La 53esima edizione del Vinitaly si presenta con numeri da primato e cerca alleanze ad Oriente. Ma l'Italia fatica a emergere.

Intanto il valore del comparto vini ha raggiunto la cifra di 11 miliardi di euro e il prezzo dei vigneti, come quello dei frutteti, è alle stelle.

Alle difficoltà del latte ovino si aggiunge ora la crisi della suinicoltura, con prezzi di mercato precipitati verso il basso.

La produzione di olio è crollata e la concorrenza della Spagna si fa sentire, mentre nei nostri oliveti non si trova una soluzione definitiva alla Xylella.

Sardegna e alcune aree del Nord sono ancora alle prese con i problemi causati dalla carenza di piogge.

Il glifosate torna a essere nel mirino della giustizia statunitense, mentre in Veneto si pensa di vietarlo nei vigneti di Prosecco.

I danni causati dai lupi non potranno essere risolti con eventuali abbattimenti, ma solo con il controllo delle popolazioni di selvatici.

Questi sono solo alcuni degli argomenti incontrati sui quotidiani in edicola in questi ultimi giorni. Vediamoli più in dettaglio di seguito.
 

Aspettando il Vinitaly

I cancelli del quartiere fieristico veronese stanno per aprirsi sulla 53esima edizione Vinitaly, in calendario dal 7 al 10 aprile prossimi.
Un'evento molto seguito da quotidiani e periodici che in questi giorni stanno dedicando molta attenzione a tutte le notizie che riguardano il mondo del vino, a iniziare da "QN" del 4 aprile che dedica al Vinitaly uno "speciale" che si apre mettendo in evidenza l'aumento della superficie espositiva e la presenza di aziende provenienti da 35 diverse nazioni.

Si continua su “Il Sole 24 Ore” del 29 marzo, che pubblica un ampio servizio sull'accordo siglato dall'ente fieristico veronese con un partner fieristico cinese per realizzare una manifestazione sul vino che diventi anche una piattaforma stabile per il made in Italy in Cina.

Tanta attenzione per i mercati asiatici è spiegata nello stesso giorno da “Libero”, che ne descrive le potenzialità mettendo in luce al contempo la debolezza delle nostre esportazioni, superate da quelle di Francia, Austria e Cile.
Il gap delle esportazioni italiane è però in fase di recupero, come spiega il 30 marzo “Repubblica”, sottolineando la crescita dell'80% realizzata dai nostri vini sul mercato cinese.

QN” del primo aprile si sofferma sull'andamento delle esportazioni dei vini frizzanti, come Prosecco, Asti e Franciacorta, che hanno realizzato crescite dell'11%, ma a scapito dei prezzi, giudicati troppo bassi.

Dall'export al mercato interno con il servizio pubblicato il 3 parile su “Italia Oggi”, che indica in 11 miliardi di euro il valore del comparto.
Sono questi i numeri indicati dall'analisi "Industry Book 2019" di Unicredit, dove si segnala fra l'altro la prevalenza al Nord dei vini a indicazione di origine, mentre al Sud prevalgono i vini da tavola.

Curioso infine l'articolo che il 2 aprile “Libero” ha dedicato ai personaggi della politica che hanno deciso di cimentarsi, il più delle volte con successo, nella produzione di vino.
 

Mercati fondiari

Investire nei vigneti richiede però elevate disponibilità economiche, tenuto conto dell'elevato valore dei terreni, che possono arrivare a quotazioni di 1,5 milioni a ettaro, come si apprende il primo aprile da “QN”.

Non solo i vigneti, ma anche i frutteti spuntano prezzi elevati e intanto si fa sempre più accesa la sfida sui mercati per la frutta di quarta gamma, quella fresca e confezionata che si vede con sempre maggiore frequenza sui banchi frigoriferi della distribuzione organizzata, argomento sul quale si sofferma “Il Sole 24 Ore” del 30 marzo.

A proposito di frutta e alimenti vegetali, “Il Fatto” del primo aprile denuncia la forte pressione economica che alimenta la promozione delle diete vegetariana e vegana. Gli fa eco il 4 aprile "Il Manifesto", che punta il dito sulla presenza di residui negli alimenti vegetali.
 

Stalle in affanno

Alle note positive che provengono dal mondo del vino si contrappongo le difficoltà di alcuni settori zootecnici, al primo posto quello dell'allevamento ovino da latte, reduce dalle proteste che hanno animato le cronache delle ultime settimane.
Da allora la situazione non è molto migliorata e dalle pagine de “L'Unione Sarda” ci si interroga sull'opportunità di modificare lo statuto del Consorzio di tutela del Pecorino romano, al fine di avere una più equilibrata rappresentanza della filiera produttiva all'interno dello stesso Consorzio.

