"Introduciamo l'atto fitoiatrico, la nostra 'ricetta verde', e smettiamola con un approccio ideologico ai prodotti fitosanitari che non vanno demonizzati ma, se correttamente utilizzati come già del resto viene fatto, risultano un mezzo della produzione indispensabile per i nostri agricoltori". Una proposta e una sollecitazione al pragmatismo dagli agronomi e forestali di Bari ai ministeri di Agricoltura, Ambiente e Salute alla vigilia della chiusura delle consultazioni per il nuovo Piano di azione nazionale (Pan) per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, come si legge nell'articolo di Filo Tv.

Entro il 15 ottobre tutti i soggetti coinvolti nell'uso degli agrofarmaci - tra cui gli Ordini dei dottori agronomi e dei dottori forestali di tutta Italia - dovevano infatti far pervenire ai ministeri il loro contributo per stilare un piano quinquennale che risponda alle sfide di oggi: migliore qualità, rispetto dell'ambiente, maggiore produttività. Le proposte dell'Odaf Bari alla bozza del Pan sono state presentate il 14 ottobre a Roma dal presidente Giacomo Carreras durante l'incontro con il Conaf (Consiglio dell'ordine nazionale dei dottori agronomi e dottori forestali) al quale erano presenti anche la Fodaf Puglia e altre federazioni regionali. Il 15 ottobre le osservazioni congiunte sono state inviate ai ministeri competenti.

Per l'Odaf Bari, finora la bozza sviluppata ha troppe criticità. "Il documento è fuorviante, ideologico, e i prodotti fitosanitari appaiono solo come un problema. In pratica si vuole, mediante semplici target percentuali e non meglio motivati obiettivi, ridurne al minimo gli utilizzi in agricoltura, se non proprio eliminarli. Niente di più sbagliato", ammonisce Carreras. Il quale propone di introdurre l'atto fitoiatrico, una "ricetta verde", per rassicurare i consumatori e controllare ancora di più i processi: "Sarebbe davvero encomiabile poter introdurre la prescrizione per una valida strategia di difesa delle piante (anche le aree verdi) dalle avversità biotiche e abiotiche, alla stregua di quanto si fa adesso per i medicinali. Cosa cambia in sostanza fra l'uomo e l'ambiente del quale esso è parte integrante?". Per il presidente dell'Odaf Bari in questo modo "si valorizzerebbe ancora di più la figura del dottore agronomo e forestale, unico laureato in grado di sancire l'atto fitoiatrico e quindi l'impiego di formulati quando ce n'è veramente bisogno e soprattutto verificare chi può davvero utilizzarli".

L'approccio utilizzato nel Pan invece, per l'Odaf Bari, si inserisce in un quadro di disinformazione verso gli agrofarmaci e di esaltazione ingiustificata del biologico. "Si spinge in maniera ossessiva - sottolinea Carreras - sulla conversione all'agricoltura biologica, la quale oltre a essere meno produttiva è anche meno sostenibile (se non con cospicui aiuti) e, per assurdo, in alcuni casi meno sicura in termini di salute, basti pensare alle micotossine nel frumento o nel mais. L'autosufficienza alimentare italiana è già in calo da 15 anni esponendoci a importazioni da paesi extra Ue che non seguono i nostri standard di sicurezza, una battaglia contro i prodotti fitosanitari non farebbe altro che ridurre il reddito dei nostri agricoltori e aumentare la spesa per l'acquisto di cibo e per i controlli delle derrate alimentari". Questo approccio allarmistico verso i fitofarmaci per il presidente dell'Odaf Bari è ingiustificato anche alla luce dei numeri sui campioni "fuori legge": "Da diversi anni siamo notevolmente al di sotto della media europea (figuriamoci mondiale) per numero di campioni irregolari. Quelli incriminati, inoltre, per lo più concernono matrici vegetali di prodotti che rientrano marginalmente nella dieta quotidiana. Sarebbe opportuno, invece, ricondurre il discorso verso un'unica agricoltura senza continuare a fare nette distinzioni tra biologico e integrato (obbligatorio dal 1 gennaio 2014!)".

Altro paradosso della bozza del Pan, per l'Odaf Bari, è la pretesa di sostituirsi all'organismo europeo che valuta i fitofarmaci. "Ancor più assurdo - evidenzia Carreras - se si pensa che il piano nazionale viene attuato in virtù di una direttiva comunitaria, la 2009/128/Ce". In pratica, secondo Carreras, un documento attuativo vuole provare a sostituirsi all'Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) "proponendo valutazioni senza un supporto scientifico". "Così viene meno - spiega - il concetto che quando un prodotto fitosanitario è registrato, così come la sua etichetta e quindi le indicazioni d'uso, il suo impiego è ritenuto accettabilmente sicuro per l'uomo e l'ambiente. Il contrario di quello che dovrebbe fare il Pan, cioè guidarci verso un impiego corretto dei prodotti fitosanitari e fornire rassicurazioni ai non addetti ai lavori sull'utilizzo consapevole".

L'appello fatto e le indicazioni date dai dottori agronomi e forestali di Bari ai ministeri di Agricoltura, Ambiente e Salute è di rivedere profondamente il testo "cambiando approccio sull'uso dei prodotti fitosanitari e prevedere l'obbligatorietà dell'atto fitoiatrico, competenza riservata per legge ai dottori agronomi e ai dottori forestali, professionisti laureati, abilitati e iscritti all'Albo. Del resto siamo noi i progettisti del cibo".