Lentamente il problema della rigenerazione dell'agricoltura nel Salento devastata dalla Xylella fastidiosa rischia di perdersi nuovamente nelle nebbie dei palazzi di Roma: mentre si redige questo articolo non è ancora chiaro a quanto ammonterannofondi nazionali e con quale decreto del governo saranno appostati. Ma si guadagna qualche certezza in più sul come attivare quelli targati Ue.
 

Risorse Ue, come intercettarle

In questi giorni fa capolino la notizia del via libera della Corte dei Conti al decreto ministeriale del 13 febbraio 2019, a firma del ministro alle Politiche agricole, Gian Marco Centinaio: contiene il piano organico per il Salento e le misure di contenimento chieste dalla Commissione Ue, e poste come condizione per concedere i quattrini del regolamento Ue n 652/2014, quello sulle emergenze fitosanitarie. Ma di suo il decreto ministeriale non contiene stanziamenti di denaro, semmai li elenca e li richiede a provvedimenti aventi forza di legge.

Sul come attingere ai fondi comunitari per la Xylella e anche per le gelate, Corrado Martinangelo presidente nazionale di Agrocepi, in ordine agli emendamenti che potrebbero essere inseriti nel decreto emergenze, già all'esame della Camera dei deputati, chiarisce: "Riteniamo che l'emergenza olio (gelate e Xylella) e la crisi agrumicola siano da dichiarare a carattere nazionale per far in modo di utilizzare risorse straordinarie previste da vari regolamenti comunitari". E tra questi c'è proprio il regolamento Ue n 652/2014, per le emergenze fitosanitarie, che interessa il Salento, e sul quale l'interlocuzione con Bruxelles di Italia olivicola ha prodotto qualche risultato.
 

Decreto crescita, nebbia sulla Xylella

Ieri sera sul tardi è terminato il Consiglio dei ministri che ha approvato il decreto legge per la crescita economica: con in dote – secondo il ministro per lo sviluppo economico, Luigi Di Maio, che lunedì scorso aveva convocato un tavolo olivicolo al Mise – anche le risorse per tagliare e ripiantare olivi in quell'angolo di Puglia infetta e fuori dall'area di contenimento dell'infezione e finanziare quindi il piano contenuto nel Dm del 13 febbraio scorso. Ma al momento non si ha notizia precisa né del contenuto del Decreto crescita – tra i 50 e gli 80 articoli, a seconda delle fonti, né dalla presunta dote finanziaria per la Xylella.

Su quest'ultima - a prescindere dal provvedimento che dovrà comprenderla - girano da giorni due versioni. Una autorevole, quella del premier Giuseppe Conte, che in visita a Lecce ormai due settimane fa, a decreto emergenze in agricoltura non ancora pubblicato, parlò di 300 milioni di euro in due anni, inclusi i 70 milioni per i quali il governo si è già politicamente impegnato, e più i 30 dei quali oggetto della delibera del Comitato interministeriale per la programmazione economica dello scorso novembre. Secondo Coldiretti Puglia questi soldi sarebbero invece ulteriori ai 100 milioni promessi dal ministro per il Sud, Barbara Lezzi, ed in parte - 30 milioni - effettivamente stanziati dal governo a mezzo del Cipe.

Risultato, al momento restano aperte due opzioni: risorse per la zona infetta sul decreto emergenze, ora fermo alla Camera dei deputati per la conversione in legge, sempre che non siano già state appostate sul decreto crescita, del quale si avranno notizie nel dettaglio nelle prossime ore. Sono prevedibili anche in questo caso colpi di scena a ripetizione: anche perché, per via dei numerosi ed eterogenei argomenti che contiene, e secondo fonti governative, il provvedimento rischia di non superare l'esame del capo dello Stato.
 

Decreto emergenze, le proposte delle organizzazioni agricole

Intanto, in Commissione agricoltura alla Camera è arrivato il decreto legge emergenze, sul quale le organizzazioni agricole hanno presentato proposte emendative.
 

