In breve

  • Dazi Usa, si salvano olio e vino, ma a spese di formaggi e salumi. L'Italia non è comunque il paese più penalizzato.
  • Teresa Bellanova, ministra per l'Agricoltura, chiede a Bruxelles l'istituzione di un fondo europeo per azzerare gli effetti dell'aumento dei dazi.
  • A Bruxelles Janusz Wojciechowski supera gli “esami” da commissario all'Agricoltura.
  • Le politiche europee non aiutano il made in Italy. Intanto aumentano le critiche agli accordi commerciali di libero scambio con Canada e America Latina.
  • Per contrastare la Xylella e aiutare gli olivicoltori sono in arrivo 300 milioni di euro.
  • Ma altrove è la cimice asiatica a far danni. E ora si aggiunge la Bactrocera dorsalis, una temibile mosca della frutta.
  • Non si arresta la campagna di demonizzazione degli agrofarmaci.
  • I prezzi delle carni suine restano alti, grazie all'aumento dell'export verso la Cina, mettendo in difficoltà le industrie di trasformazione.
  • Crolla il prezzo delle uve da tavola e scatta la protesta dei produttori.
Questi sono solo alcuni degli argomenti incontrati sui quotidiani in edicola in questi ultimi giorni. Vediamoli più in dettaglio di seguito.


Il dazio che verrà

Grande attenzione dei media in questi giorni sulle conseguenze dell'inasprimento dei dazi statunitensi sulle importazioni.
Non c'è da stupirsene, vista l'importanza del flusso di prodotti agroalimentari diretto verso i mercati oltreoceano e sebbene il vino sia stato “graziato”, restano nel mirino dell'amministrazione americana molti altri prodotti del made in Italy, come i formaggi.

Così “L'Arena” del 4 ottobre si occupa delle conseguenze che ne potrebbero derivare alle esportazioni di Grana Padano, che nel veronese vede la presenza di alcuni importanti produttori di questa Dop.

Una lista dei prodotti coinvolti da questa stretta commerciale la si può leggere su “Il Giornale” del 4 ottobre, dove si ricorda che ad esserne coinvolti sono, oltre al Grana Padano già citato, Pecorino Romano, Parmigiano Reggiano, Provolone, Gorgonzola e Asiago e poi salumi, mortadelle e liquori.

Altre informazioni si possono leggere su “Il Sole 24 Ore” del 5 ottobre, dal quale si apprende che mentre l'Italia è colpita per un importo di quasi 500 milioni, la Gran Bretagna si vede penalizzata per 1,7 miliardi.
Un trattamento di favore scrive “La Stampa” nello stesso giorno, mentre Bruxelles tenta la carta della diplomazia cercando un accordo che possa congelare l'aumento dei dazi.
 

Gli “esonerati”

Il vino, come visto, non rientra fra i prodotti che subiranno un aumento dei dazi per l'export verso gli Usa, cosa che viene sottolineata dalla “Voce di Rovigo” del 4 ottobre, ricordando l'importanza che l'export rappresenta per il Prosecco, che nel 2019, proprio grazie alle esportazioni, ha conquistato il primato di vino più consumato all'estero.

Getta acqua sul fuoco il direttore del Consorzio del Grana Padano, Stefano Berni, che dalle pagine del quotidiano cremonese “La Provincia”, descrive la situazione con toni meno allarmistici, spiegando che si tratta “di un temporale e non di una tempesta”.

C'è chi teme tuttavia che dalla “operazione dazi” possa scaturire un attacco ai nostri formaggi grana da parte delle imitazioni come il Parmesan, pronto ad aggredire il mercato europeo.
Un pericolo, afferma con forza la ministra Teresa Bellanova dalle colonne di “QN” del 6 ottobre, che non si presenterà mai.

Che la politica di inasprimento dei dazi possa favorire il falso made in Italy lo teme anche Assolatte, l'associazione delle industrie del settore, che dalle pagine della “Gazzetta di Modena” del 7 ottobre spezza una lancia a favore degli accordi di libero scambio come quelli con il Canada e con il Mercosur.

Intanto c'è chi cerca di correre ai ripari mettendo a punto nuove strategie per aggredire i mercati di esportazione.
Tra le colline del Prosecco c'è chi ha pensato a coinvolgere influencer e blogger per comunicare l'eccellenza delle aziende alimentari e vinicole. Accade in Veneto e se ne parla il 10 ottobre su "Il Gazzettino".
 

Ceta e Mercosur

Agli accordi fra Ue e Mercosur, nel quale si riconoscono Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay, dedica un approfondimento “Il Sole 24 Ore” del 9 ottobre, ricordando che gli interessi europei prevalenti sono per la Germania (export di auto) e Spagna e Portogallo (che hanno legami storici con le loro ex-colonie), mentre si teme per la concorrenza che potrebbero esercitare sui mercati europei le importazioni di carni e altri prodotti agricoli sudamericani.

