Lo scorso 15 ottobre si è tenuto a Colloredo di Monte Albano (Ud) il convegno Agricoltura 4.0 - Opportunità e servizi, avente come obiettivo quello di evidenziare le buone pratiche, le nuove tecnologie, le possibilità di investimento e i punti di forza di un settore in costante evoluzione. L'evento, organizzato dal Consorzio comunità collinare del Friuli, il Polo tecnologico di Pordenone e il Cluster agroalimentare AgriFoodFVG, ha avuto anche la partecipazione di una delegazione di esperti internazionali, in visita per un programma di ricerca bilaterale Ue-Armenia.

Dopo i saluti istituzionali, Pierpaolo Rovere, direttore di AgriFoodFVG, ha illustrato le attività del cluster a favore delle startup agricole e delle ristrutturazioni aziendali, evidenziando la nuova sfida della sostenibilità ambientale della produzione agricola ed il lavoro fatto in regione per redigere una linea guida.
Per ulteriori approfondimenti in merito, si consiglia il documento Il ruolo della bioeconomia nell'economia circolare regionale europea.

Mariano Paladin, presidente del Consorzio Colli Orientali Ramandolo ha spiegato le tipicità della filiera friulana del vino, che punta alla qualità piuttosto che alla quantità. La produzione locale rappresenta solo il 2% della produzione nazionale, ma è caratterizzata da una forte componente di prodotti certificati Doc e Docg.

Con la sigla Doc (Denominazione di origine controllata), si intendono quei vini che vengono prodotti con uve raccolte in una determinata zona. Il marchio Doc che viene apposto sulle etichette di vino serve per individuare un prodotto di qualità con caratteristiche ben precise, fatto con materie prime di una zona specifica, seguendo un disciplinare di produzione approvato con un decreto ministeriale. Prima di essere messo in commercio, un vino Doc viene analizzato per verificare che rispetti i requisiti previsti dal disciplinare. Di solito, un vino diventa Doc se ha mantenuto la denominazione Igt (Indicazione geografica tipica) per almeno cinque anni. La certificazione Doc non garantisce solo la provenienza del vitigno, ma anche la qualità del prodotto. Quando un vino è stato almeno dieci anni tra i Doc, può passare alla denominazione Docg (Denominazione di origine controllata e garantita), che conferisce ancora più prestigio all'etichetta.

Non tutti i vini Doc diventano Docg, ma solo quelli che superano le analisi organolettiche e chimico-fisiche per certificare il rispetto dei requisiti previsti dal disciplinare. In totale, il Friuli vanta otto zone Doc (Foto 1) e tre Igt: Tre Venezie e Venezia Giulia - applicabili a tutto il territorio regionale - e Alto Livenza - circoscritto alla provincia di Pordenone e condiviso con la provincia di Treviso.

Nella pratica, però, il 43% del territorio regionale è area montana, con produzione di vino nulla. La produzione si sviluppa sul 19% del territorio corrispondente all'area collinare ed il restante 38% di pianura. I vini di queste zone sono perlopiù bianchi: il prezioso Picolit, famoso "vino da meditazione", il Tocai friulano, il Verduzzo friulano, tra le cui varietà il pregiato Ramandolo, il Malvasia Istriana, il Ribolla, il Prosecco, chiamato anche con il nome sloveno Glera, che occupa 14.500 ettari distribuiti su tutta la regione, e i classici Chardonnay, Pinot Bianco, Pinot Grigio, Riesling, Sauvignon e Traminer Aromatico. I vini neri sono: Refosco dal Peduncolo Rosso e Refosco Nostrano, Merlot, Cabernet, Cabernet Sauvignon, Pinot Nero, Schioppettino e Terrano.

Mappa delle denominazioni Doc friulane
Foto 1: Mappa delle denominazioni Doc friulane
(Fonte foto: Consorzio Doc Fvg)

In seguito Alberto Miotti del Polo tecnologico di Pordenone ha illustrato il quadro legislativo a supporto delle aziende che investono in tecnologie classificate come industria 4.0, nelle quali rientra l'agricoltura 4.0 (informazioni dettagliate sui bandi per ricerca e le tecnologie specifiche nella pagina del Mise).

Nella legge di Bilancio 2019 sono state previste diverse agevolazioni per le aziende che investono in talune tipologie di macchine intelligenti, interconnesse, il cui elenco è categorizzato nell'Allegato A collegato all'art. 1 comma 11 della legge di Bilancio n. 232/2016 a cui fanno riferimento poi l'art. 1 comma 30 legge 205/2017 e l'art. 1 comma 60 della legge 145/2018. Le agevolazioni consistono nell'applicazione del super ammortamento e l'iper ammortamento:
  • Super ammortamento. Si applica ad imprese e professionisti e consiste in un incremento del 30% del costo fiscale di beni materiali strumentali. Vale solo per le imposte sui redditi e non ai fini Irap. Può essere portato extra-contabilmente in deduzione del reddito attraverso l'effettuazione di variazioni in diminuzione in dichiarazione.
  • Iper ammortamento. Riservato alle imprese, consiste nella maggiorazione del 170% del costo deducibile di tutti i beni strumentali categorizzati in documenti del Mise. E' prevista un'ulteriore maggiorazione del 40% per il costo deducibile di beni immateriali (software) funzionali ai suddetti beni strumentali. 

La fruizione del super e dell'iper ammortamento avviene in maniera del tutto automatica. In fase di redazione del bilancio: si calcola la quota di ammortamento poi la si deduce dal reddito imponibile e infine si calcolano le imposte dovute su quell'imponibile ridotto.

