasso che ha portato al prezzo irrisorio degli agrumi.

E infatti non parte bene la stagione degli agrumi, con la produzione in calo a causa del clima e con prezzi di mercato bassi, a dispetto del minor raccolto.
E' questo il quadro della situazione presentato il 9 novembre dalla “Gazzetta di Potenza”, mentre nello stesso giorno la “Nuova del Sud” raccoglie l'allarme lanciato dalla Cia a proposito della caduta produttiva, aggravata da una minore qualità.
Complicata la situazione agrumicola descritta dal “Quotidiano del Sud” per il Metapontino, dove i prezzi sono schiacciati dalle politiche commerciali della distribuzione organizzata.
 

Olive e uva in sofferenza

Non va meglio per le olive, con la “Gazzetta di Bari” che parla di un'annata da dimenticare e di olive buone solo per essere avviate alla molitura, con prezzi che non coprono nemmeno i costi di produzione.
Situazione analoga quella descritta da "La Nazione" del 14 novembre per le olive prodotte in Toscana, con un calo della produzione che si aggira sul 20%.

Anche quando i prezzi lasciano qualche margine di redditività, agli agricoltori rimane però ben poco del valore che si sviluppa lungo la filiera del cibo. Lo denuncia “Avvenire” del 10 novembre riportando i dati emersi da The European House-Ambrosetti, dal quale emerge che solo il 5,1% rimane al comparto agroalimentare e di questa piccola cifra solo il 17,7% va agli agricoltori.

Alla lista delle produzioni in difficoltà “La Stampa” del 14 novembre aggiunge le uve piemontesi destinate alla produzione del Nebbiolo da Barolo, con prezzi scesi di oltre il 20%. Sorte analoga per le uve per il Langhe Nebbiolo e per il Dolcetto d'Alba.
Persino il Prosecco, dopo una continua crescita dell'export, segna ora una battuta d'arresto. Sono gli effetti, scrive la "Tribuna di Treviso" del 14 novembre, delle incertezze che pesano su Regno Unito e Germania.

Si addensano ombre anche sulle macchine agricole, le cui immatricolazioni segnano il passo in tutta Europa, penalizzate fra l'altro dai dazi americani e dalle possibili conseguenze della Brexit.
Questi i timori espressi dalle pagine de “La Stampa” del 10 novembre da Unacoma, l'associazione delle industrie di questo settore, che per evitare un accentuarsi della crisi preme per aumentare l'export verso i paesi asiatici.


Un prezzo per il latte

Il mondo degli allevamenti saluta con apparente favore l'accordo per il prezzo del latte da applicare alle produzioni di questo 2019.
In pratica, come si apprende dal quotidiano piacentino “La Libertà” dell'8 novembre, l'aumento medio sarà di appena 0,5 centesimi al litro.
Altri dettagli dell'accordo sul prezzo del latte, con i conguagli per i primi mesi dell'anno e i prezzi sino al prossimo dicembre, si possono leggere sul giornale cremonese “La Provincia” del 9 novembre.

Il mondo lattiero caseario guarda però con una certa apprensione come sta evolvendo il consumo di latte.
L'esempio degli Usa non è confortante, tenuto conto della crescita dei prodotti a base vegetale, che erodono lo spazio del consumo di latte di vacca.
Un tema al quale dedica un ampio servizio "Repubblica" del 14 novembre, evidenziando che a guadagnarci sono soprattutto i produttori di queste bevande vegetali realizzate a basso costo e vendute a prezzi alti.

Soddisfazione anche per gli allevatori di bovini da carne, che finalmente vedono coronare i loro sforzi concludendo un accordo per la vendita delle carni con il marchio "Q" del Consorzio sigillo italiano sugli scaffali di un importante gruppo della distribuzione organizzata.
Se ne parla in una breve nota pubblicata il 13 novembre da “Italia Oggi”.
 

Sardegna, resta l'embargo

Gli allevatori di suini della Sardegna erano pronti a festeggiare la fine dell'embargo che dura da decenni a causa della peste suina.
Il via libera lo si attendeva, come scrive “Nuova Sardegna” del 12 novembre, dalla visita nell'isola del commissario europeo alla Sanità, Vytenis Andriukaitis.