Situazione pesante anche quella della suinicoltura, con prezzi in caduta da alcune settimane e allevamenti stretti in una crisi che si fa sempre più forte.
La difficile situazione degli allevamenti di suini è descritta da “Il Resto del Carlino” del 31 marzo, attraverso le dichiarazioni di un esponente delle organizzazioni dei suinicoltori.
 

L'olio in crisi

Non va meglio per il mondo dell'olio. Se ne parla il 30 marzo su “Il Mattino” per denunciare il forte calo della produzione italiana, sempre più preoccupata della concorrenza della Spagna, che ora assume una posizione di primo piano sui mercati internazionali.

Quanto sia profonda la crisi del settore oleario lo dimostra l'allarme lanciato dalla “Gazzetta del Mezzogiorno” del 2 aprile, che teme la possibile chiusura di 370 frantoi nella sola Puglia.
Della crisi dell'olio si occupa nello stesso giorno il “Corriere del Mezzogiorno” commentando il recente incontro dei vertici del Governo con produttori e sindacati, al fine di trovare una risposta alle attese dei produttori che a causa di gelate e Xylella hanno perso milioni di giornate lavorative.
 

Xylella e contestazioni

Fra le principali cause dei problemi vissuti da olivicoltori e frantoi la Xylella occupa un ruolo di primo piano, aggravata dalle troppe incertezze con le quali il problema è stato affrontato e alle quali si sono aggiunti comportamenti non corretti.
E' il caso denunciato il 29 marzo dalla "Gazzetta del Mezzogiorno”, che a fronte di oltre trecento piante sicuramente colpite dal patogeno nella zona di contenimento e cuscinetto all'insetto vettore, ha visto l'eradicazione completa di meno di cento esemplari.

Per venire incontro ai danni subiti dagli olivicoltori sono previsti aiuti, ma “Repubblica” del 30 marzo lamenta la scarsità delle risorse, che rischia di rendere inefficace il decreto con il quale questi stanziamenti sono resi disponibili.
 

Glifosate nel mirino

Aiuti sono previsti poi per la lotta alla cimice asiatica.
In questo caso rivolti agli agricoltori del Veneto, per l'acquisto di reti di protezione delle colture. I dettagli si possono leggere il 31 marzo su “Avvenire”.

Restiamo in Veneto con la proposta, ormai in fase avanzata, di vietare l'impiego del glifosate nei vigneti destinati alla produzione di Prosecco.
Il divieto, scrive il “Corriere del Veneto” del 3 aprile, dovrebbe scattare dal prossimo anno e riguardare solo le produzioni a marchio Docg del comprensorio Conegliano-Valdobbiadene.
Sulla stessa scia si colloca il Consorzio del Prosecco Doc, intenzionato a seguire l'esempio dei "cugini" della Docg, come si può leggere su "La Tribuna di Treviso" del 4 aprile.

Si parla del glifosate anche su “Il Manifesto” del 29 marzo, in questo caso per commentare le recenti sentenze delle autorità statunitensi che hanno emesso giudizi di condanna per le presunte conseguenze sulla salute degli operatori.
 

Sperando nella pioggia

Le bizzarrie dei cambiamenti climatici contribuiscono ad aumentare i problemi che gli agricoltori devono affrontare.
Si spera che le piogge previste per i prossimi giorni, possano disinnescare la miccia della siccità che nelle aree del Nord si fa sentire pesantemente.

Proprio a causa della siccità “Il Gazzettino” del 30 marzo suggerisce l'introduzione di nuove tecniche agronomiche che possano far fronte alla carenza idrica.
In Veneto la regione ha in progetto lo stanziamento di 40 milioni di euro che andranno fra l'altro nei rinnovamenti delle reti irrigue. Se ne parla il 4 aprile su "L'Arena".

Non è migliore la situazione in Emilia Romagna e il “Resto del Carlino” del 31 marzo evidenzia in una breve nota che la carenza di piogge sta costringendo ad irrigare anche i frutteti.
La siccità si fa sentire anche in Sardegna, dove sono in particolare grano e asparagi a subirne le maggiori conseguenze, come scrive “L'Unione Sarda” del primo aprile.


Niente doppiette

Continua ad essere alta l'attenzione per i danni causati all'agricoltura e agli allevamenti da parte degli animali selvatici.
Esclusa la possibilità di procedere con l'abbattimento dei lupi, scrive “Repubblica” del 3 aprile, si procederà con il contenimento del loro numero.

In questo modo, scrive il “Corriere della Sera” nello stesso giorno, si riuscirà ad ottenere una possibile convivenza fra attività produttive e presenza di animali predatori.
Caustico il commento pubblicato il 4 aprile da "Il Foglio", che si conclude con questa frase: "anche il lupo ha diritto al suo reddito di cittadinanza. In natura".

Per i danni subiti sono in ogni caso previsti dei rimborsi, e in particolare in Liguria, come si apprende dal “Il Secolo XIX”, sono in arrivo 1,8 milioni di euro destinati a coprire i danni causati dai cinghiali.

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