Per avere sotto controllo i processi di vinificazione delle uve è indispensabile conoscere alcuni parametri qualitativi degli acini che vengono pigiati. Il grado zuccherino e l'acidità sono elementi che oggi vengono misurati attraverso il campionamento delle uve in vigna e la successiva analisi in laboratorio.

Si tratta di un lavoro necessario, ma molto dispendioso sotto il profilo economico e delle risorse umane coinvolte. Per questo Cavit, consorzio trentino che raggruppa circa 4.500 viticoltori della provincia, ha sviluppato insieme alla Fondazione Bruno Kessler la piattaforma Fruitipy.

Si tratta di una applicazione che attraverso l'uso di spettrometri portatili è in grado di analizzare la qualità delle uve direttamente in campo, senza bisogno di analisi di laboratorio. "Ad oggi i nostri tecnici eseguono oltre cento campionamenti al giorno nei vigneti che conferiscono a Cavit. Gli acini vengono raccolti e portati in laboratorio dove personale specializzato si occupa dell'analisi. L'attività implica uno sforzo importante per l'azienda che noi abbiamo cercato di diminuire grazie allo sviluppo di Fruitipy", spiega ad AgroNotizie Andrea Faustini, enologo e responsabile scientifico del team agronomico di Cavit.

"Oggi siamo al terzo anno di sperimentazione di Fruitipy e i risultati sono promettenti. In questo momento stiamo mettendo a confronto i dati delle analisi di laboratorio sulle uve con i dati che provengono dal software di analisi dei dati ottenuti grazie agli spettometri".
Fruitipy
Una volta che Fruitipy avrà raggiunto un grado di affidabilità elevato verrà utilizzato dai tecnici per eseguire le analisi in campo e i dati raccolti saranno trasferiti direttamente su Pica, l'applicazione di agricoltura di precisione che Cavit ha sviluppato e reso disponibile a tutti gli associati.

"L'obiettivo è quello di avere un sistema di monitoraggio smart del grado di maturazione delle uve che misuri parametri come il grado zuccherino e l'acidità. In questo modo è possibile pianificare e gestire i lavori in cantina al meglio", conclude Faustini.

Insieme alla Fondazione Bruno Kessler, Cavit sta anche sviluppando un algoritmo in grado di stimare la produttività di un vigneto sulla base di semplici fotografie o video girati in campo. Attraverso algoritmi di image recognition il sistema individua i grappoli sulla pianta, ne stima il volume e quindi la produttività di un filare e di un vigneto.

Pica e Fruitipy non sono solo un passo ulteriore verso una gestione 4.0 della viticoltura, ma anche un esempio di come un ente pubblico e un'azienda privata possono collaborare per sviluppare strumenti utili alla produttività e sostenibilità dell'agricoltura.