Etica e sviluppo. Un connubio grazie al quale l'agricoltura biologica prova a farsi 'grande' per riuscire a superare una visione di nicchia del settore e insieme puntare a garantire a tutti l'accessibilità.
Questo lo spirito della Carta dei valori del bio made in Italy messa a punto da Anabio, l'Associazione dedicata al biologico della Cia.

Il documento - firmato in occasione dell'assemblea annuale - contiene, come detto, principi etici e di comportamento per lo sviluppo dell'agricoltura biologica e biodinamica coinvolgendo cittadini, organizzazioni e istituzioni. Non solo, però. Tra gli obiettivi c'è anche il raddoppio della superficie agricola coltivata (fino al 30%) con questo metodo entro i prossimi dieci anni; superficie che oggi arriva a coprire il 15%.

La Carta - che essenzialmente si inserisce nel quadro di rafforzamento del ruolo delle produzioni certificate biologiche a livello europeo sulla scia di quanto contenuto nell'Agenda 2030 sullo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite - contempla sette ambiti ritenuti fondamentali: dalla tutela del suolo alla prevenzione contro gli Ogm, dalla promozione della ricerca per le aziende agricole e sostenibili alla riduzione delle emissioni di gas serra per combattere i cambiamenti climatici, dalla lotta al dissesto idrogeologico alle disuguaglianze sociali e al rischio sanitario. Alla base i valori - l'equità, il territorio, il rispetto e la cura - che dovrebbero strutturare il settore verso il progresso e l'innovazione.

"Un documento - osserva il presidente di Anabio, Federico Marchini - per lavorare insieme a tutte le associazioni e definire un testo unico per il biologico italiano".

Una domanda di moralità nei campi, insomma; che si rivolge anche alle istituzioni affinché possano adottare politiche di governo che diano autosufficienza alle aziende, insieme con la dignità del lavoro senza alcuna forma di discriminazione, e possano garantire un ricambio generazionale, l'affiancamento, la gestione del rischio, la cooperazione e la formazione.

L'auspicio della Carta è che in questo modo si possa promuovere la partecipazione attiva all'economia locale, ai progetti tra la società civile e le amministrazioni, la cooperazione internazionale, riscoprendo proprio il Mediterraneo come punto di avvio di un percorso. Gli strumenti di mercato dovranno allora assicurare trasparenza e ripartizione del valore aggiunto. Quanto al rapporto con i cittadini la Carta si concentra su tre aspetti centrali: il consumo dei prodotti biologici per tutti, attraverso per esempio i gruppi di acquisto solidali; superare la visione di nicchia del biologico; diffusione delle conoscenze con il supporto delle associazioni.