In breve

  • Il susseguirsi di ondate di calore e di improvvisi e forti temporali ha messo in difficoltà molte aree, con danni pesanti alle coltivazioni e in alcuni casi anche alle strutture.
  • Continuano le incursioni dei selvatici e in particolare di cinghiali e altri ungulati, spinti verso le coltivazioni per sfuggire agli attacchi dei lupi, che a loro volta aggrediscono il bestiame.
  • Tutto il Nord lamenta la forte presenza delle cimici asiatiche, in grado compromettere colture ortofrutticole e di pieno campo.
  • Nel Mezzogiorno l'emergenza fitosanitaria è ancora una volta legata alla presenza della Xylella.
  • Segnali positivi dopo la raccolta delle prime olive ottenute da innesti con ceppi resistenti alla Xylella, come il Leccino.
  • Per le pesche non si allenta la stagione di crisi con prezzi al limite dei costi di produzione. Colpa delle eccessive importazioni di nettarine dalla Spagna.
  • La stagione della vendemmia è iniziata e le prime previsioni indicano un calo della produzione, compensata tuttavia dalla buona qualità.
  • Alcune regioni sono in ritardo con l'attuazione dei Piani di sviluppo rurale e sono a rischio i fondi comunitari.
  • Per la nuova Pac si dovrà attendere il 2022, ma già si parla di una sensibile riduzione del budget e di nuove "formule" per l'erogazione degli aiuti.
  • Sui mercati internazionali continua ad essere alta l'attenzione per l'inasprimento dei dazi e per gli accordi Ceta e Mercosur. C'è attesa anche per come sarà realizzata la Brexit.
Questi sono solo alcuni degli argomenti incontrati sui quotidiani in edicola in questi ultimi giorni. Vediamoli più in dettaglio di seguito.
 

Le emergenze

Non è un'estate tranquilla per il mondo agricolo, costretto a fronteggiare molte emergenze che vanno dall'altalenante andamento climatico agli attacchi dei patogeni, cimice asiatica e Xylella in primo piano.
Poi l'inasprirsi dei danni provocati dai selvatici, come lupi e cinghiali, mentre i prezzi di molti prodotti agricoli, in particolare l'ortofrutta, sono in sofferenza.

Nel frattempo iniziano le prime operazioni di vendemmia e su tutto aleggiano le incognite delle guerre commerciali a base di dazi, come pure le conseguenze della Brexit e i timori per le intese commerciali che Bruxelles ha in animo di siglare con il Canada (Ceta) e con i paesi dell'America latina (Mercosur).

Mentre sul fronte interno anche il mondo agricolo guarda con qualche preoccupazione l'evolvere della situazione politica, alle prese con le difficoltà della formazione di un nuovo governo e di conseguenza dei nuovi vertici alla guida del dicastero Agricolo.


Clima pazzo

Ma andiamo con ordine, a iniziare dalle bizzarrie climatiche che hanno alternato giornate roventi a improvvise e violente tempeste di acqua e grandine.
Il 3 agosto il “Corriere del Veneto” racconta i danni  provocati dai nubifragi che si sono abbattuti sui vigneti fra Treviso e Belluno.

Non è andata meglio in Emilia Romagna e in particolare nel piacentino la “Libertà” del 4 agosto descrive le conseguenze della grandine sui grappoli di uva.
Ancor peggio nella provincia veronese con perdite milionarie a causa della grandine (“Arena”, 9 agosto) e pure nell'alto mantovano (“Gazzetta di Mantova”, 9 agosto).

Si replica in Lombardia e nel cremonese  dove “La Provincia” del 14 agosto descrive le conseguenze del maltempo che ha danneggiato non solo le colture, ma anche stalle e fienili.
I danni sono ingenti e “Il Sole 24 Ore” del 22 agosto dedica una breve nota alle conseguenze del maltempo in Lombardia, dove si registrano perdite per oltre 200 milioni di euro.
 

