Prevista una prima dotazione finanziaria di 80 milioni di euro in tre anni per le imprese colpite dalla cimice asiatica. Ne dà notizia la ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova al termine dell'incontro tenutosi ieri, 21 ottobre 2019, nella prefettura di Ferrara, con queste parole: "Comunico ufficialmente a questo tavolo che la legge di Bilancio 2020 non conterrà il previsto aumento dell'Irpef in agricoltura e nel periodo 2020-2022 metterà a disposizione un prima dotazione finanziaria di 80 milioni di euro in favore delle imprese che hanno subito danni da cimice asiatica".

"Nonostante una manovra di bilancio nel suo complesso difficile - ha precisato la ministra -, con le poche risorse finanziarie disponibili destinate prevalentemente a lasciare invariate le aliquote Iva, ho posto con forza la necessità che il Governo scongiurasse l'aumento della pressione fiscale per le imprese agricole e si facesse carico del problema dei danni provocati dalla cimice asiatica" ha precisato la ministra. 

Quattro i punti individuati da Bellanova come scansione dei prossimi impegni.
"Sappiamo che le risorse messe in campo in questa prima fase sono un segnale importante ma non sufficiente. Avvieremo un confronto e coinvolgeremo tutte le forze politiche e le regioni affinché si possano unire gli sforzi per incrementare le risorse finanziarie nell'iter di discussione e di approvazione della legge di Bilancio 2020 in Parlamento.

Gli strumenti che abbiamo a disposizione per combattere i cambiamenti climatici non sono più adatti. Ci faremo promotori di una sessione dedicata della Commissione Politiche agricole per condividere con le Regioni il metodo e i nuovi obiettivi per avviare la riforma del Fondo di solidarietà nazionale".

E ancora: "Le imprese che sono state colpite dalla cimice sono in grave sofferenza e la loro situazione è aggravata dall'indebitamento nei confronti delle banche. Convocheremo un Tavolo di confronto con l'Associazione bancaria italiana per verificare la possibilità di fare una moratoria sui mutui in essere".

Infine: "La riforma del Fondo di solidarietà nazionale", ha concluso Bellanova, "deve essere accompagnata anche dall'introduzione di nuovi strumenti assicurativi e dallo sviluppo dei fondi di mutualità. Convocheremo un Tavolo di confronto con le rappresentanze, l'Asnacodi, l'Ania e l'Ismea per individuare nuovi strumenti per la gestione dei rischi in agricoltura".
 

Il plauso del mondo agricolo

Soddisfatte le organizzazioni agricole per l'annuncio della ministra hanno sottolineato che si tratta di un primo passo nella giusta direzione ma anche la necessità di ulteriori misure a tutela dei produttori, con il coinvolgimento dell'Ue.

"Un primo segnale importante. Una prima concreta disponibilità a favore delle imprese così duramente danneggiate. L'auspicio è che ora il Fondo possa essere ulteriormente rafforzato durante l'iter parlamentare".

Il plauso alla notizia arriva anche dall'assessore all'Agricoltura della Regione Emilia Romagna Simona Caselli che ha partecipato all'incontro e che aggiunge: "Ringrazio il ministro Bellanova per l'attenzione con cui, fin dai giorni immediatamente successivi al suo insediamento, ha seguito questo problema, accogliendo le proposte contenute nel Piano che come Regione Emilia Romagna abbiamo messo a punto con il mondo agricolo e condiviso con le altre Regioni del Nord Italia. Ora occorre proseguire in questo impegno congiunto delle istituzioni perché la battaglia contro la cimice asiatica la si può vincere solo tutti insieme".
 

Il Piano della Regione Emilia Romagna

Oltre agli indennizzi alle aziende colpite, si legge nella nota diffusa dall'ente regionale, il Piano messo a punto dall'Emilia Romagna prevede anche la necessità di una legge nazionale per la sospensione dei versamenti contributivi previdenziali, un passaggio ritenuto fondamentale per evitare alle aziende stesse di trovarsi in situazioni di irregolarità che potrebbero impedire loro di beneficiare in futuro di  contributi pubblici; l'integrazione delle giornate lavorate per vedere riconosciuta la disoccupazione ai lavoratori agricoli;  un rinnovato impegno per la ricerca e sul fronte europeo per introdurre alcune modifiche all'Ocm ortofrutta e rafforzare il sostegno alle aziende del comparto.

Per quanto riguarda le iniziative avviate direttamente dalla Regione, Caselli ha ricordato quelle adottate per venire incontro da subito alla crisi di liquidità delle aziende. Dopo un primo stanziamento da 250mila euro per mutui a tassi agevolati, grazie alla recente modifica della legge regionale sul credito, sarà possibile raddoppiare gli stanziamenti abituali ai Confidi per portare i mutui sul prestito di conduzione a scadenze  di tre-cinque anni, con precedenza assoluta nel nuovo bando per le imprese danneggiate dalla cimice.  Ma non solo. Ammontano a 13 milioni di euro le risorse stanziate per le reti antinsetto, con un nuovo bando in arrivo a breve che, grazie a precedenti economie, metterà  a disposizione due milioni di euro, elevando la quota di contributo pubblico all'80%, mentre un nuovo bando da un milione di euro a favore dei Goi, i Gruppi operativi per l'innovazione, permetterà di proseguire l'impegno sul fronte della ricerca.
 

I danni potrebbero superare i 350 milioni di euro

La stima provvisoria dei danni causati dalla cimice asiatica supera i 350 milioni di euro per le sole pere, pesche e nettarine, mezzo milione di giornate lavorate in meno e un perdita media per ettaro che può essere calcolata in 8.600 euro. Questa la prima, provvisoria stima dell'impatto che la cimice sta avendo nel Nord Italia secondo l'analisi compiuta dal Centro servizi ortofrutticoli di Ferrara.

Emerge quindi la necessità di trovare una soluzione che potrebbe arrivare dall'introduzione della vespa samurai, al momento "il più promettente antagonista naturale della cimice" ha ricordato l'assessore Caselli.
Dopo il via libera da parte del Governo all'utilizzo di questo insetto, la Regione -  in attesa che si completi lo studio preliminare del Crea, il Consiglio per la ricerca e l'analisi dell'economia agraria - sta attrezzandosi per poter fare già in primavera i primi lanci in campagna, si legge nella nota della Regione Emilia Romagna."Sarebbe un segnale importante anche nei confronti del mondo agricolo. Occorre accelerare al massimo l'iter per poter partire. Noi siamo pronti" afferma l'assessore Caselli.