Innovazione, digitale, competenze e fiducia nei giovani sono i quattro pilastri affinchè le aziende agricole e il settore agroalimentare possa crescere e migliorare la propria competitività. Questo si evince dall'incontro promosso dal Cdo agroalimentare a Bologna lunedì 9 settembre dal titolo "Agroalimentare e società", che ha visto come relatori Stefano Zamagni, economista di fama internazionale nell'ambito dell'economia sociale, e Francesco Pugliese, manager di primo piano nel panorama italiano della Grande distribuzione, amministratore delegato e direttore generale di Conad.
A moderare il convegno Angelo Frascarelli dell'Università di Perugia.

"Viviamo tempi straordinari in economia così come nel settore agricolo – ha esordito Zamagni – non possiamo affrontarli con riforme parziali, ma è necessario cambiare radicalmente, rivoluzionando il modo di come porsi sul mercato e nel rapporto come i consumatori".

"Siamo arrivati a un punto nel quale, per esempio, nel settore zootecnico, abbiamo un miliardo e mezzo di bovini nel mondo, che producono il 37% delle emissioni totali del mondo. Il consumo eccessivo di carne e il cambiamento degli stili di vita e delle abitudini alimentari nei paesi di recente sviluppo ha portato a risultati come questo".

"La società – ha continuato Zamagni – vuole un'agricoltura sempre più sostenibile e rispettosa dell'ambiente. Per questo l'agricoltura deve cambiare radicalmente, mettendo al centro tutte le principali innovazioni tecnologiche e in particolare il digitale, chiave di volta per il futuro dell'agricoltura. Occorre infatti una strategia, non di riforme, ma di totale trasformazione".

Francesco Pugliese ha puntato invece sul tema dell'aggregazione di filiera.
"L'agricoltura italiana soffre di mancanza di organizzazione, ricambio generazionale e scarsa programmazione. Abbiamo innanzitutto circa 55mila aziende agricole condotte da giovani under 35, su un totale di un milione e mezzo. Bisogna dare fiducia ai giovani sia in campo agricolo che nel settore agroalimentare".

"Poco programmazione dell'offerta e scarsa aggregazione di filiera minano la competitività del settore – ha ricordato Pugliese – L'esempio Conad si può prendere in considerazione: alla nostra base abbiamo tanti piccoli imprenditori che si sono riuniti, ora siamo cinque cooperative che stanno alla base e costituiscono il gruppo Conad. Ci sono ancora pochissimi esempi di aggregazione nel settore agricolo, per esempio un unicum positivo è il caso Melinda in Trentino. E' necessario investire in competenze e dare fiducia ai giovani per far svoltare in meglio il settore".