Del possibile aumento della concorrenzialità generata dagli accordi commerciali che la Ue ha in progetto si occupa “Libero” del 7 ottobre, preoccupato per le conseguenze che ne possono derivare in particolare a frutta, riso e carne.
Ancora su “Libero” una dura critica alle politiche europee, che tra frontiere aperte e riduzione degli aiuti, rischia di uccidere l'agricoltura.

Nel frattempo “Italia Oggi” del 9 ottobre conferma che il Parlamento europeo ha “promosso” Janusz Wojciechowski a commissario all'Agricoltura anche grazie alle sue posizioni sulle contromisure da adottare per far fronte ai nuovi dazi statunitensi.
 

Le contromisure

A proposito delle misure da intraprendere nei confronti dell'inasprimento dei dazi, Teresa Bellanova ha proposto all'attuale commissario all'Agricoltura, Philip Hogan, la creazione di un fondo europeo destinato a sterilizzare gli effetti negativi di queste nuove imposizioni.
Lo si apprende il 4 ottobre dalle pagine del quotidiano economico “MF”.
Anche questo un segnale, scrive “Il Tempo” del 5 ottobre, della maggiore attenzione riservata dalla politica ai temi dell'agricoltura.

Fra gli impegni che vedono in prima linea Teresa Bellanova c'è la lotta alla Xylella, come lei stessa ricorda nell'intervista rilasciata il 5 ottobre alla “Gazzetta del Mezzogiorno”.
Ed è ancora Bellanova, questa volta dalle pagine del “Quotidiano di Puglia” del 7 ottobre, che conferma la disponibilità a partire dal prossimo gennaio di 300 milioni di euro da destinare al risarcimento delle aziende danneggiate dalla Xylella.
 

Insetti “alieni”

Xylella che appare però inarrestabile e che ha colpito altri olivi a Fasano, come si apprende il 5 ottobre dalla “Gazzetta del Mezzogiorno”.

Inarrestabile anche l'invasione delle cimici asiatiche, che “Libero” del 4 ottobre definisce persino più dannose dei dazi di Trump.
Del problema cimici si parlerà a Ferrara in un incontro in programma il 21 ottobre al quale parteciperà anche Teresa Bellanova. I dettagli si possono leggere su "Il Resto del Carlino" del 10 ottobre.

Nel padovano è la mosca degli olivi, insieme alle bizzarie del clima, a creare i maggiori danni e “Il Gazzettino” del 5 ottobre parla di perdite per circa due milioni di euro.

Danni per un milione sono quelli stimati dalla “Gazzetta di Mantova” per gli attacchi di cascola negli olivi del bresciano e mantovano.

C'è poi un'altra mosca che preoccupa i frutticoltori italiani, la Bactrocera dorsalis, della quale parla un giornale francese, “Les Echos”, che il 7 ottobre descrive le conseguenze della presenza nei frutteti di questo insetto.

Non si salvano nemmeno le castagne, con la produzione dimezzata in Toscana a causa del clima e dei parassiti, come scrive “La Nazione” dell'8 ottobre.

Mentre aumentano le minacce alle colture, non si arrestano le campagne tese a demonizzare l'impiego degli agrofarmaci.
"La Tribuna di Treviso" del 10 ottobre ci ricorda che il referendum "antipesticidi" non è stato cancellato, tanto che già è stata predisposta la scheda elettorale per il voto del 2020.

Nello steso giorno "Il Manifesto" dà spazio alle critiche che ambientalisti e associazioni per il biologico rivolgono agli esiti del confronto per la revisione del Pan, il piano di azione nazionale per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari.


Uno sguardo ai mercati

Sui mercati si fanno sentire gli effetti congiunti di brexit, embargo russo e inasprimento dei dazi Usa.
Ne parla diffusamente il presidente di Granarolo, Gianpiero Calzolari, intervistato il 9 ottobre da “Il Sole 24 Ore”.
Le conseguenze, spiega Calzolari, si fanno sentire in particolare sul settore lattiero caseario, che si ritrova senza sbocchi.

Rincara la dose “La Verità” del 7 ottobre, scrivendo che il cibo italiano è sotto attacco e non trova nella Ue un alleato capace di difenderlo.

Fra i settori in sofferenza si aggiunge quello delle industrie di trasformazione delle carni suine.
I prezzi della materia prima sono infatti alle stelle a causa della peste suina africana che imperversa fra gli allevamenti cinesi, costringendo Pechino ad aumentare le importazioni, come scrive “Italia Oggi” del 4 ottobre.

Motivi di preoccupazione sono segnalati per il riso da “La Stampa” del 6 ottobre, che denuncia come le importazioni dal Myanmar aggirino le regole e chiede che Bruxelles intervenga per fermare questa concorrenza irregolare.

La "Gazzetta del Mezzogiorno" del 10 ottobre raccoglie lo sfogo dei produttori di uva da tavola, il cui prezzo è crollato a 50 centesimi al chilo.
A questi prezzi meglio regalarla e così hanno fatto a Bari gli agricoltori di fronte a un ipermercato.

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