Le organizzazioni agricole italiane vedono nella sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea contro l’Italia per la conduzione del caso Xylella fastidiosa un avvertimento e una minaccia.
L’avvertimento è che il tempo dei distinguo e delle polemiche sterili sul come contrastare la batteriosi è definitivamente scaduto. La minaccia è quella di perdere definitivamente il treno degli aiuti concreti da parte dell’Unione per il piano di risanamento, ad oggi quantificabili in circa 200 milioni di euro, cui si sommano i 330 stanziati e in via di stanziamento dal governo italiano, soldi solennemente promessi dai commissari alla Salute Vytenis Andriukaitis e all’Agricoltura Phil Hogan, pur al di fuori di una quantificazione ufficiale. .

Perché la sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea adotta chiaramente il meccanismo del bastone e della carota: la sanzione è dietro l’angolo, ma è solo promessa, e se fai il bravo e rispetti d’ora in avanti la Decisione di esecuzione della Commissione 789/2015 tutto si aggiusta. Non solo potrebbero non scattare le sanzioni, ma a quel punto può anche arrivare il premio per ripiantare olivi e rilanciare la produzione. Premio che gli autorevoli membri della Commissione avevano per altro promesso a ricorso alla Corte già incardinato, a prevedibile esito della sentenza e sotto l’esplicita condizione dell’esistenza di un piano funzionante per il contenimento dell’infezione.
Alla luce di tanto, le frecciate delle organizzazioni agricole sono da leggere in chiave di sprone al governo, che schiera come ministro alle Politiche agricole la pugliese Teresa Bellanova. Ovviamente occhi puntati anche sulla Regione Puglia, che dirige le operazioni sul campo.
 

Coldiretti: "Serve strategia condivisa"

“Continua a mancare una strategia condivisa e univoca tra enti regionali, nazionali e comunitari per fermare la malattia e ridare speranza di futuro ai territori che hanno perso l’intero patrimonio olivicolo e paesaggistico" ha affermato ieri il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.
“Per la lotta alla malattia il Consiglio regionale ha assunto un orientamento chiaro il 31 maggio 2018, approvando un ordine del giorno all'unanimità che prevede la discussione sul tema Xylella attorno al tavolo istituzionale, di cui Coldiretti Puglia torna a chiedere con forza la convocazione urgente perché il dramma della Xyella in Puglia continua ad essere affrontato e gestito a pezzi, senza una strategia condivisa anche dai differenti enti preposti della Regione Puglia" ha concluso Muraglia.
 

Confagricoltura: "Verranno meno gli aiuti Ue"

"La sentenza della Corte di giustizia conferma quanto da noi sostenuto e purtroppo evidenziato nel corso di questi ultimi anni” ha detto Pantaleo Greco, presidente della Federazione nazionale Olivicola di Confagricoltura, delegato per il dossier Xylella. “Il comportamento ondivago delle istituzioni italiane ci ha portato in questa situazione. Al danno si aggiungerà la beffa. I provvedimenti legislativi che abbiamo ottenuto sono arrivati con indescrivibile ritardo e ne pagheremo le conseguenze per i prossimi anni. Ora qualsiasi aiuto che speravamo di avere dall’Unione europea verrà meno”.

“La questione Xylella è diventata ormai per l’Italia intera un problema che mina la credibilità, anche istituzionale del nostro paese, oltre ad essere una vera sciagura per l’economia agricola della Puglia" ha affermato Luca Lazzàro, presidente di Confagricoltura Puglia.
"La politica, sia locale che nazionale – ha aggiunto - ha preso troppo alla leggera la questione. E queste sono le conseguenze. Dal precedente governo avevamo avuto rassicurazioni, promesse e in parte anche fondi. Ma una buona parte degli interventi necessari per risanare il Salento e permettere all’Italia di non perdere la faccia su questa storia sono ancora lontani. Chiediamo al nuovo governo e al neo ministro Teresa Bellanova di ottimizzare quanto fin qui fatto e procedere in una direzione finalmente chiara”.
 

Cia, preoccupazione per conseguenze su olivicoltura

“Accogliamo con estrema preoccupazione la condanna nella causa che vede da una parte la Commissione Ue e dall’altra l’Italia”. Così Cia - Agricoltori italiani ha commentato l’esito della sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea con una nota stampa emanata da Roma ieri.
“Ora temiamo inevitabili effetti negativi su tutto il comparto olivicolo nazionale, che rappresenta uno dei pilastri del made in Italy agroalimentare - si sottolinea nella nota-. Non bisogna abbassare la guardia e occorre seguire alla lettera i protocolli scientifici senza rincorrere notizie false e teorie surreali, che tanto credito hanno avuto in questi ultimi anni”.
 

Copagri Puglia: "Condanna annunciata"

“E’ una condanna annunciata – ha affermato ieri  il presidente della Copagri Puglia Tommaso Battista - che va a confermare dei timori più volte espressi alla regione e all’assessorato regionale all’Agricoltura”.
 
“Da molto tempo avevamo più volte sollecitato l’assessorato all’Agricoltura della regione Puglia affinché assumesse decisioni che andassero nella direzione della rimozione immediata delle piante e affinché venisse effettuato il monitoraggio del vettore su tutto il territorio regionale, superando e semplificando tutti i vincoli burocratici - ha ricordato Battista - chiedendo al presidente della regione Michele Emiliano, anche in veste di assessore ad interim alle Risorse agroalimentari, di fare ora chiarezza di fronte a una sentenza che ha accertato l’inadeguatezza della macchina organizzativa regionale per contrastare la Xylella”.
 
La Corte, infatti, ha evidenziato chiaramente che non può essere l’ordinamento interno l’impedimento all'applicazione al contrasto alla diffusione della Xylella; le direttive comunitarie vanno applicate, in quanto l’agricoltura e l’olivicoltura non possono più accettare lo scarico di responsabilità tra istituzioni, Arif e Osservatorio Fitosanitario, che sono i soggetti coinvolti per la lotta al batterio” ha aggiunto il presidente della Copagri Puglia.
 
“Le dimissioni del commissario dell’Arif Oronzo Milillo, e soprattutto le motivazioni che lo hanno indotto a dimettersi, preoccupano non poco il mondo agricolo e soprattutto gli olivicoltori pugliesi, che non possono attendere ancora. Gli agricoltori sono abituati alla concretezza; le promesse e le buone intenzioni appartengono ad altri" ha concluso Battista.