Non sono belle cose.
Parliamo di un dato veramente inquietante, quello diramato da FruitImprese riguardante l'import/export di frutta e verdura in Italia nei primi sei mesi dell'anno.

Per la prima volta nella storia il nostro paese è in rosso: ovvero, per ora solo in volume, le importazioni hanno superato le esportazioni.
Da gennaio a giugno di quest'anno l'Italia ha esportato circa 1,7 milioni di tonnellate di prodotti per un valore di 2,1 miliardi di euro a fronte di un import di 1,9 milioni di tonnellate di prodotti per un valore di poco superiore ai 2 miliardi di euro. Si tratta di un dato epocale: storicamente una delle voci commerciali più importanti per il nostro paese è stata rappresentata dal settore ortofrutticolo.
Si guardi bene che non importiamo in maniera crescente frutta esotica ma tutti i tipi di ortofrutta, compresi quelli abbondantemente prodotti da noi. E' la "mano invisibile" del mercato, baby.

Qui c'è la necessità di fare più di un appello.
Il primo alle autorità perché mettano mano a politiche fattive sull'export e per esempio cerchino velocemente di risolvere i problemi legati alle barriere fitosanitarie che impediscono l'export dei nostri prodotti in tanti paesi: si smetta di dormire e si investa in personale pubblico qualificato.
Il secondo alla grande distribuzione che chiede molto per dare (molto) poco. Proprio in questi giorni una grande catena ha fatto circolare un lettera ai propri fornitori chiedendo un intervento "una tantum" in forma di contributo o sconto commerciale per la propria politica di rilancio.
Poveri loro, con il piattino in mano a piatire - per la serie: ci vuole una bella faccia da tolla.

Invece di perdersi in geremiadi e in campagne che promuovono il territorio e il km 0 dovrebbero impegnarsi a vendere ottimi prodotti nazionali, sarebbe meglio per tutti.
Perché quello che si dice (non) sia meglio di quel che si fa.