Novità in arrivo, anzi ormai arrivate, per i lavoratori agricoli, dipendenti o autonomi che vogliano andare in pensione quest'anno o i prossimi anni.

Il decreto legge n.4 del 28 gennaio 2019, dall'articolo 14 in poi, introduce delle novità per il conseguimento della pensione che riguarda tutti i lavoratori, compresi quelli agricoli. Novità che riguardano la cosiddetta, e famosa, quota 100, ma non solo.


Quota 100

La prima novità e la più famosa, anche perché promessa e propagandata come traguardo politico è la pensione anticipata a quota 100. Questa novità permette di andare in pensione a tutti i lavoratori, autonomi o dipendenti che abbiano almeno 62 anni di età e almeno 38 anni di contributi previdenziali versati.

Gli anni di contributi versati valgono sia se versati in una sola cassa previdenziale sia se versati in più casse previdenziali con la modalità della gestione separata.

La finestra per andare in pensione in questo caso è di tre mesi. Chi ha maturato questi requisiti entro il 31 dicembre 2018 potrà andare già in pensione dal primo aprile di quest'anno, mentre chi matura quota 100 nel 2019 potrà andare in pensione il primo giorno del quarto mese successivo. Cioè se un lavoratore matura quota 100 il 15 giugno di quest'anno, può andare in pensione il primo ottobre.

La pensione anticipata raggiunta con quota 100 non è però cumulabile con altri redditi, sia da lavoro autonomo che da lavoro dipendente. Non si potrà cioè fare altri lavori una volta pensionati, ad eccezioni di prestazioni occasionali con il limite di 5mila euro lordi all'anno.

I pensionati possono invece diventare coadiuvanti familiari nell'azienda di un parente fino al terzo grado di parentela, quindi nella azienda dei figli, dei nipoti o della nuora o del genero. In questo caso il pensionato deve essere iscritto all'Inps dalla azienda come collaboratore familiare, ma potrà prestare solo un lavoro occasionale e non retribuito.


Pensione anticipata per contributi

La nuova normativa permette poi la pensione anticipata per gli uomini che abbiano 42 anni e dieci mesi di contributi e per le donne che abbiano 41 anni e dieci mesi di contributi, indipendentemente dalla età anagrafica. Anche in questo caso la finestra è di tre mesi e si potrà andare in pensione il primo giorno del quarto mese dalla maturazione dei contributi. Mentre chi li ha maturati nel 2018 può andare in pensione già da aprile di quest'anno.


Opzione donna

Per le donne che abbiano almeno 35 anni di contributi la nuova normativa prevede la possibilità di andare in pensione in maniera anticipata con 58 anni di età se dipendenti, e con 59 anni di età se lavoratrici autonome.

La finestra per andare in pensione in questo caso è di diciotto mesi, cioè le lavoratrici che abbiano maturato questi requisiti potranno andare in pensione il primo giorno del 19esimo mese seguente. Cioè se una lavoratrice dipendente di 58 anni matura 35 anni di contributi il 15 aprile 2019 andrà in pensione il primo novembre 2020.


Pensioni di anzianità

La nuova normativa non modifica invece i requisiti per andare in pensione per anzianità. Così sia le donne che gli uomini che abbiano raggiunto 67 anni di età e abbiano almeno venti anni di contributi potranno andare in pensione, come accadeva prima.

Per maggiori informazioni e per quanto riguarda invece l'importo della pensione e relativi calcoli si consiglia di rivolgersi direttamente all'Inps prenotando un appuntamento al numero verde 803164 da telefono fisso, o al numero 06164164 se si chiama da un telefono cellulare, oppure rivolgendosi al Caf delle varie organizzazioni agricole.