Attenti al lupo

Ai problemi sollevati dal clima si aggiungono le incursioni dei selvatici e “Arena” del 2 agosto chiede che oltre al contenimento dei cinghiali sia data apertura ai piani di controllo delle nutrie.

Quello delle nutrie è un problema sentito anche nel ferrarese, tanto che “La Nuova Ferrara” del 12 agosto si appella alla regione affinché ai cacciatori sia data la possibilità di includere questi animali nella prossima stagione venatoria.

Cinghiali e corvi, si legge il 29 agosto sul "Messaggero Veneto", assillano gli agricoltori della bassa friulana che chiedono un adeguamento delle norme per contenere il fenomeno, che in alcuni casi ha costretto a ripetere le semine.

Della situazione piemontese si occupa “La Stampa” del 18 agosto, spiegando che nell'alessandrino si ha una crescente invasione di caprioli e cinghiali, spinti verso le zone coltivate per sfuggire alle aggressioni dei lupi.

I cinghiali che popolano i Colli Euganei si sono scoperti ghiotti di uva e “Il Mattino di Padova” del 24 agosto descrive una situazione fuori controllo per i vigneti, devastati dagli attacchi di questi animali.
Anche nel cesenate c'è un'emergenza cinghiali, denunciata da “Il Resto del Carlino” del 27 agosto, che si aggiunge all'invasione di cimici asiatiche.
 

L'invasione "aliena"

L'invasione delle cimici asiatiche sta diventando un problema sempre più serio e dal “Messaggero Veneto” del 2 agosto parte un appello verso Roma affinché siano stanziate risorse per far fronte a questo flagello che colpisce tutte le colture e in particolare i frutteti.

Ma l'invasione di cimici asiatiche non si ferma al solo Veneto.
Lo si apprende da “L'Arena” del 6 agosto che raccoglie l'allarme lanciato da quasi tutto il Nord. Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Piemonte e dalle province autonome di Trento e Bolzano, infatti, si ritrovano tutte a fronteggiare il medesimo problema.

Che la situazione sia particolarmente difficile a causa della cimice asiatica lo conferma “Il Sole 24 Ore” del 22 agosto, focalizzando l'attenzione sui danni causati alla coltivazione di pere.
Nella sola Emilia Romagna, specifica “Libero” del 25 agosto, la presenza della cimice ha provocato perdite per circa 250 milioni di euro.

Gli fa eco "Il Resto del Carlino" del 29 agosto con un ampio servizio nel quale si descrivono i danni registrati nelle campagne del bolognese, dove gli agricoltori chiedono una celere risposta alla possibilità di attuare la difesa biologica con l'impiego di antagonisti della cimice.
 

Xylella, aiuti in vista

Spostandoci nel Mezzogiorno l'emergenza fitosanitaria è ancora una volta la Xylella degli ulivi pugliesi.
A subirne i danni non solo gli agricoltori, come spiega “Il Nuovo Quotidiano di Puglia” del 6 agosto, ma anche i frantoi, molti dei quali si trovano in bilico fra il cessare le attività o trasferirsi all'estero.

Quanto sia grave la situazione lo spiega “Avvenire” del 10 agosto, ricordando che il rischio Xylella coinvolge 21 milioni di piante, mentre sono in forse i fondi promessi per venire incontro ai danni subiti dagli agricoltori.

A sostegno dei vivaisti, scrive la “Gazzetta del Mezzogiorno” del 21 agosto, la Regione Puglia ha messo a disposizione 2,2 milioni di euro provenienti dalle risorse dei Psr, da destinare in particolare alla messa in sicurezza delle serre. Le domande si potranno presentare a partire dal 18 settembre.

Note positive giungono da “La Stampa” del 28 agosto a proposito del primo olio ottenuto dagli ulivi innestati con la varietà Leccino, naturalmente resistente agli attacchi della Xylella.
 

