In breve

  • Falò fra vigne e frutteti di montagna per contrastare le gelate tardive di un maggio dalle anomalie climatiche.
  • Da Nord a Sud i maggiori danni alle colture sono venuti da vento e grandine.
  • A Rimini va in scena il Macfrut e ci si interroga fra l'altro su come ridare vigore alle esportazioni del settore ortofrutticolo.
  • Mentre le fragole restano sui campi per i prezzi troppo bassi, arriva la firma sull'accordo per il pomodoro da industria. Che non piace a tutti.
  • L'inasprimento dei dazi statunitensi fa temere per la tenuta dell'export agroalimentare.
  • La Corte europea condanna le imitazioni dei prodotti made in Italy, il nome e le immagini non devono trarre in inganno.
  • Per il glifosate continuano ad alternarsi le ricerche che prima condannano e poi assolvono questo diserbante.
  • Gravi ritardi nella lotta alla Xylella, ma difficile dimostrare di chi sia la colpa. Non resta che "archiviare". Ma intanto montano le polemiche.
  • Cresce l'interesse per l'impiego di insetti antagonisti per la lotta alla piralide del mais e alla Drosophila delle ciliegie.

Questi sono solo alcuni degli argomenti incontrati sui quotidiani in edicola in questi ultimi giorni. Vediamoli più in dettaglio di seguito.


Un falò contro il gelo

Spettacolo affascinante deve essere stato quello del viaggiatore che nelle valli del Trentino Alto Adige si è imbattuto nei falò accesi fra frutteti e vigneti per evitare il gelo improvviso di questo pazzo clima.
Ma per gli agricoltori un incubo che ha lasciato molti produttori con il fiato sospeso e in alcuni casi alle prese con la conta dei danni per le grandinate o per le raffiche di vento contro le quali non c'è difesa che tenga.

Così “Repubblica” dell'8 maggio descrive la notte con i falò accesi fra i filari delle vigne.
Stesso stratagemma, spiega “L'Adige”, per proteggere dal gelo i ciliegi ed evitare la perdita dei frutti.

Le conseguenze di questa anomala ondata di freddo e di perturbazioni si sono fatte sentire in modo prepotente in Veneto, dove le grandinate descritte il 3 maggio da “L'Arena” hanno messo in ginocchio frumento e frutta della pianura veronese.

Grandinate anche sulle vigne di Glera, scrive “Il Gazzettino” del 4 maggio e le conseguenze si vedranno sulla prossima produzione di Prosecco.

Nel bresciano le vigne hanno dovuto fare i conti con le ondate di vento che hanno abbattuto i filari, tanto da invocare la richiesta degli aiuti previsti per le calamità naturali, come si apprende dal resoconto di “Brescia Oggi” del 6 maggio.

Richiesto lo stato di calamità anche per gli agricoltori dell'Appennino tosco emiliano che si sono ritrovati all'improvviso sommersi dalla neve. Se ne parla il 9 maggio sulle pagine della “Gazzetta di Reggio”.

Non è andata meglio nel modenese dove i danni del gelo, stando alle anticipazioni de “Il Resto del Carlino", si sono sono fatti sentire in particolare nei frutteti.
Scendendo verso la Toscana il resoconto dei danni causati dal clima sono riassunti da “La Nazione” del 7 maggio.

Danni su campi e frutteti, è ancora “La Nazione” a scriverlo, ma molti problemi anche per le api, che dopo l'ondata di freddo stentano a trovare fiori sui quali nutrirsi.

Non va meglio in Sardegna, dove i danni del clima si fanno sentire sulla produzione di miele e sugli aranceti, come denuncia “Unione Sarda” del 7 maggio.
 

Dove va l'ortofrutta

Si è scritto molto in questi giorni sui temi del settore ortofrutticolo non solo per le conseguenze del clima, ma anche per l'approssimarsi dell'appuntamento con il Macfrut, ora in pieno svolgimento sino al 10 maggio nel quartiere fieristico di Rimini.
A questa manifestazione ha dedicato un intero inserto “Il Resto del Carlino” dell'8 maggio e così pure nello stesso giorno il “Corriere di Bologna”.
Solo una breve nota su “Il Sole 24 Ore” per sottolineare la forte presenza di espositori, con oltre mille presenze.

Molti gli argomenti correlati a questa manifestazione per analizzare l'evolvere del settore ortofrutticolo, come nel caso della “Gazzetta del Mezzogiorno” che il 3 maggio prende in esame l'andamento del settore in Puglia per evidenziare la caduta dell'export, che ora segna un meno 12%.

Nello stesso giorno il “Quotidiano di Puglia” denuncia la difficile situazione della fragolicoltura a Policoro, in Basilicata, dove i frutti sono lasciati sul campo dopo la caduta dei prezzi di mercato.