Occorre allegare al bilancio l'autocertificazione del titolare dell'impresa o del legale rappresentante o la perizia - obbligatoria per beni di valore maggiore di 500mila euro - che attesta che il bene possiede i requisiti per usufruire dell'iper ammortamento.
I servizi alle aziende, offerti dal Polo tecnologico di Pordenone nell'ambito industria 4.0 sono:
  • Digital assessment/Bussola digitale. Si tratta di un dialogo e di un confronto continuo tra gli esperti del Polo e l'azienda, per individuare le azioni e priorità di sviluppo necessarie per definire il percorso di trasformazione digitale. E' propedeutica e di supporto a scelte strategiche da compiere prima di effettuare investimenti nella digitalizzazione dell'azienda.
  • Analisi del Piano investimenti. Serve a valutare se l'investimento si inserisce nelle priorità emerse nella fase di assessment digitale e se ci sia integrabilità e coerenza tecnologica con quella che sarà l'evoluzione del processo produttivo/organizzativo. Il passo successivo è la verifica che l'investimento previsto ricada tra quelli compresi dai benefici fiscali del Piano nazionale industria 4.0, al fine di ottimizzare gli impegni economico-finanziari e massimizzarne la resa.
  • Attestazione di ammissione all'iper ammortamento. Il servizio, rivolto ai produttori di beni, verifica la rispondenza ai requisiti di industria 4.0 e la conseguente ammissibilità del bene stesso alle agevolazioni fiscali per l'acquirente. Il documento rilasciato dopo la fase di verifica attesta la rispondenza ai requisiti di industria 4.0 da parte del bene e ne costituisce una leva per la commercializzazione.
  • Analisi tecnica & perizia giurata. A richiesta dell'azienda acquirente di un bene di valore maggiore di 500mila euro, si procede alla redazione ed ottenimento della perizia giurata che attesta la rispondenza dei requisiti necessari per godere dell'iper ammortamento del cespite.
  • Credito d'imposta. Supporto nell'analisi delle attività di individuazione e consulenze per la rendicontazione delle spese agevolabili, ossia delle spese finalizzate all'innovazione organizzativa, di processo, di prodotto, di servizio e commerciale.
  • Accompagnamento alla trasformazione digitale. Congiuntamente con altri dodici partner della Digital innovation Hub - DiEX, il Polo tecnologico di Pordenone accompagna l'azienda nella sua trasformazione digitale aiutandola a padroneggiare i cambiamenti ed ottenere risultati concreti sul suo business.

Dopo la descrizione dei servizi offerti dal Polo tecnologico di Pordenone, sono stati presentati due casi di studio. Il primo riguarda la Tenimenti Civa, azienda vitivinicola che, sposando i principi di industria 4.0, ha progettato e costruito un nuovo impianto per la lavorazione dell'uva e la trasformazione del vino (Foto 2), nel quale ogni dispositivo meccanico e di trasformazione chimico-fisica è asservito ad una intelligenza centralizzata (Foto 3) che, attraverso l'integrazione di hardware e software, consente il monitoraggio e la tracciabilità della produzione.

Particolare di integrazione hardware nell'impianto di vinificazione
Foto 2: Particolare di integrazione hardware nell'impianto di vinificazione
 

Una schermata del sistema di gestione centralizzata
Foto 3: Una schermata del sistema di gestione centralizzata

Il secondo caso di studio è stato presentato dall'ing. Luca Rigon di Agroservizi Srl. L'azienda ha sede centrale ad Arquà Polesine (Ro) ed offre servizi di ottimizzazione dei processi agricoli. Nel caso concreto di agricoltura 4.0, tali servizi includono: la guida alla scelta e la formazione per l'utilizzo delle tecnologie per ridurre i costi ed aumentare la qualità, l'installazione di tali sistemi ed il monitoraggio ed assistenza remota ai clienti connessi. Il progetto consiste nell'implementazione di una serie di tecnologie in un'azienda pilota a Bagnoli di Sopra (Pd). L'azienda si propone di raccogliere, a partire dalla primavera 2020, il maggior numero possibile di informazioni sul campo, l'estensione della digitalizzazione del ciclo produttivo e la misurazione reale dei benefici ottenibili (Foto 4). Verranno integrati in un unico sistema: una piattaforma per la gestione dei dati Climate Fieldview, dei sistemi di telediagnosi della Maschio Gaspardo ed il sistema di teleassistenza della Treamplia.


Lo sviluppo concettuale della Agroservizi Srl
Foto 4: Lo sviluppo concettuale della Agroservizi Srl
(Immagine gentilmente fornita dall'ing. Luca Rigon)


Conclusioni

Le tecnologie abilitanti a beneficiare del pacchetto di agevolazioni previste da industria 4.0 consentono all'azienda agricola di aumentare la sua competitività mediante l'aumento della qualità, la tracciabilità della filiera, il controllo digitale di ogni fase del processo produttivo e la maggiore efficienza nell'utilizzo delle risorse.

La legge di Bilancio 2019 mette a disposizione una serie di incentivi agli investimenti ed implementazione di tecnologie digitali, ma è necessario un oculato studio da parte di esperti esterni, e nel caso di investimenti maggiori di 500mila euro anche una perizia giurata per assicurarsi di investire nelle tecnologie espressamente riconosciute dalla normativa e non incorrere in sanzioni. Le autodichiarazioni richieste per beneficiare del super e l'iper ammortamento non vanno sottoscritte alla leggera!
 

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