Coldiretti Puglia, ripartire dai tagli alla burocrazia

"Abbiamo affidato gli emendamenti ai parlamentari che dovranno consegnarli alla Commissione agricoltura della Camera entro venerdì prossimo, prima che il testo approdi in aula per la conversione in Legge. Servono gli strumenti operativi per poter ridare la libertà di impresa ad olivicoltori, frantoiani e vivaisti - ha dichiarato il presidente di Coldiretti, Savino Muraglia - perché, se non ci saranno le indispensabili deroghe per superare gli ostacoli all'espianto volontario in area infetta, al reimpianto e alla movimentazione delle piante, anche l'importante stanziamento di 300 milioni annunciato dal ministro Lezzi, oltre ai 100 già destinati con delibera Cipe, non potranno essere utilizzati per far ripartire il Salento e ridare prospettive di ricostruzione del patrimonio olivicolo del territorio". Rispetto a questa osservazione del presidente Muraglia, c'è da dire che il Cipe ad oggi non ha votato altre delibere, a parte quella del novembre scorso, con la quale stanzia 30 milioni dei quali solo 15 destinati direttamente agli olivicoltori.

"Abbiamo chiesto formalmente alla Regione Puglia – insiste il presidente Muraglia – che i primi 30 milioni di euro, data l'esiguità delle risorse del primo stanziamento, vadano esclusivamente ad olivicoltori, vivaisti e ai frantoi, per aiutare l'intera filiera produttiva del Salento, evitando che il primo aiuto dato al mondo olivicolo attraverso Fondi Cipe prenda altre direzioni".

Coldiretti resta favorevole alla "Opportuna strategia condivisa tra i ministeri all'Agricoltura, al Sud, al Lavoro e Sviluppo economico per rendere operativo il Piano Centinaio e destinare le risorse, a favore di nuovi impianti produttivi resistenti e dei sostegni agli agricoltori e alle loro famiglie che non possono produrre, prevedendo urgenti e necessarie misure - aggiunge Coldiretti Puglia - per l'integrazione al reddito per cinque anni per i frantoi cooperativi, aziendali e industriali, che dimostrino di restare attivi e produttivi e interventi economici a supporto della rottamazione totale e parziale degli impianti, per le aziende che vogliono dismettere o riconvertire l'attività, oltre al sostegno all'occupazione attraverso l'esonero dei contributi previdenziali e gli sgravi dei contributi per i lavoratori".
 

Confagricoltura Puglia "Servono 500 milioni"

Confagricoltura Puglia ha partecipato insieme ad Agrinsieme all'audizione in Commissione agricoltura della Camera dei deputati nell'ambito dell'esame del Ddl di conversione del cosiddetto Dl Emergenze. "Confermiamo che per noi il Dl Emergenze è una buona base di partenza per rilanciare i comparti in crisi nella nostra regione e va pertanto convertito quanto prima", commenta il presidente di Confagricoltura Puglia, Luca Lazzàro.

Come noto, sono due le crisi pugliesi affrontate dal Dl: l'epidemia di Xylella e i danni causati dalle gelate del febbraio-marzo 2018. "La questione gelate andava risolta celermente per permettere alle aziende di usufruire delle norme del decreto legislativo 102/2004 relative alla sospensione del pagamento dei contributi e dei mutui agrari - spiega Lazzàro -. Ulteriori ritardi avrebbero aggravato una situazione che ha determinato non solo la perdita di immense quantità di prodotto olivicolo, ma anche di giornate di lavoro per i nostri operai".

Per la Xylella, è il presidente di Confagricoltura Lecce, Maurizio Cezzi, a commentare il decreto, sostenendo che "serve un piano pluriennale per rimettere in sesto il Salento, a partire da una dotazione di almeno 500 milioni di euro". Inoltre, spiega Cezzi, "abbiamo bisogno di maggiore flessibilità in termini di obblighi burocratici e vincoli per gli abbattimenti e reimpianti. Per queste ragioni, chiediamo la nomina di un Commissario straordinario, indicato dal Governo". Confagricoltura Puglia sottolinea infine la necessità che in sede di conversione siano confermate tutte le risorse messe a disposizione nel Decreto.