Il quotidiano cremonese “La Provincia” si occupa del pomodoro e dell'accordo che fissa a 86 euro a tonnellata il prezzo per la campagna 2019.
Accordo, scrive però il quotidiano piacentino “La Libertà”, che sembra scontentare tutti, sia la parte agricola sia quella industriale.
 

Attenti al dazio

Sui mercati il problema dei prezzi è stato messo in secondo piano dall'inasprimento che gli Usa si apprestano a introdurre sui prodotti di importazione.
Una guerra commerciale, si legge su “Avvenire” dell'8 maggio, che rischia di compromettere la ripresa del settore agroalimentare.

Di una possibile "stangata" per le esportazioni italiane parla “Il Tempo” del 5 maggio.
Più cauto il giudizio espresso il 7 maggio da “La Stampa”, che conferma lo scarso impatto conseguente agli inasprimenti dei dazi avvenuti nel 2018, mentre più sensibili sono le ripercussioni sul clima di fiducia degli operatori.

Quanto sia importante il settore agroalimentare italiano lo ricorda “Il Tempo” dell'8 maggio, sottolineando la crescita del 33% che si è realizzata negli ultimi cinque anni, cui ha fatto da cornice un sensibile aumento dei posti di lavoro.


In difesa del made in Italy

In difesa delle nostre esportazioni e per sostenere la lotta alle frodi, “Il Sole 24 Ore” del 3 maggio segnala la sentenza della Corte europea con la condanna dei prodotti il cui nome o nei disegni che ne accompagnano la commercializzazione tentano di evocare prodotti tipici italiani.
Lo stesso argomento è poi approfondito il 5 maggio sulle pagine de “La Stampa”.

In tema di tutela delle produzioni agricole, "Repubblica” del 6 maggio intervista Paolo De Castro, cui va il merito di aver promosso le norme tese ad evitare pratiche commerciali sleali.
E' un'intervista a Paolo De Castro anche quella proposta dalle pagine de “L'Arena” del 5 maggio, che in questo caso focalizza l'attenzione sulla Brexit e sulle possibili conseguenze, ormai modeste, per il comparto agricolo.
 

Glifosate sì, glifosate no

Continua la "saga" del glifosate, a giorni alterni cancerogeno senza scampo o completamente innocuo.

Ora, riporta la “Tribuna di Treviso” del 3 maggio, studi americani ne avrebbero chiarito l'assoluta assenza di conseguenze per l'uomo.
Una vicenda sulla quale si sofferma La Stampa del 7 maggio con il suo inserto “TuttoSalute” per puntare il dito sugli allarmismi e sulle fandonie che hanno accompagnato questo argomento.
 

"Scandalo" Xylella

Non è molto diversa la vicenda che vede protagonisti ulivi e Xylella.
La commenta con toni amari “Il Foglio” dell'8 maggio che definisce come una incredibile sciatteria i quattro anni di inchieste antiscientifiche che si sono alternate su questa patologia.

Che ci siano molte responsabilità anche fra scienziati e tecnici lo ricorda “Repubblica” del 7 maggio, tanto che la vicenda è approdata nelle aule dei tribunali.
Ma l'impossibilità di avere prove certe ha portato ad archiviare i procedimenti.

La vicenda approda con toni inquisitori sulle pagine de "Il Fatto" del 9 maggio, che parla di omertà e interessi di parte che gettano pesanti ombre su come sono state condotte le ricerche.
Se ne parla nello stesso giorno anche sulla "Gazzetta del Mezzogiorno" che mette in pagina nomi e cognomi dei ricercatori accusati di falso ideologico.

Nel frattempo sono ancora fermi gli indennizzi per gli olivicoltori e le deroghe per evitare l'abbattimento delle piante secolari. E' questa la denuncia che viene dalle pagine della “Gazzetta del Mezzogiorno” del 5 maggio.


Insetti contro insetti

Se in Puglia è la Xylella a tenere banco fra gli argomenti di carattere fitopatologico, più a Nord l'attenzione si sposta sugli attacchi al mais da parte della piralide.
L'argomento è preso in esame dal quotidiano cremonese "La Provincia", che illustra il progetto promosso da Cnr, Università di Milano e Regione Lombardia per l'impiego di insetti antagonisti.
Non è una novità l'impiego del Trichogramma per contrastare la piralide, in questo caso però è originale il metodo, che ricorre all'impiego dei droni.

Stessa linea difensiva per proteggere i ciliegi dagli attacchi della Drosophila suzukii.
In questo caso il progetto, del quale si parla il 9 maggio sulle pagine del "Giornale di Vicenza", si avvale della Trichopria drosophilae, una vespina innocua per l'uomo, ma in grado di distruggere la Drosophila.

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