Le difficoltà dell'olio

Mentre gli olivicoltori sono alle prese con la Xylella, sui mercati si registra un preoccupante calo dei consumi di olio di oliva, come si apprende il 7 agosto da “Italia Oggi”. Ed è ancora “Italia Oggi” che offre un quadro della situazione mondiale del comparto olio, con l'Italia distante da Spagna e paesi arabi come Tunisia, Marocco, Turchia, Egitto e Giordania, saldamente ai primi posti.

Il Sole 24 Ore” del 28 agosto anticipa le previsioni sulla prossima campagna olearia, che a dispetto delle difficoltà del clima e degli attacchi della Xylella si presenta meglio del previsto, sebbene sotto la media degli ultimi dieci anni.
Merito anche delle prime produzioni ottenute da ulivi del ceppo Leccino, resistenti alla Xylella.


I mercati

Restando in tema di mercati “Il Giornale” del 25 agosto segnala le forti difficoltà che si registrano in Piemonte nella raccolta delle pesche, il cui prezzo non copre nemmeno le spese di produzione.
Queste difficoltà di mercato, come spiega il “Corriere di Romagna” del 26 agosto, riconoscono varie cause, fra le quali le importazioni di nettarine spagnole.

In sofferenza non ci sono solo le pesche, ma tutto il comparto ortofrutticolo.
Il perché lo spiega “Italia Oggi” del 14 agosto prendendo in esame l'andamento delle nostre esportazioni, in decisa flessione fra il 2013 e il 2018, mentre al contempo sono aumentate le importazioni.

Intanto si avvicina la raccolta delle mele, prima del previsto per via del clima più caldo, stando alle anticipazioni de “Il Tempo” del 14 agosto.
Che la stagione di raccolta delle mele sia già iniziata lo conferma “La Stampa” del 15 agosto prendendo in esame la situazione del cuneese, dove si prevede di raccogliere 1,7 milioni di quintali.
 

Vendemmia in vista

Con l'avvicinarsi della stagione della vendemmia, in alcuni casi già iniziata, si moltiplicano le previsioni sull'annata vitivinicola 2019.
Inizia il “Quotidiano di Puglia” che già il 5 agosto parla di ottimismo per la vendemmia pugliese.

Ottimismo condiviso dal “Gazzettino” dell'8 agosto, in questo caso per la raccolta delle uve in Veneto, dove si potrebbero registrare nuovi record, previsione confermata l'11 agosto da “Avvenire”.
Non tutti sembrano d'accordo con questa visione positiva e il “Mattino di Padova” del 15 agosto prevede un calo del 15%, causato sia dal clima sia dai danni arrecati dai cinghiali, in particolare sui vigneti dei Colli Euganei.

In flessione, conferma “Libero” del 21 agosto, anche la vendemmia nell'Oltrepò dove il calo delle bottiglie prodotte dovrebbe tuttavia accompagnarsi da una migliore qualità.

Situazione analoga quella descritta dalla “Gazzetta di Modena” del 27 agosto per la viticoltura della provincia modenese, dove si risentono le conseguenze delle grandinate.

Una conferma del previsto calo della produzione di uva arriva il 28 agosto da “Il Sole 24 Ore” che prevede per le conseguenze del clima flessioni anche del 30%, più sensibili nelle aree del Nord Est della penisola.

In Friuli Venezia Giulia l'inizio della vendemmia della Ribolla gialla si accompagna a un preoccupante calo del prezzo, sceso ad appena 12 centesimi, un decimo di quanto quotava due anni fa.
Se ne discute il 29 agosto sulle pagine del "Messaggero Veneto" per ricordare l'appello dei produttori ad accelerare l'iter regionale per la tutela della Ribolla.
 

Tra Psr e quote latte

Prima che la crisi del governo si affacciasse sulla scena politica italiana, “Il Foglio” del 7 agosto si interrogava sugli indirizzi che Bruxelles avrebbe preso nella nomina dei commissari europei, ipotizzando la possibilità che all'Italia potesse andare il commissario all'Agricoltura.

