La produzione biologica è attività di interesse nazionale con funzione sociale e ambientale.
Questo il cuore del disegno di legge sul biologico che contempla anche misure come l'istituzione del marchio biologico italiano, la disciplina del Piano d'azione nazionale per la produzione biologica e l'introduzione del Piano nazionale per le sementi biologiche, l'istituzione al ministero delle Politiche agricole del Fondo per lo sviluppo della produzione biologica e del Tavolo di filiera per i prodotti biologici, e regola i cosiddetti distretti biologici (che sono identificati come sistemi produttivi locali, anche di carattere interprovinciale, a spiccata vocazione agricola, con una significativa produzione con metodo biologico).

Il testo ('Disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell'acquacoltura con metodo biologico', il nome completo) si trova ora all'esame del Senato; è stato già approvato in prima lettura dalla Camera, ed è il risultato dell'unificazione di diversi disegni di legge Pd, M5s e Lega. Mentre il metodo di agricoltura biodinamica viene equiparato al metodo biologico nei limiti in cui rispetta specifici disciplinari di metodo e i requisiti previsti a livello europeo per produrre biologico.

Il ddl interviene anche sulle Organizzazioni interprofessionali nella filiera biologica, per il riordino delle relazioni contrattuali: con decreto del ministro delle Politiche agricole può essere riconosciuta una sola Organizzazione interprofessionale a livello nazionale o della stessa circoscrizione economica. Tra i requisiti per ottenere il riconoscimento c'è la determinazione di una soglia di valore dei prodotti della filiera biologica nazionale.

Quanto ai distretti biologici, si caratterizzano per un'integrazione tra attività agricole ed altre attività economiche e per la presenza di aree paesaggistiche rilevanti. Grazie a un decreto ministeriale sono disciplinati i requisiti per la costituzione dei distretti; con altro decreto interministeriale sono poi definiti gli interventi per ridurre gli impatti antropici sul suolo, sulle acque e nell'atmosfera causati da impianti inquinanti. I distretti biologici promuovono la costituzione di gruppi di operatori per realizzare forme di certificazione di gruppo.

E' previsto anche che gli agricoltori che producono varietà di sementi biologiche iscritte nel Registro nazionale delle varietà da conservazione hanno diritto alla vendita in ambito locale e possono andare avanti col libero scambio. Per le sementi non iscritte e adattate nell'ambiente di coltivazione è riconosciuto il diritto di vendita diretta agli altri agricoltori in ambito locale in una quantità limitata, oltre al diritto al libero scambio.

Per Confagricoltura bisognerebbe andare avanti con velocità: "Auspichiamo una rapida approvazione del testo anche così com'è. Speriamo nella rapidità dell'approvazione".
Mentre per la Cia la cosa fondamentale è l'assegnazione di risorse: "Questa legge finalmente determina delle risorse certe per il settore ma non va a sottrarre risorse per la ricerca dall'agricoltura in generale".
La Coldiretti mette in evidenza l'importanza della tracciabilità, facendo un paragone tra prodotti nostrani e importanti: "Il 58% dei prodotti biologici importati non risultano tracciati. Quello che è normalmente un elemento di garanzia per i prodotti nazionali non lo è per i prodotti biologici di importazione".

Per Assofertilizzanti-Federchimica l'incremento e il mantenimento della fertilità, nonché la sostenibilità, non sarebbero prerogativa esclusiva dell'agricoltura biologica; ma è qualcosa che "riguarda tutto il settore agricolo, perché impatta sul metodo di conduzione del terreno volto a conservarne e migliorarne le caratteristiche, sull'uso di agricoltura di precisione e sull'uso di metodi scientificamente provati che migliorano la gestione del suolo. Bisognerebbe per questo sostenere tutte le altre forme di agricoltura che incentivano la sostenibilità dell'intero comparto purché poggino le loro fondamenta su solide e comprovate basi scientifiche, tra queste l'agricoltura di precisione, l'agricoltura conservativa e quella integrata. Pratiche che, insieme con l'agricoltura bio, possono migliorare l'ambiente, la gestione dei suoli, in un sistema sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico".

Sulla stessa scia Agrofarma-Federchimica: "Il contributo previsto nella pdl in discussione sul biologico nasce per l'agricoltura di qualità e per la sicurezza alimentare; si potrebbero investire parte di questi soldi anche in strumenti che vadano nella direzione di aumentare e migliorare la sostenibilità".

Dai produttori di biologico viene ricordato che in sette anni, dal 2011 al 2017, la superficie agricola a coltivazione biologica è aumentata del 71%; le vendite di prodotti da agricoltura biologica in Italia registrano un incremento dell'8% nell'ultimo anno, con un giro d'affari di 3,5 miliardi di euro e 2 miliardi per le esportazioni.
E Federbio osserva come si tratti ormai di "un settore che ha 5 miliardi e mezzo di giro di affari; un settore economico importante, che va strutturato con strumenti adeguati a sostenere la crescita".
"L'agricoltura biologica - rileva l'Aiab (Associazione italiana agricoltura biologica) - risponde agli obiettivi che la politica agricola si sta dando obbligatoriamente, e in particolare quelli del contrasto dei cambiamenti climatici".