Triplicare le superfici irrigate in Sicilia e incrementare il reddito degli agricoltori siciliani di un miliardo di euro all'anno, azzerando i debiti pregressi e pervenendo entro i prossimi otto anni alla gestione ordinaria del Consorzio di bonifica unico della Regione Siciliana. Sono questi gli obiettivi della riforma dei Consorzi di bonifica e irrigazione della Regione Siciliana targata Lello Musumeci, il presidente dell'ente che qualche giorno fa ha presentato il disegno di legge che a breve a Palermo sarà all'attenzione dei deputati dell'Assemblea regionale Siciliana di Palazzo dei Normanni. Attualmente i Consorzi sono rimasti in due, Sicilia orientale e Sicilia occidentale, dopo l'avvio della riforma del centro-sinistra nel 2014, che ora si intende superare.
 

Le dichiarazioni del presidente Musumeci

"Con questa riforma consegniamo i consorzi agli agricoltori, continuiamo a garantire il consorzio con 60 milioni di euro e paghiamo anche i creditori. Mettiamo un punto a una vicenda dolorosa che ha fatto di un ente che doveva favorire e sviluppare l'agricoltura un carrozzone politico ed elettorale". Ha affermato il presidente Musumeci, a Palazzo d'Orleans, presentando insieme con il direttore dell'assessorato regionale Agricoltura, Dario Cartabellotta e con il consulente Ezio Castiglione, il disegno di legge di iniziativa del governo regionale, costituito da 42 articoli, che punta a riformare e riordinare i consorzi di bonifica e irrigazione della Regione Siciliana, che sarà approvato nei prossimi giorni dalla giunta. E che lo stesso Musumeci aveva annunciato nello scorso aprile.

"Saniamo - ha detto Musumeci - un ente che è stato devastato e che si porta dietro un pesante retaggio della peggiore politica siciliana. Non tutti i dipendenti sono funzionali alle reali necessità. Abbiamo più personale amministrativo di quanto ne serva e non tutto il personale che va nelle campagne a sorvegliare o a occuparsi della rete è abbastanza preparato".
 

Il nuovo Consorzio unico di bonifica e irrigazione

Si passerà dagli 11 consorzi del 1995, poi diventati due nel 2014, ad un solo ente: è questa la novità del testo che riforma i consorzi di bonifica e irrigazione in Sicilia. Il consorzio sarà articolato in quattro comprensori territoriali di bonifica, definiti sulla base di unità idrografiche e idrauliche omogenee: Palermo-Trapani; Agrigento-Caltanissetta-Gela; Caltagirone-Catania-Enna-Messina; Siracusa-Ragusa.

Inoltre, sarà un ente di diritto pubblico economico a carattere associativo e avrà l'assemblea consortile, l'assemblea comprensoriale, il consiglio di amministrazione, il presidente, il collegio dei revisori. Risale al 1995 la legge regionale, mai del tutto applicata, che istituisce 11 consorzi di bonifica, nel 2014 viene approvata la legge che li porta a due, Sicilia occidentale e orientale, mentre con questa proposta se ne istituisce uno unico con un direttore generale e un presidente eletto dagli agricoltori.

Il primo obiettivo della riforma è la realizzazione di nuove opere irrigue - le risorse ad oggi non vengono utilizzate o pignorate se attribuite agli attuali Consorzi – per l'aumento della superficie irrigata, ad oggi 61mila ettari, a fronte di 176mila irrigabili solo attraverso investimenti. Tale operazione, triplicando la superficie irrigata, comporterebbe un incremento stimato di reddito in agricoltura di 1 miliardo euro.

Ed ancora, sarà modernizzata l'irrigazione puntando sull'efficienza della rete, l'incremento dei volumi, l'ottimizzazione dei turni e il miglioramento della qualità dell'acqua. Per fronteggiare il cambiamento climatico sarà allungata la stagione irrigua, con la possibilità di introdurre nuove colture. A regime il nuovo consorzio, dopo otto anni, dovrà garantire la gestione ordinaria con entrate proprie. La Regione Siciliana garantirà invece la spesa per gli investimenti.