E' stato siglato lo scorso 3 maggio l'accordo quadro per il contratto relativo alla campagna del pomodoro da industria. Giovanni Lambertini, presidente della Sezione di prodotto pomodoro da industria di Confagricoltura Piacenza e di Confagricoltura Emilia-Romagna ha commentato così: "Il prezzo di riferimento, 86 euro a tonnellata, di per sé è migliorativo rispetto a quello dello scorso anno, un incremento dell'8 per cento è apprezzabile, ma siamo critici per la mancata occasione di revisionare una tabella qualitativa che ancora una volta sarà la spada di Damocle per determinare aleatoriamente il prezzo in fase di conferimento all'industria. Va poi detto che la base 100, a 4.95 di brix, non tenendo conto dei valori medi (4.78 dato medio ponderato rilevato dall'Oi nel 2018 e superiore a quello dell'anno precedente) come da noi invece richiesto, è inadeguata".

"Il prezzo - prosegue Lambertini - conferma che quando si verificano corse in avanti, ancorché vincolate ad aree e situazioni specifiche, di fatto, influenzano la trattativa". Confagricoltura Piacenza apprezza comunque lo sforzo di coesione che contrariamente al passato è stato portato avanti dalle parti agricole, fatto che aveva consentito di sottoscrivere presso la sede della Regione un accordo che vincolasse la campagna alla produzione di quantitativi complessivi. "Si tratta di un accordo importante - ricorda Lambertini - che ora è necessario rispettare anche nei campi. Operare in modo trasparente e coordinato resta l'unica strategia che la parte produttiva può porre in essere per avere un minimo potere contrattuale che restituisca dignità agli agricoltori, senza i quali, ricordiamolo, l'intero comparto collasserebbe".

Il presidente di Confagricoltura Filippo Gasparini ha aggiunto: "E' una soluzione che non ci soddisfa pienamente perché non sono state recepite le nostre indicazioni che erano mirate a cambiare il sistema di determinazione dell'offerta, della programmazione e dei prezzi".