Ipotesi poi rientrata con l'apertura della crisi, ma intanto arrivano i rimproveri di Bruxelles per i ritardi nella attuazione dei Piani di sviluppo rurale da parte di alcune regioni e fra queste la Puglia, come ricorda la “Gazzetta del Mezzogiorno” del 14 agosto.
Analogo problema lo si registra in Sicilia e Campania, precisa “Italia Oggi” del 7 agosto, dove in bilico ci sono complessivamente 700 milioni di euro.

Si torna poi a parlare di quote latte e multe, la cui esazione dovrebbe essere rinviata alla fine di questo anno, stando alle anticipazioni de “Il Sole 24 Ore” del 7 agosto.
La richiesta di un rinvio arriva anche dalla Regione Veneto, per dare il tempo alla commissione incaricata dal governo di fare luce sulle recenti vicende giudiziarie che hanno risollevato dubbi sulla correttezza del regime quote. Se ne discute il 23 agosto sulle pagine de “L'Arena”.
 

La Pac e i dazi

Nell'immediato futuro l'agricoltura dovrà fare i conti sulle scelte che Bruxelles si appresta a fare in tema di politica agricola.
Stando alle anticipazioni di “Italia Oggi” del 28 agosto ci sarà un ritardo nell'attuazione della nuova Pac, che potrà partire solo nel 2022 e con un budget ridotto del 15%.
Per di più la nuova Pac, è sempre “Italia Oggi” a scriverlo, potrebbe portare ad una rinazionalizzazione degli aiuti, con conseguenze giudicate negative.

Il tema dei dazi torna alla ribalta in occasione del recente G7 che si è svolto in Francia e “Repubblica” del 25 agosto si sofferma sulla possibilità che il Prosecco possa figurare fra i prodotti per i quali ci sarà un inasprimento dei dazi statunitensi.
 

Attenti alla Brexit

Sul fronte internazionale molte preoccupazioni sono rivolte alle conseguenze della Brexit.
E' questo l'argomento affrontato da “Il Tempo” del 19 agosto per ricordare che metà degli alimenti consumati in Gran Bretagna provengono dalla Ue e le ripercussioni sui mercati potrebbero essere pesanti.

Torna sullo stesso argomento “Repubblica” per commentare quali saranno le produzioni più coinvolte, fra le quali figura anche il nostro Prosecco.

Resta sullo sfondo il tema delle guerre commerciali con l'inasprimento dei dazi nei commerci con Usa e Cina.
In Europa, scrive “Il Messaggero” del 3 agosto, si teme possano essere coinvolti molti prodotti, cosa che potrebbe mettere in difficoltà 4,5 miliardi di prodotti made in Italy, cifra che secondo “Repubblica” del giorno seguente può salire a 20 miliardi nel suo insieme.


Ceta e Mercosur

Mentre si attende di conoscere come si concluderà la Brexit, continuano le discussioni sugli accordi commerciali che Bruxelles intende siglare con il Canada (Ceta) e con i paesi dell'America Latina (Mercosur).
Il 2 agosto il “Corriere della Sera” commenta la protesta degli agricoltori francesi, in aperto contrasto con il loro governo, che anticipando le decisioni comunitarie ha deciso di ratificare il Ceta.

Critica anche la posizione italiana riportata il 5 agosto da “Libero”, ospitando l'opinione delle organizzazioni professionali che in questi accordi leggono la possibilità di importazione di carni ottenute con l'impiego di ormoni.

Si torna infine a parlare del Mercosur, ma in questo caso per legarne l'evoluzione agli incendi che stanno devastando le foreste brasiliane e su “Avvenire” del 27 agosto si anticipa che l'intesa potrebbe subire un rinvio come forma di protesta per i ritardi nel fronteggiare l'emergenza ambientale.

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