Ma ancora la “Nuova Sardegna”, del 14 novembre in questo caso, conferma che l'embargo non può essere tolto a causa della presenza di un limitato numero di suini allo stato brado in "zona rossa", dove il virus minaccia di ripresentarsi.
 

Attenti al selvatico

Il tema della peste suina africana riconduce alla presenza dei cinghiali, che rappresentano un serbatoio di questo virus, ma al momento più che gli aspetti sanitari sembrano destare preoccupazione i danni arrecati alle colture dalla eccessiva presenza di selvatici.

La Libertà” dell'8 novembre invoca a questo proposito una riforma radicale del quadro normativo, che apra la via ad un loro contenimento.
Nell'astigiano gli agricoltori affidano alle pagine de “La Stampa” del 10 novembre il loro sfogo, che si riassume nella frase "noi seminiamo e i cinghiali raccolgono".
Gli fa eco il giorno seguente “Il Secolo XIX”, dove gli agricoltori liguri lanciano provocatoriamente la proposta di consentire la caccia al cinghiale tutti i giorni.

Le preoccupazioni degli agricoltori sfociano nella protesta che giunge a Roma sotto le finestre del "Palazzo", come raccontano il 13 novembre “Il Giornale di Vicenza” e “Saluzzo Oggi”.


Tra Roma e Bruxelles

Vedremo come risponderà l'Esecutivo alle proteste degli agricoltori per i danni dei selvatici. Nel frattempo i produttori di aceto balsamico, di Parmigiano Reggiano e di Grana Padano apprendono dal “Corriere di Bologna” dell'8 novembre che queste produzioni a denominazione di origine rientrano fra quelle tutelate nell'ambito degli accordi di scambi commerciali fra Unione europea e Cina.

Il settore agricolo chiede non solo tutele, ma di essere accompagnato nel processo di innovazione tecnologica e dalle pagine di “QN” dell'11 novembre lamenta l'eccesso di burocrazia, che rende difficile ottenere sostegni alla crescita tecnologica.

Invece di aiuti arrivano ulteriori orpelli, come nel caso della tassa sulla plastica, che rischia di penalizzare, come scrive “Italia Oggi” del 12 novembre, proprio il settore agroalimentare.
Situazione analoga per la tassa sullo zucchero, che potrebbe abbattersi sugli ultimi due zuccherifici italiani sopravvissuti alle quote imposte da Bruxelles.
Ora, come sottolinea "Il Sole 24 Ore" del 14 novembre, il nostro paese dipende per l'85% dall'estero.

Alle decisioni prese a Roma si aggiungono quelle di Bruxelles e dalla Lombardia arriva un grido di allarme sulle proposte di tagli al bilancio 2020-2021, che secondo “Libero” del 12 novembre potrebbero sottrarre 32 milioni all'agricoltura di questa regione.
 

Cimici e Xylella

Non cessa l'allarme per i danni causati dalle cimici asiatiche, che dopo aver devastato ampie aree del Nord, ora interessano anche la Sardegna, come si legge l'8 novembre sulla “Nuova Sardegna”.

In Veneto l'assessore all'Agricoltura, Giuseppe Pan, illustra dalle pagine de “L'Arena” del 10 novembre come intende procedere per rimborsare i danni subiti dagli agricoltori, confermando che i sostegni scatteranno solo in presenza di perdite che superano il 30%.
Nello stesso giorno “Il Resto del Carlino” denuncia come nel cesenate gli attacchi della cimice asiatica siano stati sottovalutati.

La “Gazzetta del Mezzogiorno” del 9 novembre conferma che da Bruxelles arriva la decisione, appoggiata da Italia, Francia e Portogallo, di ridurre in Puglia i confini della "zona rossa" dove si è presentata la Xylella.
Ancora sulla “Gazzetta del Mezzogiorno”, del 12 novembre in questo caso, arriva infine la conferma che la Regione Puglia ha dato il proprio assenso al protocollo sui reimpianti con cultivar resistenti alla Xylella.

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