Le colline del Prosecco di Valdobbiadene e Conegliano sono patrimonio Unesco. Lì dove le bollicine sono di casa, l'unione di cultura e natura, e un "paesaggio non riproducibile" - come viene detto nel dossier di candidatura - ha permesso a quei 19mila ettari di diventare il 55esimo bene custodito dal nostro paese nella lista del patrimonio mondiale (il decimo al mondo iscritto alla categoria di 'paesaggio culturale', che si aggiunge agli altri 1.092).

Si tratta precisamente di un'area totale di 18.967,25 ettari nel cuore del Veneto, caratterizzata da una zona cuscinetto di 9.769,80 ettari e dall'area centrale di 9.197,45 ettari dove le linee dell'orizzonte sono dominate da colline molto ripide e piccoli vigneti, sviluppate longitudinalmente da Est a Ovest, con il fiore all'occhiello dei "terrazzamenti inerbiti".
L'Unesco ha infatti sancito come "la competitività della nostra viticoltura, e di gran parte dei nostri prodotti tipici, è legata al rapporto tra prodotti e qualità del paesaggio" creato "dal lavoro degli agricoltori nei secoli".

"Ci avevamo creduto sin dall'inizio, dieci anni fa, quando abbiamo dato avvio al percorso per candidare questa porzione così unica e particolare del territorio veneto a patrimonio dell'umanità" osserva il governatore Zaia. Ma ad applaudire è tutta Italia; come i messaggi social dei due vicepremier: Matteo Salvini esulta con un "evviva", e Luigi Di Maio con un "viva le eccellenze! Viva il made in Italy!".

Per il ministro delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio il riconoscimento è "un punto di partenza per il futuro. Adesso la sfida è la conservazione dei caratteri specifici e tradizionali di questo splendido territorio quale patrimonio da trasmettere alle future generazioni, a beneficio dell'intera umanità. Un grande riconoscimento che valorizza le straordinarie qualità sceniche e le tradizioni di un paesaggio culturale unico di eccezionale valore mondiale. Una terra dalla quale nascono i frutti che danno vita a uno dei prodotti che più caratterizza l'eccellenza del nostro made in Italy".

Il Prosecco - spiega la Coldiretti - è il vino italiano più bevuto nel mondo, spopola in Gran Bretagna, dove viene fatta fuori quasi una bottiglia su tre di bollicine: c'è un aumento del 25% delle esportazioni nel 2019; e la previsione è quella di raggiungere un miliardo di euro a fine anno. Secondo i dati dell'Istat sono state vendute all'estero due bottiglie Doc su tre, dei 466 milioni dello scorso anno.

La Gran Bretagna è di gran lunga il paese che ne consuma di più. Tra l'altro il Prosecco è anche uno dei prodotti più imitati del made in Italy. "A dieci anni dell'inserimento nella lista delle Docg italiane del Prosecco quelle colline diventano patrimonio dell'umanità dell'Unesco - osserva la Cia - un motivo di orgoglio e soddisfazione, rappresentando certamente un fiore all'occhiello della nostra produzione. Quello che mi preme sottolineare è l'impegno degli agricoltori nel promuovere una produzione sempre più sostenibile".

Per il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti è "un risultato straordinario, atteso da tempo, motivo di orgoglio non solo per il Veneto ma per l'Italia intera. Questo riconoscimento mondiale sarà un volano straordinario per il settore vitivinicolo".

"Grande soddisfazione e immensa gioia per l'iscrizione a patrimonio dell'umanità delle colline di Conegliano Valdobbiadene - dichiara Innocente Nardi, presidente dell'Associazione temporanea di scopo 'colline di Conegliano Valdobbiadene patrimonio dell'umanità' e del Consorzio di tutela del Conegliano Valdobbiadene prosecco Docg - il riconoscimento non rappresenta il punto di arrivo ma un'importante tappa di un percorso che mira alla valorizzazione del patrimonio culturale, artistico ed agricolo di questo piccolo territorio. Da oggi l'impegno di tutti sarà rivolto alla conservazione e alla manutenzione dei beni paesaggistici iscritti, con particolare attenzione alle raccomandazioni Unesco per la tutela e la valorizzazione a favore delle future generazioni, in coerenza con l'obiettivo di un equilibrato e armonico sviluppo economico e sociale".