È l’anno del riscatto per la produzione olivicola italiana. Dopo la campagna dello scorso anno, la peggiore di sempre, sarà la Puglia - vero polmone olivicolo nazionale - a guidare la ripresa della produzione di olio extravergine d’oliva italiano, nonostante i problemi legati alla Xylella fastidiosa.
È quanto emerge dall’indagine esclusiva eseguita dagli osservatori di mercato di Cia, Italia Olivicola e Associazione italiana frantoiani oleari, che stimano una produzione di poco superiore alle 330.000 tonnellate di olio a livello nazionale, un dato che quasi raddoppia (+89%) la produzione finale dello scorso anno, attestatasi intorno alle 175.000 tonnellate di prodotto.

Si tratta anche di un dato previsionale che, se confermato a fine raccolta, risulterebbe di poco superiore alla media delle ultime 4 annate olearie (2015-2018), stimata da Ismea su dati Agea a 327.738 tonnellate. Un risultato discreto, anche se appaiono lontani i numeri della produzione media degli anni 2010-2013, attestata sopra le 500mila tonnellate

Il clima questa volta ha favorito lo sviluppo dell’olivo: il caldo estivo e la bassa umidità, in particolare, hanno evitato gli attacchi della mosca olearia, come si evince dai bollettini fitopatologici, con infestazioni rare e ben al di sotto della soglia del danno su tutto il territorio italiano.

La qualità dell’olio extravergine d’oliva sarà assolutamente eccellente, soprattutto grazie agli interventi e alle spese sostenute dagli agricoltori nei mesi estivi per l’irrigazione dei campi. Entro la metà di ottobre quasi tutte le cooperative e i frantoi d’Italia avranno iniziato la campagna di raccolta.
 

La ripresa dell’olivicoltura trainata dal Sud

Un’ottima annata per la Puglia (+175%), che da sola produrrà poco meno di 200mila tonnellate, pari a quasi il 60% dell’olio extravergine d’oliva nazionale: il tacco d’Italia sarà trainato dalle province a maggior trazione olivicola, Bari, Bat e Foggia su tutte, le zone falcidiate dalla terribile gelata nel febbraio 2018. Si conferma, purtroppo, il trend negativo del Salento distrutto dalla Xylella fastidiosa, con la drastica riduzione, rispetto alla già terribile annata passata, del 50% della produzione che si attesterà a meno di 3.000 tonnellate.

Annata molto positiva per la Calabria per la quale si prevede una produzione di quasi 36mila tonnellate (+116%), che conserva la seconda piazza tra le regioni italiane davanti alla Sicilia con 24mila 943 tonnellate di produzione olearia prevista (+38%). Bene la Basilicata, che quasi quadruplica la produzione dello scorso anno (+340%) e che si attesta a 5675 tonnellate. Positiva la campagna olearia anche in Sardegna con 4600 tonnellate (+183%); in Campania attese oltre 10mila e 100 tonnellate (+52%) ed in Molise (+40%) grazie a 3276 tonnellate di produzione olearia prevista.

In chiaroscuro, invece, il bilancio delle regioni centrali: ad Abruzzo (+52%) con 10mila e 700 tonnellate di olio previste e Marche (+63%) grazie ad una produzione stimata in 3549 tonnellate, si contrappongono i dati negativi di Lazio (-19%) che dovrebbe produrre poco più di 7000 tonnellate, Toscana attesa a 16.300 tonnellate (-20%), Umbria con 4479 tonnellate (-28%) ed Emilia Romagna a 616 tonnellate (-50%). Tutti cali questi ultimi dovuti alla ciclicità che caratterizza la produzione olivicola ed al ritardo della fioritura causata dalle basse temperature di inizio primavera.

Maglia nera della produzione italiana saranno tutte le regioni del Nord, che registreranno un calo evidente: picco negativo minimo in Liguria (-43%), che realizzerà non più di 2784 tonnellate, picco massimo in Lombardia e nel Veneto (-65%).
 

I commenti

“Dopo un 2018 catastrofico per il settore, finalmente un’inversione di tendenza che ricompensa in parte i nostri produttori - ha detto il presidente di Cia Dino Scanavino -. Ora bisogna premiare la filiera agricola che si impegna nella produzione di un olio di qualità, garantendo prezzi più equi, adeguati e remunerativi”. 

“Gli olivicoltori, dopo le sofferenze dello scorso anno, meritavano un’annata come quella che sta per iniziare che sarà caratterizzata, come al solito, dalla qualità ma anche dalla quantità - ha dichiarato il presidente di Italia Olivicola, Gennaro Sicolo -. Ovviamente siamo pronti a lottare contro tutti coloro che vorranno sfruttare le abbondanti giacenze per abbassare i prezzi: ci stiamo organizzando su tutto il territorio nazionale per garantire il giusto valore al lavoro dei nostri agricoltori”.

“La qualità del nostro olio sarà eccellente ma dovremo mantenere alta l’attenzione sugli attacchi della mosca con controlli capillari sui territori - ha sottolineato il presidente di Aifo, Piero Gonnelli -. Per la quantità invece registriamo una decisa ripresa rispetto al disastro dello scorso anno, ma siamo ancora lontanissimi dal soddisfare in toto il fabbisogno dei consumatori italiani e dovremo lavorare su questo nei prossimi mesi in sinergia con tutti i protagonisti della filiera”.