Come sbloccare i reimpianti nella zona infetta da Xylella fastidiosa al di sotto della fascia di contenimento di 20 chilometri dall’area indenne dove 46 milioni di euro di fondi pubblici – a valere sul Programma di sviluppo rurale 2014-2020 con fondi propri per 16 milioni e con altri 30 milioni del Fondo sviluppo e coesione - attendono di essere spesi? Negli ultimi giorni Coldiretti Puglia ha formulato alcune proposte sul tema dei vincoli paesaggistici che ancora si attardano sull’area e su quello dei freni all’utilizzo della FS17 a causa del brevetto in capo al Cnr.
 

Una circolare interministeriale per i vincoli paesaggistici

Intanto c’è il tema dell’utilizzo delle cultivar di olivo resistenti al batterio, che pur ammalandosi restano produttive - Leccino e Favolosa (o FS17) - sulle quali va fatta chiarezza: sono al momento le uniche utilizzabili, e devono poter essere piantate, come dispone la legge 44/2019, in deroga ad ogni altra norma esistente anche di natura paesaggistica e ambientale. Uno degli scogli rimasti è quello delle autorizzazioni della Sovrintendenza ai Beni culturali e ambientali.

Serve una circolare del ministero dei Beni culturali, concertata con il ministero delle Politiche agricole, che liberalizzi i reimpianti perché riconosciuti normale pratica agricola per accelerare la ricostruzione del Salento devastato dalla Xylella fastidiosa". E' il percorso annunciato nel corso di un incontro organizzato la scorsa settimana da Coldiretti Lecce, a cui hanno partecipato il sovrintendente ai Beni artistici ed ambientali di Lecce, Brindisi e Taranto, Maria Piccareta, il subcommissario dell’Arif, Francesco Ferraro, il presidente dell’Ordine degli agronomi di Lecce, Rosario Centonze, accompagnato da Oronzo Milillo dell’Ordine regionale degli agronomi e Angelo Patera su delega del Commissario straordinario dei Consorzi di bonifica.

Si tratta di una sorta di uno “sbocco obbligato – sottolinea Coldiretti Puglia in una nota - se si pensa che solo 60 sono le domande giunte alla Sovrintendenza, di cui solo 30 da istruire, proprio perché gli agricoltori sono diffidenti e sfiduciati”. Il tutto a fronte di ben 1004 domande ammesse a finanziamento sulla misura 4.1C del Psr dal Dipartimento agricoltura di Regione Puglia, quella che finanzia i reimpianti in zona infetta.

In futuro ci saranno anche altre varietà. Ma è ancora presto per dirlo. “Sono 15mila i semenzali ‘osservati speciali’ che potranno accompagnare le due varietà resistenti Leccino e FS17 nel percorso di ricostruzione produttiva, economica e paesaggistica del Salento, così come si deve puntare, sempre con il supporto della scienza, su altre specie tipicamente mediterranee come il mandorlo o il fico, perché bisogna ridare agli agricoltori le chiavi delle loro aziende e il loro futuro, attraverso i reimpianti, gli innesti e la sperimentazione, privilegiando tutte le piante ospiti appartenenti a varietà per le quali vi sia una evidenza scientifica, anche se non definitiva, su tolleranza e resistenza al batterio”, ha detto Gianni Cantele, presidente di Coldiretti Lecce, in apertura dei lavori.
 

Ampliare la base dei vivai autorizzati ad FS17

L’attività di reimpianto è inoltre rallentata  dalla “discutibile difficoltà creata – afferma Coldiretti Puglia – dal regime di monopolio delle piante di FS17 e relative marze da utilizzare negli innesti”. La Favolosa è assoggettata a brevetto da parte del Cnr, che si riserva di autorizzare i vivai all'utilizzo della cultivar.

“Bisogna allargare la base dei vivai. Al punto in cui siamo oggi, perdere anche un solo mese significa perdere un altro anno e non ce lo possiamo permettere. Per questo è importante che si allarghi la base dei vivai autorizzati alla gestione della FS17, liberalizzando il materiale genetico della Favolosa anche per l’innesto su piante monumentali, in modo che appena si sblocca il divieto di innesto e sovrainnesto, ogni olivicoltore sia messo nelle condizioni di poter procedere liberamente, senza soggiacere a inaccettabili speculazioni”, ha detto Giovanni Melcarne, delegato di Coldiretti/Unaprol.

“A nulla sono serviti i continui richiami formali di Coldiretti e Unaprol – ha insistito Angelo Corsetti, direttore di Coldiretti Puglia – a partire dal 6 marzo 2017 affinché, proprio alla luce del disastro causato dalla Xylella in Puglia, Il Cnr concedesse un contratto di licenza per l’utilizzo di nuove varietà vegetali nel settore olivicolo. L’istanza è tuttora inspiegabilmente senza risposta”.